ROMA – DRAGHI CERCA VACCINI E CHIUDE L’ITALIA. SUI SOCIAL IMPERVERSA IL PARTITO DEGLI SCONTENTI

La situazione è in pratica simile a quella dell'anno scorso. Scuola in affanno, commercianti in agonia, i contagi dilagano ed i vaccini scarseggiano. Diamo tempo al governo ma occorre sbrigarsi.

Roma – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha telefonato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, per sollecitare il reperimento urgente dei vaccini senza i quali è impossibile combattere il virus in tempi brevi.

Non sappiamo se il premier italiano abbia fatto o meno la voce grossa con la responsabile, in tutti i sensi, del piano vaccinale europeo (che sino ad oggi ha fatto acqua da tutte le parti con tutti i danni che ne sono derivati) ma certamente avrà evidenziato la necessità estrema di sbrigarsi, meglio se cambiando metodi con le case farmaceutiche.

Di certo Draghi ha poi parlato del Recovery Fund e dell’esigenza di una gestione europea dei flussi migratori mirata ad una maggiore proporzionalità tra responsabilità e solidarietà degli Stati Membri. Vecchia questione rimasta irrisolta ormai da anni

Mentre la nuova struttura commissariale e la Protezione civile studiano la ridefinizione della campagna vaccinale, Draghi e i suoi sono al lavoro per varare un nuovo “decreto Sostegno” che dovrà contenere i ristori per le attività penalizzate dall’epidemia. Nonostante il mal di pancia acuto che affligge alcuni partiti sembra scontato che l’attuale governo rinvierà a dopo l’estate tutte le elezioni che si terranno da qui a fine giugno.

L’Italia verso la chiusura

Ci riferiamo alle Regionali previste in Calabria per l’11 aprile, delle suppletive di Siena e delle amministrative che si terranno in circa 1.200 Comuni. Troppo pericolose stavolta le urne e altrettanto pericolose sarebbero le campagne elettorali a forte rischio di assembramenti specie per quanto attiene ai comizi pubblici.

Al Viminale, nel frattempo, si è conclusa l’istruttoria per decretare il rinvio delle competizioni fra partiti. Si attende solo il decreto legge e poi stop a volantini e manifesti. Le aspettative sul nuovo esecutivo crescono di giorno in giorno ma le risposte ci sembrano fiacche e senza nulla in mano come si potrà ambire ad una reale ricostruzione del Paese?

Ricominciano le manifestazioni di protesta per i mancati ristori

Sbaglia chi spinge il Paese a sognare una soluzione prodigiosa. Ovvero a puntare tutto su un uomo capace di compiere miracoli immaginando Mario Draghi come il salvatore della patria in grado di risolvere le ataviche criticità del Bel Paese.  Mentre chi gli sta attorno rimane spettatore lasciando al premier l’enorme carico di responsabilità.

Ci vuole sinergia, collaborazione, condivisione e scelte nell‘interesse degli italiani se si vuole cambiare rotta sul serio. La competenza c’è già e appartiene ai tecnici cooptati. Intanto a causa del malumore causato dalle restrizioni dovute all’espandersi della variante inglese del virus si sta facendo strada un nuovo movimento politico.

Più che una contrapposizione destra-sinistra la nuova aggregazione si pone tra establishment e non tutelati, almeno cosi dichiarano i referenti del “Movimento Anti-Lockdown”.

Gli aderenti al neonato gruppo appartengono alle categorie più tartassate dalle chiusure quali gli autonomi e le partite iva. L’immancabile account Facebook è stato creato già l’anno scorso ma nel giro di alcune settimane la pagina avrebbe registrato migliaia di like, pare senza sponsorizzazioni.

Il simbolo riporta un po’ i colori di una certa destra e una ruota dentata con tricolore. Segue una casella mail e un numero di cellulare:

“…Sui social – prosegue uno degli editor della pagina – la gente manifesta tutta la propria frustrazione per le chiusure volute dal governo e dice no all’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale. No all’estate in casa e vade retro ai virologi pessimisti

..”.

Nulla di nuovo dunque considerando che tutti i partiti, ed i loro leader, ormai da anni, parlano quasi esclusivamente attraverso i social dove la figura del leader è certamente enfatizzata sino al parossismo. Certo pensare che Draghi non possiede alcun account, getta nello sconforto chi vuole una politica basata su annunci e spot.

Questo modo di fare politica, così invadente e pressante, è già risultato assai poco appropriato al tempo della prima fase della pandemia e del lockdown nella primavera 2020 quando si è dimostrato necessario serrare i ranghi e chiedere sacrifici.

Figuriamoci adesso che fortuna può avere un movimento che si dichiara contrario ad ogni forma di precauzione sanitaria e che intende cavalcare la stanchezza e la sfiducia degli italiani per un virus che non si riesce a neutralizzare. I social sono ormai piazze aperte dove gridare tutto ed il contrario di tutto addossando colpe a chiunque erigendosi a giudici. 

Il rinnovamento della politica passa anche da questo: bisogna resistere alla forte tentazione di sputare sentenze, senza appello, sull’operato di qualunque esecutivo per sostenere ed alimentare il più bieco populismo. Sarebbe meglio superare la fase della “politica pop“, fatta di immagini, proclami e ostentazione della propria personalità.

Il nuovo governo non soddisferà comunque tutte le aspettative degli italiani, questo è scontato, ma da qui a passare agli insulti e alle contumelie sul web spacciandoli per dibattito politico ce ne corre. Ancora non sappiamo quali risultati potrà conseguire il governo di Mario Draghi, quindi è opportuno rinviare ogni valutazione al momento opportuno.

Possibilmente senza social fra i piedi.

 

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