HOME | LA REDAZIONE

In famiglia l’azienda è più bella e più green

Il nucleo familiare ha rappresentato un fulcro importante nella vita sociale ed economica del Bel Paese. Un punto di riferimento autentico oltre che un valore ideale. Quando il lavoro si svolge fra congiunti la produzione migliora e sono maggiori gli investimenti verdi e la risoluzione dei problemi di sostenibilità ambientale.

Roma _ La famiglia, nucleo fondante della società italiana, soprattutto negli ultimi decenni di magra economica, ha rappresentato il vero welfare-state italiano, un vero e proprio punto di riferimento decisivo per le sorti del nostro Paese.

Una ricerca del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne ha evidenziato che le imprese a carattere familiare risultano essere più innovative e più green. In particolare il 18% delle attività imprenditoriali a proprietà familiare ha investito in tecnologie 4.0 tra il 2017 e il 2020, contro il 15% delle altre realtà produttive. Se poi la sola gestione viene affidata ad un manager esterno, la propensione all’innovazione cresce fino al 22%.

Il business delle aziende di famiglia è risultato essere più attento ai temi della sostenibilità, tanto che ha già realizzato investimenti verdi in percentuale maggiore rispetto ad altre realtà imprenditoriali, manifestando disponibilità ad investire ancora di più nei prossimi anni. Sono questi, in linea di massima, i dati emersi da un’analisti sul capitalismo familiare, struttura portante del sistema produttivo italiano, su un campione di imprese manifatturiere tra i 5 e i 499 addetti.

Un’impresa familiare del Nord

Il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne è una fondazione della Camera di Commercio che promuove attività di ricerca, formazione e analisi statistica. Oggetto di studio sono soprattutto le piccole e medie imprese, l’innovazione tecnologica e le statistiche territoriali.

L’impresa a carattere familiare è un tratto tipico della realtà produttiva italiana e della sua struttura socioeconomica. Riguarda infatti 4 imprese su 5: nel 2020 si sono contate 108mila imprese manifatturiere familiari su un totale di 130mila. Ed è al Nord che si trova la percentuale più alta del cosiddetto family business, il 62%, contro il 21% del Centro e il 17% del Sud.

Un’azienda di famiglia del Sud

Quest’analisi conferma la situazione economica generale del nostro Paese. Ovvero un Settentrione più a vocazione industriale ed il resto della penisola che da questo punto di vista arranca. Il tratto, forse, che a prima vista può destare stupore, è la diffusione di imprese familiari al Nord. Nel senso che il concetto di famiglia, storicamente, è stato sempre molto diffuso più nel Meridione che altrove.

In un modo a volte talmente estremo che un sociologo statunitense Edward C. Banfield, in un suo famoso saggio del 1958 dal titolo “Le basi morali di una società arretrata” definì “familismo amorale“. Con questo termine, si intendeva l’indifferenza alla moralità e ai suoi criteri, in contesti estranei al gruppo familiare. Non si tratta, necessariamente, di comportamenti immorali o illegali, ma di una tendenza che privilegia l’utile proprio dei consanguinei più prossimi, rispetto all’ambiente sociale collettivo.

Edward C. Banfield

Tuttavia le aziende familiari e non hanno salvaguardato il proprio tornaconto e quello dei loro sodali, restando indifferenti ai danni provocati all’ambiente esterno, ad esempio con l’inquinamento. E’ strana questa assonanza tra un tratto culturale, quello familiare, senza dubbio nazionale, ma maggiormente localizzato nel Meridione, e l’aspetto economico, più settentrionale. Misteri dell’agire umano!

Il direttore generale del Centro Studi, Gaetano Fausto Esposito, ha chiarito bene il concetto:

“…Le imprese familiari sono un valore per il nostro Paese e, contrariamente a quanto ritengono in tanti, rappresentano un aspetto importante di competizione del nostro sistema imprenditoriale, in particolare quando si accompagnano a un management esterno…”.

Gaetano Fausto Esposito

Ma a fare la differenza ad innovare è soprattutto la capacità di fare networking con gli altri imprenditori, Università, Centri di ricerca e Istituzioni locali. Nelle imprese con manager di famiglia la propensione ad investire in tecnologie 4.0 passa da una media del 17% al 35% in caso di elevato livello di relazionalità.

Avvalersi di professionalità manageriali esterne aiuta anche la transizione ecologica delle imprese familiari, sia per motivi di competitività sui mercati sia per fattori etici, ritenendo che l’inquinamento rappresenti un rischio per l’azienda e la società nel suo complesso.

Da qualunque punto di vista si guardi il fenomeno un aspetto è certo: la famiglia ha rappresentato, finora, un fulcro importante nella vita sociale ed economica italiana. Tanto che si potrebbe cambiare il titolo del famoso film di Luchino ViscontiGruppo di famiglia in un interno” in “Gruppo di famiglia in un’azienda“.


Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa