Grillo e Conte separati in casa

L’accordo è di quelli fra coniugi che ne hanno piene le scatole l’uno dell’altro. Gran parte della pletora parlamentare ex grillina si attendeva da Giuseppe Conte un nuovo partito cosi da tentare di rimanere a galla per un’altra legislatura. I soliti illusi rimasti fedeli a Grillo sperano di tornare al 5 stelle del Vaffa-Day.

Roma – Continua l’estenuante braccio di ferro tra Conte e Grillo nonostante l’accordo ufficiale fra i due e le buone parole di pace degli stati generali del Movimento. Nonostante i due si siano dati i massimi ruoli verticistici del partito la pace è solo apparente. Insomma è un grande bluff ed è inutile far finta di nulla.

Altro che accordo sincero

Nei gruppi pentastellati di Camera e Senato c’è tanta voglia di alzare i toni per difendere le vecchie posizioni storiche ormai abbandonate, pur di mantenere la poltrona fra gli scranni della maggioranza. I governisti, infatti, sono cauti e non rilasciano dichiarazioni a cominciare da chi siede come ministro nell’esecutivo Draghi.

Tutti in fila e con il bavaglio in bocca, pronti a sostenere Mario Draghi secondo le indicazioni del comico genovese che rimane comunque il “puparo” del movimento, avendo lasciato “all’avvocato degli Italiani” il compito di leader del nuovo soggetto politico che verrà presentato a breve.

Schierati su un fronte diametralmente opposto ci sono i fedelissimi di Conte fortemente critici nei confronti di alcune scelte politiche, come la riforma della giustizia targata Cartabia, considerate troppo poco in linea con le battaglie storiche della prima ora.

Marta Cartabia, la sua proposta non passerà senza una buona spolverata

Conte, già al lavoro, guida la protesta contro la riforma della giustizia. Ed é proprio l’ex Premier, in queste ore, a muovere le fila dei tanti che si sono scagliati contro l’intesa sul testo redatto da Cartabia specialmente per quanto attiene la “ristrutturazione” del processo penale. Per non parlare della prescrizione, argomento indigesto ai tanti grillini nostalgici del Vaffa-Day dei bei tempi che furono. Quando gli italiani col prosciutto sugli occhi ci cascavano ancora.

Lo avevamo già detto e lo ribadiamo: la riforma della giustizia, cosi com’è, difficilmente verrà votata all’unanimità dai parlamentari del Cinque stelle. La nuova crisi interna generata proprio dalla proposta sulla giustizia, dopo la sospensione del Cash-back che è stata un’altra bella botta, riporta sotto i riflettori gli sforzi sovrumani compiuti da chi mira alla leadership di Conte.

Tutto ciò nonostante lo stesso Conte, sui social network, tenti di portare serenità dopo giornate piene di tensioni e stress di quelli tosti. Difficile credere ad una vera pax. Troppi sono i malati di “stomaco” che vogliono ritornare alle battaglie dei grillini di una volta.

L’ex Premier, nonostante i ripetuti colpi di scena, dichiara di essere felicemente appagato dalla ritrovata serenità con Grillo. E lo scrive su Facebook: “… Sono pienamente soddisfatto dell’accordo raggiunto con Beppe Grillo, con il quale in questi giorni ho avuto modo di confrontarmi direttamente più volte – scrive Conte ora ci sono tutte le condizioni per partire e rilanciare il M5S…”.

E’ giusto ricordare che l’accordo raggiunto fra i due contendenti verte sulla piena agibilità politica del presidente del Movimento, con una netta distinzione tra ruoli di garanzia e ruoli di azione politica. Sia ben chiaro.

Anche Di Maio dunque mostra felicità per la ritrovata “reunion” ma è solo una operazione di “facciata”. Di vero non c’è nulla e su questa sorta di fiction i grillini non sono secondi a nessuno. Le parole del ministro degli Affari Esteri. infatti, sono rivolte all’esterno del movimento, specialmente quando afferma che bisogna “rimanere uniti e incidere dentro il governo“.

Adesso per Di Maio inizia un nuovo periodo perché solo con una direzione trasparente si può incidere, decidere e riferire che cosa fare sin da subito: “…Giuseppe Conte – scrive ancora il capo della Farnesinaentra in questa famiglia e sarà certamente all’altezza delle sfide che ci apprestiamo ad affrontare...”.

Luigi Di Maio

Insomma il buon Luigi invoca ed auspica più libertà di manovra all’interno della compagine di governo, proprio l’esatto opposto di quanto pensa e dichiara il nuovo condottiero dei 5 stelle. Nel frattempo il movimento destinato alla canna del gas potrà tirare un sospiro di sollievo ma non per molto.

Per chi invece si aspettava un nuovo partito con a capo Giuseppe Conte é rimasto deluso. Parliamo dei numerosi transfughi, epurati, espulsi e “traditori” che speravano di salire sul treno del più forte tentando di rimanere a galla almeno per la prossima legislatura. Cosi non è stato. Per il benservito da parte degli elettori è solo questione di tempo.

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