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Virus e Smog: un binomio assassino

Ormai la correlazione sembra una certezza, attesi gli studi scientifici effettuati. Bisognerebbe correre ai ripari subito per evitare altre vittime e successive malattie che potrebbero spuntare da questo gemellaggio killer. Alla politica sempre più asfittica di questi tempi difficili la grave situazione sembra non interessare nulla. Nonostante certe patologie non guardino in faccia nessuno.

Roma – Covid e Smog, due compagni di merende. Già durante la prima fase della pandemia era emersa la stretta correlazione tra l’elevata concentrazione di smog nelle città e la diffusione del virus. Diversi studi lo avevano confermato e la relazione si era dimostrata particolarmente azzeccata, soprattutto per l’alto numero di contagi chi si sono diffusi a macchia d’olio in Lombardia zona che, com’è noto, è altamente inquinata.

Polveri sottili più virus, aumenta il rischio di mortalità.

L’associazione Cittadini per l’Aria, Onlus per la difesa del diritto ad avere un’aria pulita, con sede a Milano, ha raccolto tutti gli studi in materia. L’operazione è avvenuta in occasione di un ricorso presentato al Consiglio di Stato (organo di rilievo costituzionale e massimo giudice speciale amministrativo) contro il piano per la riduzione degli inquinanti atmosferici della regione Lombardia.

Ormai molti lavori scientifici hanno dimostrato gli effetti deleteri che l’inquinamento dell’aria provoca sulle nostre difese immunitarie, che risulterebbero così più soggette al Covid. Pur non essendoci un collegamento diretto tra il Covid ed il livello di polveri sottili, tuttavia una meta-analisi sul tema, a cura del centro tedesco Helmholtz, specializzato in ricerche ambientali, dimostrerebbe che la correlazione esiste.

Il particolato fine ha un effetto deleterio sulla salute sia per brevi che per lunghe esposizioni.

Dopo aver esaminato 65 milioni di casi e 264 mila decessi si è giunti alla conclusione che c’è un significativo legame per la mortalità tra biossido di azoto, polveri sottili e Covid 19. Questo perché l’inquinamento atmosferico può abbassare le difese immunitarie; l’esposizione agli inquinanti dell’aria può condurre ad uno stato di infiammazione cronica di basso livello; l’inquinamento è stato associato a patologie croniche come quelle cardiovascolari ed il diabete, che renderebbero il sistema immunitario più esposto ai virus.

All’inizio si pensava che una rondine non facesse primavera, nel senso che gli studi erano pochi per dare una spiegazione scientifica alla correlazione. Poi le ricerche si sono moltiplicate e si è verificato, tanto per restare in tema di motti popolari, che se tre donne fanno un mercato, quattro ne fanno una fiera. Nel senso che i lavori scientifici sono diventati così numerosi che il legame tra inquinamento dell’aria e Coronavirus è ormai assodato.

Dr. Andrea Pozzer dell’Istituto di Chimica Max Planck

Tant’è vero che già nell’aprile 2021 Andrea Pozzer, coordinatore del gruppo di ricerca sulla chimica atmosferica del Max Planck Institut für Chemie, una delle principali istituzioni tedesche ed europee nella ricerca di base, aveva scritto con puntuale previsione:

“…In base alle attuali conoscenze scientifiche il particolato fine, ovvero l’insieme delle particelle presenti in atmosfera di derivazione naturale o antropica, ha un effetto negativo sulla salute umana, sia per brevi che per lunghe esposizioni e che una sua alta presenza può in modo significativo far crescere la mortalità da Covid-19…”. 

Distribuzione nelle diverse province della Lombardia di (a) numero totale di persone infette, (b) tasso di prevalenza giornaliero (infetti / popolazione), (c) concentrazione media di particolato 2,5 (PM 2,5), (d) media concentrazione di particolato 10 (PM10), (e) ozono (O3), (f) monossido di carbonio (CO), (g) ossido nitrico (NO), (h) biossido di azoto (NO2), (i) anidride solforosa ( SO2), (j) ammoniaca (NH3) e (k) acidità atmosferica netta (NAA) durante il periodo di tempo considerato

Altre conferme sono arrivate da studi italiani. Ad esempio la ricerca, condotta dall’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del CNR con il GIPSA-LAB del Grenoble Institute of Technology e la Fondazione E. Amaldi, dal titolo “Analisi degli aspetti chimico-fisici ambientali che hanno favorito la diffusione della SARS-CoV-2 nell’area lombarda”.

Il CNR individua il collegamento tra Inquinamento Atmosferico e Covid-19 in Lombardia

E’ stata pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health ed ha indagato le possibili correlazioni a livello regionale tra inquinamento atmosferico, dati meteorologici e focolai COVID-19 sviluppatisi nell’area della Regione Lombardia dal 24 febbraio al 31 marzo 2020.

Pare che non ci siano all’orizzonte piani concreti di riduzione dello smog, né di nuovi modelli sociali di vivibilità. Solo chiacchiere a bizzeffe, mentre si muore di mal…aria.                               

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