C’è chi ha mollato tutto e di politica non ne vuol sentire parlare e chi non si dà per vinto e ritorna alla carica. Fra questi ultimi Clemente Mastella che dopo il flop di qualche anno fa ritenta la scalata politica con il suo “Noi di Centro”. Un contenitore vuoto che si dovrebbe riempire di moderati e fuoriusciti di altri partiti. Il sindaco di Benevento indica soluzioni anche per la riforma sulla Giustizia.
Roma – La politica è sempre in fermento in vista delle elezioni nazionali. A Roma, Clemente Mastella, infatti, ha presentato il nuovo organigramma nazionale e regionale della sua creatura politica, “Noi di Centro”. Il sindaco di Benevento intende creare un nuovo contenitore politico “centrista“, con l’obiettivo di realizzare un patto elettorale in vista delle prossime politiche, indicando anche i partner.
“…L’idea di centro alla quale siamo affezionati e per la quale invitiamo chiunque a partecipare, da Italia Viva a Cambiamo! a Forza Italia, è di realizzare una sorta di Margherita 4.0 in grado di evitare, in tal modo, un antagonismo che ha visto in quest’ultimo periodo l’Italia divisa tra putinisti e pacifisti populisti…”.
In sostanza Mastella propone di puntare ad un proporzionale con sbarramento al cinque per cento e possibilmente con le preferenze.
“…L’area larga del Pd è priva di suggestione politica e non riesce a realizzare condizioni per una vittoria elettorale – continua l’ex Guardasigilli – mentre il centrodestra manifesta, invece, non soltanto una irrequietezza per chi sarà il prossimo leader di Governo ma anche difficoltà evidenti…”.
Da qui, secondo il leader ex Udeur, la necessità di un’area di centro, che potrebbe riscuotere un enorme consenso elettorale ma che per aggregarsi ha bisogno di evitare timidezze, ritardi e paure, dovendo dimostrare, invece, molto coraggio per disegnare una nuova architettura istituzionale del Paese.
La famiglia Mastella, in definitiva, rispolvera argomenti annosi che sembravano risolti con coalizioni più coese, con il maggioritario e con l’ingresso di movimenti populisti che vanno da destra a sinistra. Nulla di tutto ciò è accaduto, tanto che ci sono stati momenti, e continuano ad esserci, in cui il ricorso ai “mammasantissima” dei tecnici si pensava potesse cambiare la rotta.
Il ricorso ai cosiddetti “competenti” è avvenuto sempre in un clima di emergenza, nei momenti di bisogno e nell’incapacità di raggiungere un accordo politico con il risultato di non avere combinato un bel nulla. La situazione economica, la pandemia e adesso la guerra, sono un esempio.
Dall’altro versante i politici, come anche i diversi talk show, si sono riversati nel fiume in piena della demagogia, confondendo tutto e pasticciando ogni cosa. Il risultato è stato un forte astensionismo e l’allontanamento graduale dei cittadini dalle urne.
Mastella, infine, parla del rapporto politica-Giustizia in cui “…Il degrado magistratura-politica rimane in tutta la sua durezza, così come rimane in piedi l’idea sbagliata delle toghe come corpo separato, che guarda ai costumi ed ai valori. In questo ha ragione il professor Cassese – afferma il primo cittadino – quando ritiene che la magistratura abbia dato l’illusione di una palingenesi morale utilizzando la scorciatoia della via giudiziaria…”.
E’ anche vero però che in tanti, grazie alle trasmissioni televisive compiacenti, hanno fatto la morale ed espresso molto spesso giudizi politici fuorvianti e, comunque, inopportuni che hanno indebolito il sistema giudiziario.
Per Mastella, che si è soffermato molto sull’argomento, una soluzione c’è: ”…Bisogna allontanare l’idea del sospetto permanente, di utilizzare l’obbligatorietà dell’azione penale secondo criteri costituzionali assai spesso non utilizzati come tali…”.
“…È indispensabile – ritiene il leader – allentare l’abuso delle intercettazioni non sempre concludenti per la processualità dei casi sottoposti ad attività investigativa. È necessario, poi, anche rendere lineari i rapporti molto spesso viziati tra i media ed alcune procure…”.
Sul tema Giustizia, indipendentemente dal pensiero mastelliano, purtroppo, si parla poco di umanità e molto di pene dure ed esemplari, mentre nulla viene fatto per migliorare lo stato di detenzione e rendere possibile, attraverso il miglioramento dei servizi e delle opportunità, l’uscita dal vicolo cieco del circuito criminale e del suo reclutamento.