Siamo tornati indietro nel tempo ma è uno stargate che non porta nulla di buono. La classe portante dell’economia italiana, vessata dalla sempre più forte pressione fiscale e stravolta dalla pandemia, non esiste più. Al suo posto famiglie sempre più povere che non possono fare acquisti come prima. La politica pensa a tutt’altro mentre lavoro e investimenti sembrano sfuggire di mano.
Roma – Con l’avvento della pandemia una forte e frustrante sensazione di povertà ha pervaso tantissime famiglie della media borghesia, un tempo asse portante della nazione. Proprio grazie agli effetti del Covid i consumi delle famiglie italiane sono scesi ai minimi storici.
L’Istat infatti rileva una diminuzione del 9% nel 2020 rispetto al 2019 ma se si esclude la spesa per l’affitto il calo è più marcato e si conta nell’ordine del 12,2%. La contrazione più accentuata dal 1997. Una vera e propria Caporetto.
E poiché la distribuzione dei consumi è asimmetrica e più concentrata nei livelli medio-bassi, la maggioranza delle famiglie spende un importo inferiore al valore medio. Così parlano i numeri: il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2020 una cifra non superiore a 1.962 euro, mentre nel 2019 era di 2.159 euro.
Dallo stomaco vuoto degli italiani alla vuotezza della politica il passo è breve. Intanto Forza Italia, che è quasi al 7%, spinge di brutto per la federazione con Salvini, al fine di creare un partito unico dunque non una coalizione che dovrebbe andare ben oltre il 30%.
Ne è convinto Silvio Berlusconi il quale non intende recedere dal progetto sposato da Salvini, Meloni o non Meloni, a quanto pare. L’ex presidente del Consiglio, in sostanza, vuole incassare al più presto il risultato, anche se i tempi non saranno celeri.
Comunque vedremo che cosa accadrà alla riunione del centro-destra al gran completo sulle candidature alle amministrative d’autunno. Infatti proprio la stessa presidente di Fratelli d’Italia ha ricordato come la priorità sia l’individuazione dei sindaci: “…Basta rinvii – ha affermato Giorgia Meloni – qui sembra che non vogliano vincere...”. E se un rinvio c’è stato, ci si dovrebbe chiedere il perché ma leader dell’opposizione è troppo presa con la “marcia su Roma” per guardarsi bene le spalle.
Sempre all’interno del partito azzurro c’è chi non è d’accordo sulla possibilità di federare partiti diversi. Le ministre in primis ma anche una parte del gruppo frena. Così Berlusconi nelle prossime settimane potrebbe arrivare a Roma per tentare di convincere i dubbiosi senza spaccare il partito.
L’operazione politico-strategica che l’ex Premier ha in mente parte dalla riforma del fisco, della giustizia (con la raccolta firme) e dalla riforma delle semplificazioni. L’avvio del piano e la relativa partenza potrebbe essere rappresentato dallo speaker unico e la presentazione di proposte di leggi comuni. Almeno in teoria.
Questa volta la sensazione sembra positiva e la trattativa andrà avanti. Sarà proprio il Cavaliere a dare l’avallo in prima persona. In questo modo è altrettanto chiaro che Fdi si collocherà verso l’estremità degli scranni di destra, costretta dagli eventi a cui è stata confinata dall’asse F.I. e Lega.
Quest’ultima, intanto, rimane la prima forza politica del Paese mentre Giorgia Meloni continua la sua ascesa ormai quotidiana e si avvicina sempre più al partito di Matteo Salvini, il quale sta cercando in ogni modo di contrastare il sorpasso di FdI spianando la strada a qualsiasi iniziativa venga partorita dalla mente brillante di Mario Draghi, in prima istanza. In seconda federandosi con il Cavaliere a cui ha fatto sempre l’occhietto.
Ma la scalata di Giorgia Meloni procede ugualmente verso il vertice della classifica Swg sulle intenzioni di voto degli italiani, infatti questa settimana si trova al 20,1%, piazzandosi al secondo posto. Comunque la Lega resta in testa alle preferenze degli italiani con il 21,4%. Al terzo posto il Pd con il 19,2%, che aumenta dello 0,2% rispetto alla rilevazione del 31 maggio.
In lieve recupero il M5s, quarto in classifica al 15,9%, che sale dello 0,1%. Riprende quota FI che sale dello 0,6%, che non sembra temere la nascita della nuova formazione centrista Coraggio Italia che ad ogni buon conto entra in “classifica” con un timido ma rumoroso 1%.
Così Forza Italia di Silvio Berlusconi con il 6,9%, questa settimana incassa un +0,6% rispetto alla rilevazione del 31 maggio. Azione è al 3,4% mentre Sinistra italiana al 2,6%. Costanti gli altri partiti.