I misteri di Sara Lemlem: una doppia vita?

Vigevano – Era già sparita in Olanda la donna ritrovata cadavere in un vano ascensore di una palazzina in costruzione a Vigevano. Sara Lemlem Ahmed, 40 anni, eritrea con cittadinanza olandese, era scomparsa dalla sua casa di via San Giacomo 2/A, dove viveva con il compagno Corrado Mannato, 49 anni, impiegato del Gruppo Enel, alle 22.30 del 4 dicembre scorso.

Corrado e Sara

I due si erano conosciuti tramite una chat di incontri e fra loro era nata subito una relazione sentimentale. Sara abitava in Olanda, ad Amstelveen, Comune a sud di Amsterdam, e una volta conosciuto il compagno italiano si era trasferita a Vigevano. Per Sara, però, non si sarebbe trattato di un trasferimento ma di una vera e propria fuga poiché la donna, da qualche anno, viveva presso una famiglia olandese.

Sara se ne sarebbe andata via da casa lasciando qualche debito e, soprattutto, senza più dare notizie di sé al nucleo familiare che l’aveva ospitata. I due, una volta in Italia, sarebbero rimasti insieme per tre anni sino alla sparizione di Sara che, dopo un violento litigio con Corrado, sarebbe uscita di casa facendo perdere le proprie tracce per la seconda volta.

L’uomo aveva denunciato la scomparsa della convivente ai carabinieri e poi aveva affidato le proprie speranze di ritrovarla a Chi l’ha Visto che lanciava diversi appelli. Sulla vicenda, però, gravano diverse stranezze e misteriose evenienze di cui, almeno apparentemente, Corrado Mannato non era a conoscenza.

Vigevano – la casa di via San Giacomo dove viveva la coppia

Pare infatti che Sara avrebbe trascorso il pomeriggio del 4 dicembre in compagnia di una sua amica, tale Adriana, impiegata alla Pirelli, conosciuta nel 2019 ad un corso di lingue a Milano. Sara avrebbe conosciuto la donna durante un aperitivo organizzato dalla scuola di lingue ma pare che i dirigenti dell’istituto scolastico, pur confermando l’abitudine di organizzare conviviali, non avrebbero mai visto la vittima.

Sara, parlando con Corrado, avrebbe affermato che la sua amica milanese lavorava alla Pirelli ma dalla società indicata non è mai pervenuta alcuna conferma. L’impiegato, subito dopo la scomparsa di Sara uscita da casa lasciando sul tavolo della cucina tutti i suoi effetti personali compreso denaro e cellulare, ha potuto verificare le chiamate in uscita e in entrata del telefonino di Sara grazie alla Sim a lui intestata.

La palazzina di via Giordano dove è stato ritrovato il cadavere della donna

Sulla rubrica pare risultasse una sola telefonata, effettuata da Sara poco prima di sparire nella notte. Dall’altro capo del ripetitore avrebbe risposto una donna che ha affermato di non conoscere la vittima. Sara a Vigevano non era mai riuscita a trovare un lavoro. Solo negli ultimi tempi la donna aveva detto a Corrado di aver sostenuto un paio di colloqui presso altrettanti bar del centro storico della cittadina ducale.

I barman interpellati, però, riferiscono di non avere mai visto la donna ritrovata cadavere nel cantiere di via Giordano. E che dire del poliziotto olandese, sedicente amico di Sara, che pare non sia mai esistito se non nella fantasia della vittima? Sara dunque aveva una seconda vita? Perché raccontare un sacco di bugie al suo compagno? Di contro, ed il dubbio appare legittimo, il suo compagno ha raccontato tutta la verità sui fatti riferiti agli inquirenti?:

Non è stato un alterco violento, riferisce il compagno della vittima

”…Quella sera avevamo discusso, ma assolutamente non è stato un litigio violento – avrebbe detto Mannato agli inquirenti – non era mai accaduto che sparisse, era una novità per me… Il luogo dove è stata ritrovata Sara non mi dice nulla…Si trova vicino a casa, ci eravamo passati, ma non riesco a collegarlo a niente di particolare…”.

Alcuni operai, il 9 febbraio scorso, durante un sopralluogo in cantiere avviseranno i carabinieri della presenza di un cadavere nel vano ascensore di una palazzina in costruzione. La zona di via Giordano, ubicata tra via Santa Maria e via Mascagni, è un’arteria cittadina dove insistono palazzine abbandonate ed edifici mai completati, luogo di riunione di pusher e tossici.

Sara diceva di avere un amico nella polizia olandese ma dell’uomo pare non vi sia traccia

La vittima indossava gli stessi vestiti di due mesi fa ed il cadavere presentava un avanzato stato di decomposizione dunque la morte potrebbe risalire allo stesso giorno della scomparsa. Da una prima ricognizione pare non presentasse evidenti segni di violenza ma bisognerà accertare se la morte sia riconducibile ad una caduta accidentale nella tromba dell’ascensore oppure ad una spinta nel cunicolo verticale da parte di qualcuno. Le indagini proseguono.

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