La politica pensa alle prossime competizioni e nelle grandi città, Capitale compresa, mancano i concorrenti che mettano d’accordo le coalizioni contrapposte ancora disunite sulle scelte. Qualche ricandidatura, da Nord a Sud, ma mancano i veri pezzi da novanta. Non pochi i rinunciatari.
Roma – Dopo un lungo periodo di letargo, durato circa tre mesi, ha avuto luogo la prima riunione del centrodestra. Durante l’incontro si è solo “sfogliata la margherita” senza riuscire a trovare un accordo sui candidati nelle grandi città per le amministrative del prossimo autunno.
L’orientamento emerso è però abbastanza chiaro: urgono candidature unitarie e prestigiose fra personalità fuori dal mondo politico. Con un nuovo vertice svoltosi ieri si sono verificate ulteriori disponibilità ma i nomi definitivi non sono ancora venuti fuori.
In ogni caso nella capitale sembra sfumata la candidatura di Guido Bertolaso, per sfidare sia la sindaca uscente Virginia Raggi, che gli ex ministri Roberto Gualtieri e Carlo Calenda.
Comunque Enrico Michetti, il candidato proposto da FdI, ha subito fatto sapere di essere disponibile e confida che la scelta possa ricadere sulla sua persona per rappresentare al meglio tutti i romani, che in larga maggioranza non sanno neppure chi sia.
Il competitor proposto invece da Forza Italia corrisponde all’ex magistrato Simonetta Matone, a lungo sostituto procuratore presso il tribunale dei Minori di Roma ed opinionista del programma di Bruno Vespa, “Porta a Porta”. Ipotesi che gradisce anche Salvini.
Tanti, comunque, i personaggi di cui si parla, anche a vanvera, e che com’è consuetudine vengono messi appositamente nel tritacarne per depistare i concorrenti e per celare le pedine vere su cui si punta.
A Milano, venuto meno il possibile ritorno di Gabriele Albertini, tra i possibili nomi c’era quello di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, la quale però ha subito smentito la sua designazione che pare dunque destituita di fondamento. Ma è proprio così?
Matteo Salvini ha detto pubblicamente che “c’è qualche primario e grande imprenditore che deve dirci se ci sta”. Il capo del Carroccio, però, non si è sbilanciato oltre ma così facendo ha inteso ipotecare la poltrona di Palazzo Marino.
A differenza di Roma, nel capoluogo piemontese la sindaca Cinque Stelle Chiara Appendino non si ricandiderà, e la decisione appare irrevocabile. A seguito di questa notizia nei partiti del centrosinistra crescono gli appetiti ma i personaggi di rilievo scarseggiano.
Mentre il centrodestra ha già trovato il suo candidato unitario. Si chiama Paolo Damilano, 49 anni, imprenditore del settore vinicolo, in campo da dicembre con la lista civica “Torino è bellissima”.
La Lega, addirittura, lo avrebbe già voluto candidare alle precedenti elezioni per la Regione. Forza Italia, invece, dopo un primo momento di perplessità ed il desiderio di candidare una donna, alla fine ha acconsentito. Sarebbe meglio dire ha ceduto.
A Napoli, nonostante il Vesuvio sia apparentemente sopito sin dall’ultima eruzione avvenuta il 18 marzo 1944, si sono riaccesi gli entusiasmi politici, scoppiettanti come lapilli.
Infatti, dopo alcuni problemi ed indecisioni, il sostituto procuratore generale di Napoli Catello Maresca il 26 maggio scorso ha ufficializzato la sua candidatura come sindaco del capoluogo campano, con movimenti civici ed il centrodestra.
Per Salvini è “il candidato ideale a Sindaco di Napoli” mentre per Luigi De Magistris “il danno che sta provocando Maresca in questi tempi alla magistratura è forte e rimarrà scolpito”. Vatti a sbagliare se De Magistris non rispondeva con un pizzico di dente avvelenato. Peraltro ingiustificato.
In Sicilia, nel Comune di Lentini, i candidati a primo cittadino sono in tutto sei, compreso l’uscente Saverio Bosco che spera di ottenere la riconferma per il secondo mandato. Maria Adagio, Stefano Battiato, Rosario Lo Faro, Francesca Reale e Laura Vacirca si contenderanno la poltrona a capo del civico consesso locale.
La vera novità sembra rappresentata dall’avvocato Rosario Lo Faro il quale è sostenuto dal Patto Civico per Lentini, che riunisce partiti di centrodestra, con la lista “Per Lentini” e di centrosinistra, “Lentini Operosa” con Pd, Articolo 1 ed altra associazione locale.
Insomma un’alleanza di buon governo, nell’interesse dei cittadini lentinesi, che ricorda la maggioranza del governo Draghi. Con le dovute distinzioni, ovviamente.