Non è più possibile rinviare la lotta al cambiamento climatico, La mano dell’uomo ha distrutto la natura e proprio quella mano assassina deve contribuire a limitare i danni. L’emergenza ambientale non è un evento naturale, se non interveniamo subito andremo incontro a disastri peggiori del Covid.
Non passa giorno che non verifichiamo sulla nostra pelle quanto dolore abbiamo cagionato al pianeta e all’aria che respiriamo. Inquinamento atmosferico e disastri ambientali sono tristi consuetudini ed avvengono sotto gli occhi indifferenti di tutti e sono ormai considerati eventi naturali. Invece tanto naturali non sono poiché avvengono per mano dell’uomo.
Una bella mano che è servita per rovinare l’ambiente. Noi che abbiamo avuto l’ardire di assurgere al ruolo di civiltà eletta, stiamo pagando giorno dopo giorno gli effetti dei disastri che abbiamo combinato.
Proprio noi, gli stessi che hanno avuto la faccia di bronzo di deridere altre civiltà che con l’ambiente e la madre terra vivevano in un connubio che era allo stesso tempo naturale e spirituale. Ad esempio per gli antichi romani la dea della terra era Tellus, ovvero il suolo fertile, da amare e rispettare. Per i greci era Gaia, la madre terra.
Della sua rilevanza ce ne siamo accorti anche noi, con notevole e colpevole ritardo. E’ dal 1970, infatti, che l’ONU ha istituito la giornata della terra “earth day“ per celebrare l’ambiente e la salvaguardia del pianeta terra. La ricorrenza viene celebrata ogni anno un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile.
In seguito questa manifestazione è diventata una sorta di summit tra i leader mondiali per adottare strategie e misure comuni allo scopo di ridurre le emissioni dei gas serra.
Quest’anno, per l’occasione, il presidente USA Joe Biden ha convocato un vertice speciale per un coordinamento della lotta al cambiamento climatico.
Il tema di quest’anno è stato: “Restore our Earth“, ovvero ripristinare la nostra Terra. Per mettere in pratica i buoni propositi sono sembrati rilevanti i moniti di Biden. Gli USA si mettono in cammino per dimezzare le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030.
Agire contro i cambiamenti climatici è un imperativo morale ed economico ed è l’occasione di creare milioni di posti di lavoro. E’ un decennio decisivo per evitare le conseguenze peggiori. Bisogna subito invertire la rotta. Su questo filone si è accodato il presidente del Consiglio Mario Draghi.
Col piano per la ripresa della pandemia possiamo trasformare le nostre economie, realizzarne una più verde e inclusiva. In Europa 70 miliardi andranno in investimenti green. Bisogna ricostruire dopo la nefasta strage virale in maniera più verde. Concetti ribaditi anche dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Insomma è venuto il momento di sbrigarsi, non c’è più molto tempo.
Non si è fatta attendere la reazione di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico: “…Largamente insufficienti gli obiettivi che si sono dati i leader mondiali per fronteggiare l’emergenza ambientale – ha detto la ragazzina – non possiamo accontentarci di qualcosa che è meglio di niente, perché siamo già indietro di decenni…”.
Noi che di parole nel corso degli anni ne abbiamo sentite parecchie, soprattutto quelle che si sono disperse nel vento, restiamo in fiduciosa attesa dei fatti.
Per usare una locuzione più ruspante: “fatti, non pugnette” come diceva il cabarettista romagnolo Paolo Cevoli in una sua esilarante pièce, interpretando un improvvisato sindaco di un paesino del forlivese.