Ammazzato a colpi di fucile per vendicare l’onore della famiglia

Il settantenne arrestato dovrà rispondere dell’omicidio premeditato dell’ex sottufficiale dell’Arma perseguitato anche dalla madre della sua fidanzata che si era separata dal marito per fidanzarsi con la vittima. Marito e moglie avrebbero ordito il delitto nei minimi particolari e con l’ausilio di un segnalatore Gps che indicava gli spostamenti della figlia.

Copertino – Ha fatto scena muta davanti ai magistrati il presunto assassino dell’ex maresciallo dei carabinieri Silvano Nestola, 46 anni, freddato a colpi di fucile il 3 maggio 2021. Michele Aportone, 70 anni, pensionato, finito in manette il 29 ottobre scorso, durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi il 2 novembre scorso con il Gip Sergio Tosi, i due Pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina, e l’avvocato difensore Francesca Conte, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Michele Aportone

L’uomo chiederà un confronto con i due Pm solo quando avrà potuto visionare tutti gli atti giudiziari che lo riguardano. La difesa ha annunciato che presenterà a stretto giro di posta la richiesta di scarcerazione per il proprio assistito al tribunale del Riesame. Aportone, padre di Elisabetta, 36 anni, la donna che aveva intrecciato una relazione con il sottufficiale separandosi dal marito, è accusato di omicidio premeditato.

L’indagato avrebbe ucciso Silvano Nestola perché non condivideva la relazione sentimentale fra l’ex militare e la figlia che avrebbe rovinato il suo matrimonio proprio per fidanzarsi con Nestola. Secondo le indagini condotte dai carabinieri del nucleo Investigativo di Lecce e dai colleghi del Ros, coordinate dalla locale Procura, il pensionato avrebbe teso un agguato mortale al militare.

La vittima stesa sullo sterrato subito dopo l’omicidio

Per mettere a segno il disegno criminoso Aportone avrebbe acquistato un trasmettitore Gps attraverso il quale controllava gli spostamenti della figlia insieme alla moglie Rossella Manieri, di 62 anni, indagata a piede libero per omicidio.

La Manieri aveva manifestato a Nestola il suo disappunto e in più di un’occasione la donna, inferocita, si sarebbe recata in casa della vittima per insultarlo dandogli dello “sfasciafamiglie” invitandolo a tenersi distante dalla figlia Elisabetta. Il Gip Tosi, infatti, nell’ordinanza di custodia cautelare ha avanzato due ipotesi: Michele Aportone potrebbe aver agito istigato dalla moglie o, di sua iniziativa, aveva deciso di risolvere nel modo più radicale un problema (la separazione dal marito della figlia e la sua frequentazione con una persona diversa) che evidentemente a suo giudizio pregiudicava l’onore, il prestigio o la tranquillità della sua famiglia.

I funerali dell’ex sottufficiale dell’Arma

Il 20 aprile scorso, tredici giorni prima dell’agguato mortale, Nestola aveva avuto un colloquio dai toni accesi con la madre della sua fidanzata:

”…Lei mi sta facendo stalking – avrebbe detto Nestola a Rossella Manieri –  io non posso uscire da casa perché ho l’ansia grazie a lei. Con trent’anni di servizio nei carabinieri, neanche i delinquenti mi hanno seguito, ha capito signora? Quindi la prossima volta la denuncio…E’ pregata di non venire più a casa mia per favore…Io la lascio stare semplicemente sa perché? Perché non la voglio vedere più…Ha capito?..E’ una persona maleducata, io le ho detto cinque volte di non venire qua e lei continua a venire, capito?…Io non ho rovinato nulla, sua figlia è maggiorenne e vaccinata…”.

La donna pare continuasse a minacciarlo e l’ex carabiniere rispondeva di non avere paura delle intimidazioni. Gli alterchi fra i due sarebbero andati avanti per mesi poi i coniugi Aportone sarebbero passati alle vie di fatto.

Una telecamera di sorveglianza inquadra il furgone del presunto assassino

L’anziano pensionato si sarebbe procurato un fucile, mai ritrovato, grazie alle sue amicizie con personaggi di spicco della mafia locale, mai interrotte e poi accertate dalle indagini. Quel maledetto 3 maggio Aportone, ben nascosto dal buio, avrebbe atteso l’uscita dell’uomo da casa della sorella dove si recava a cena quasi ogni sera.

Dopo le 22.30 l’assassino avrebbe puntato l’arma verso l’ex militare che, non appena uscito dal cancello, sarebbe stato raggiunto da un primo colpo di fucile. Nestola, nonostante le ferite, faceva rientrare dentro casa il figlioletto di 11 anni e affrontava il killer in prossimità della sua autovettura, una Toyota Yaris, che veniva crivellata da una micidiale rosa di pallini, gli stessi che centravano in pieno petto l’ex maresciallo che stramazzava a terra in un lago di sangue.

Il luogo del delitto, una zona buia alla periferia di Copertino

L’autopsia accerterà, infatti, che la vittima sarebbe stata colpita da 4 colpi di calibro 12. Aportone, oltre al fucile, avrebbe ricettato anche alcune targhe e una marmitta scoperte dai carabinieri nell’area camper da lui gestita.

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