Arriva Internet dei sensi: sai che goduria

La rete del futuro, dicono gli addetti ai lavori, verrà realizzata entro il 2025. Questo è solo il primo passo che ci porterà a comunicare il pensiero digitalmente entro il 2030. Come in un romanzo di fantascienza, il pensiero si trasformerà in azione. Forse.

Non passa giorno che qualche nuova notizia sulle virtù salvifiche della “tecnologia” e di “internet” inondi il web, finendo per essere fagocitata dal tritacarne mass-mediatico. Finora la tecnologia con cui abbiamo a che fare nel quotidiano, quella più diffusa e disponibile, ha interagito e continua a farlo non solo con il virtuale ma, principalmente, con due sensi: la vista e l’udito.

E’ quella che i cultori della materia definiscono Extended Reality (XR), un termine che si riferisce a tutti gli “ambienti combinati reali e virtuali” e alle interazioni uomo-macchina generate dalla tecnologia informatica e dai dispositivi indossabili, dove la “X” rappresenta una variabile per qualsiasi tecnologia di calcolo spaziale, attuale o futura.

Extended Reality, un nuovo modo di interagire con il mondo

Ma non ci sono limiti alle più futuristiche previsioni. Infatti l’intento è quello di realizzare l’internet “dei sensi” entro il 2025. Non solo, questo è solo il primo passo che ci porterà a “comunicare il pensiero digitalmente” entro il 2030. Come in un romanzo di fantascienza, il pensiero si trasformerà in azione

Si è partiti dall’Internet of Things (IoT) una tecnologia che consente di connettere tra loro oggetti e dispositivi di ogni tipo, anche i più “improbabili”. L’idea è di portare nel mondo digitale gli oggetti della nostra esperienza quotidiana, con una poliedricità incomparabile. Si va dagli edifici intelligenti” alla vendita al dettaglio “intelligente” fino all’agricoltura intelligente”.

L’IoT è stata teorizzata la prima volta nel 1999 

Com’è evidente ogni settore è caratterizzato dall’attributo intelligente. E le cose che non vi rientrano, che fine fanno? Dall’alba del mondo di cose “intelligenti” ce ne sono state, certo, ma non tantissime come potrebbe sembrare ad una prima superficiale analisi.

Di stoltezza, purtroppo, ce n’è stata talmente tanta che ora ci troviamo col culo per terra. Quindi con l’Extended Reality l’internet delle cose intelligentiogni oggetto del nostro vivere quotidiano potrebbe appropriarsi di un’identità digitale, scambiando informazioni ed elaborandole.

Il 6G potrà amplificare tecnologie come l’AI, la robotica e l’automazione in dimensioni sempre più nuove.

La sua diffusione ha subito una forte accelerazione grazie agli sviluppi del 5G, un nuovo tipo di rete progettata per connettere tutti e tutto insieme, comprese macchine, oggetti e dispositivi. Ma poiché la cupidigia non conosce ostacoli, già si parla di 6G e chissà quanti in avvenire, tanto i numeri sono infiniti…

Con l’XR ci troviamo di fronte ad una vera e propria nuova rivoluzione industriale. Non solo sarà rafforzata la relazione digitale tra gli oggetti, ma anche quella tra i dispositivi tecnologici con i nostri pensieri e i nostri sensi: comunicheremo il nostro pensiero digitalmente e il pensiero si trasformerà in azione.

Scena tratta dal film Matrix, con Keanu Reeves

Gli esperti del settore e i pasdaran della nuova rivoluzione industriale ci hanno illustrato le sue magnificenze. Ad esempio, grazie all’Extended Reality si potrà avere il controllo della propria voce in più lingue senza aver bisogno del traduttore. Inoltre, nello shopping online si potrà percepire il gusto “assaggiando in digitale” qualche prodotto che non abbiamo mai acquistato prima e addirittura “annusarne il profumo “così come si potrà percepire con il “tatto digitale” la morbidezza di un capo di abbigliamento senza spostarsi da casa.

Ma l’impatto sarà molto rilevante anche in altri settori come ad esempio la salute, la logistica ed l’industria in generale: l’XR sarà fondamentale nella transizione ecologica in quanto genererà una riduzione delle emissioni globali di Co2. Crescerà quindi il consumo di prodotti digitali che faciliteranno il raggiungimento d’importanti obiettivi e gli effetti positivi si riverseranno in ogni settore.

L’AI può ridurre del 10% le emissioni di gas serra entro il 2030

Qualunque strumento utile a ridurre le emissioni di gas serra è ben accetto; più difficile è comprendere le grida di giubilo degli sfegatati della tecnologia se ci si riferisce al tatto digitale di un capo di abbigliamento o all’odorato digitale di qualche leccornìa. Alla fine della fiera, siamo veramente sicuri che l’internet dei sensi abbia un senso?                               

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