Viaggiare non significa soltanto vedere luoghi nuovi. Piuttosto inseguire storie, sogni, emozioni e sensazioni perché la vita stessa è un viaggio. Tramite la cultura, in tutte le sue espressioni, è possibile andare per territori. In ultimo ma non per ultimo l’appello a certi politici affinché escano “Fuori” dai palazzi del potere per viaggiare attraverso la realtà. Quella che fingono di non conoscere.
Nel nostro Bel Paese si organizzano festival per ogni attività del genere umano. Ce n’è uno in particolare che merita attenzione e rispetto. E’ il Festival del Viaggiatore che quest’anno si è svolto attraverso il territorio veneto, nello scorso mese di settembre.
E’ una manifestazione fatta di storie, di sogni, di emozioni con al centro il viandante. Il viaggio non solo come luogo fisico, ma anche dell’anima. Come dimensione interiore, ma anche esperienza concreta. Il viaggio come rappresentazione della vita ed ogni vita del viaggio.
Durante l’evento si sono combinate esperienze e conoscenze diverse che hanno creato rapporti inconsueti. Sono stati mostrati molteplici veicoli per intraprendere un viaggio: l’arte, l’economia, la filosofia, la sensorialità, la musica, la tecnologia, il cinema, la letteratura, il giornalismo, l’escursionismo.
Quest’anno si è svolta la settima edizione il cui titolo “Fuori” è stato sintomatico di ciò che si è invitato a mettere in atto, soprattutto dopo il periodo di isolamento vissuto a causa del Covid. Un invito a viaggiare fuori dagli schemi e dai ritmi abituali. Un modo per uscire dallo spazio virtuale del web ed incontrarsi nella condivisione.
Il festival è partito con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ha poi ha toccato varie tappe: le province Venezia, Vicenza, Treviso ed i comuni Venezia Lido, Asolo, Bassano del Grappa, Maser, Possagno e Mussolente. Si è sviluppato attraverso incontri, mostre e visite nelle bellezze artistiche di cui è ricco il Veneto. E’ terminato ad Asolo con la cerimonia conclusiva del Premio Segafredo Zanetti “Un libro, un film“.
Il premio è nato all’interno del festival e premia opere letterarie segnalate da librerie indipendenti in Italia e nel mondo. Il festival, ideato da Emanuela e Giulia Cananzi e realizzato da uno staff in prevalenza al femminile, ha avuto nella maggiore parte degli eventi svoltosi, come protagoniste, donne portatrici di valori fuori dal coro.
L’intento del festival, sin dalla nascita avvenuta nel 2015, è stato quello di dar voce ad esperienze, pensieri ed emozioni di persone che si spostano nei modi più disparati. Il movimento come filo conduttore del festival e della vita stessa. Tutti i partecipanti, grazie anche all’intervento del pubblico, sono stati chiamati a condividere la propria esperienza.
Il tema dominante scelto per quest’edizione è stato la direzione del viaggio. Il festival ha abitato i luoghi in cui è approdato e li ha resi accoglienti per tutti i viaggiatori, sedotti dal ritrovarsi in luoghi non consueti e fuori dai social. In questo modo le città si sono trasformate in un salotto a cielo aperto, dove gli incontri sono stati occasioni di confronto ed ascolto senza barriere di alcun tipo.
Socchiudendo gli occhi, è stato come percorrere un vero e proprio viaggio nella storia in luoghi insoliti per i più. Ad esempio la casa di Eleonora Duse (attrice dell’inizio del secolo scorso ed eterna innamorata di D’Annunzio), Villa Freya (parco archeologico appartenuto alla scrittrice inglese Freya Stark), Casa Guidi l’abitazione di Robert Browning (poeta e drammaturgo britannico tra i più importanti della letteratura vittoriana), dimore private, ville, giardini storici, chiostri, luoghi privati non sempre accessibili.
E’ stato come compiere un viaggio nel viaggio. Un invito che si può inoltrare ai nostri rappresentanti istituzionali è di mettere in pratica il titolo del festival di quest’anno “Fuori“.
Ovvero, di uscire dai loro palazzi dorati per incontrare la vita reale, che è “Fuori” dagli scranni di Camera e Senato. Inoltre diciamo loro di essere consapevoli dell’altro tema della manifestazione, la “direzione del viaggio“, nella speranza che “intraprendano quella giusta“. Adesso che le elezioni sono finite.