Contributi a fondo perduto ma non si parla di riduzione delle tasse

Ancora contributi a pioggia senza restituzioni di somme erogate ed interessi. Ci vuole ben altro per far ripartire l’economia nazionale. Riforma fiscale e previdenziale? Su questo fronte il governo naviga in alto mare.

Roma – L’argomento principale e più discusso del Decreto Sostegni è rappresentato dai contributi a fondo perduto per le imprese.

Il contributo viene erogato a favore dei soggetti titolari di partita Iva, che siano residenti o abbiano stabili organizzazioni nel territorio nazionale e che svolgano attività d’impresa, arte o professione.

La data presa in considerazione per la verifica del requisito, il possesso di una partita Iva, è quella dell’entrata in vigore del decreto, il 23 marzo 2021. Di conseguenza il contribuente che avrà aperto il numero di imposta sul valore aggiunto, seppur non avendo iniziato effettivamente l’attività, entro tale data, avrà diritto al contributo.

Contrariamente ai contribuenti che per vari motivi avessero cessato la propria partita Iva pochi giorni prima del 23 marzo 2021, non verrà riconosciuto alcun contributo. Per poter usufruire del sostegno economico occorre presentare un’istanza all’Agenzia delle Entrate il cui esito è rilevabile nell’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi, alla voce Contributo a fondo perduto.

L’avente diritto può richiedere il contributo a rimborso o optare per la compensazione dello stesso, tramite modello F24, con altri tributi di cui è debitore. Una volta effettuata la scelta questa è irrevocabile. Le richieste possono essere effettuate dal 30 marzo fino al 28 maggio 2021, un arco temporale di due mesi che permetterà all’Agenzia delle Entrate di recepire e validare tutte le istanze presentate.

Attenzione a non abbassare la guardia durante le riaperture

Il principale requisito richiesto è la perdita di almeno il 30% del fatturato medio mensile dell’anno 2020 rispetto allo stesso dato dell’anno 2019.

Per i contribuenti più piccoli l’indennizzo è pari al 60% della perdite, mentre per i più grandi si scende fino al 20%, e va da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 150.000 euro.

Da domani, con le riaperture previste per le zone giallerinforzate” l’economia, soprattutto quella “micro” dovrebbe tornare a girare nonostante le limitazioni ancora presenti. Va da sé che non rispettando le norme di sicurezza, come si dice, potremo tornare da capo a dodici come si dice in vernacolo romanesco.

Il virus non è stato sconfitto ed una quarta ondata è sempre possibile

Il rischio c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Qualora si dovesse richiudere ancora una volta per scampare ad una “quarta ondata“, non c’è Draghi che tenga. L’economia italiana potrebbe essere definitivamente compromessa. Un default su tutta la linea.

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