Gli italiani con le pezze sul deretano

Nonostante gli annunci di ripresa e di spinta economica il Bel Paese è al limite della sopravvivenza. Ovviamente l’allarme non riguarda i ricchi ma i poveri e la classe media, quest’ultima ormai ridotta all’elemosina. Se non ci saranno interventi reali e cospicui in uno con la programmazione delle riforme non sarà possibile alzarci da terra.

Roma – Riusciremo a riprenderci dall’annus horribilis? La speranza è tanta, la fiducia poca! Quando tra qualche decennio gli studiosi di scienze sociali eseguiranno studi per cercare di comprendere quello che è successo nell’ultimo anno e mezzo, non potranno che constatare che il 2020 è stato proprio un anno orribile.

Anche se chi subisce ogni giorno sulla propria pelle gli effetti nefasti della crisi economica e sociale scaturita dalla pandemia ne è, suo malgrado, a conoscenza. D’altronde ce l’ho ricordato l’Istat valutando l’impatto dell’epidemia sulla popolazione. Il 2020 è stato l’anno in cui la mortalità ha raggiunto la cifra più alta dal dopoguerra.

Un po’ di numeri ci aiutano a capire la gravità del fenomeno: dall’esplosione pandemica sono stati 746.146 i decessi, ben 100 mila in più rispetto alla media 2015-2019.

Da quando il fottutissimo e ormai famoso Covid-19 è venuto a farci visita – né richiesta né gradita, detto per inciso – fino allo scorso mese d’aprile è risultato più colpito il genere maschile. La fascia d’età con un’incidenza maggiore è stata la 65-79 anni con un decesso su cinque dovuto allo stramaledetto agente virale.

Per coloro che hanno una considerazione della vita cinicamente raffinata e condita da una buona dose di sarcasmo e qualche spruzzata di umorismo nero, un fatto del genere può anche aver fatto sfregare le mani pensando a quei poveri cristi che sono sì passati a miglior vita, come si suole dire in questi casi, ma che hanno anche alleggerito il pesante paniere della spesa previdenziale.

Analisi che, seppur macabra, avrebbe potuto avere una consistenza finanziaria di un certo spessore se i decessi avessero riguardato persone percipienti assegni pensionistici da nababbi: politici, manager pubblici e privati, dirigenti d’azienda ed altri baciati dalla dea bendata.

Il divario tra ricchi e poveri è sempre più ampio.

Invece la gran parte dei poveri cristi che ci hanno lasciato le penne faceva parte dell’enorme esercito di cittadini comuni, alle prese con i salti mortali per riuscire ogni mese a sbarcare il lunario. Altro che risparmio finanziario!

Non è nostra intenzione fare l’elenco completo di tutte le cose che sono andate a puttane in questo periodo. E’ opportuno ricordarne però qualcuna per aiutarci a capire che la barca sta diventando ogni giorno che passa una zattera su cui i posti di salvataggio sono risicati.

Ad esempio il divario dell’Italia con l’Europa sull’istruzione è continuato ad ampliarsi. Nel 2020 il 62,6% delle persone nella fascia d’età 25-64 anni è in possesso almeno del diploma di scuola media superiore, il 16% in meno della media europea.

E’ quanto ci risulta dall’Istat, che col rapporto BES (Benessere Equo Sostenibile) ha evidenziato come la pandemia abbia acuito le disuguaglianze educative. E’ salita, infatti, al 23.9% la percentuale di neet, giovani che non studiano, né lavorano. E’ mica è finita qui.

Il BES – più che benessere forse è più opportuno definirlo malessere equo sostenibile – d’altronde fotografa la realtà. Ebbene il Covid ha annullato, completamente al Nord ed in parte nelle altre aree del Paese, i guadagni delle famiglie maturati nell’ultimo decennio. E’ una perdita che richiederà molto tempo prima di essere recuperata.

Gli indicatori hanno registrato impatti molto forti sui miglioramenti raggiunti in dieci anni sulla salute e sull’economia familiare, annullati in un solo anno. Che fare?

Confidare nello stellone italiano, che compare nel simbolo del nostro Stato. Nel suo significato esoterico corrisponde alla stella del mattino e dal punto di vista allegorico rappresenta il fulgido destino dell’Italia? Solo questo ci resta, perché per il resto è meglio stendere un velo pietoso.                                                       

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