Adesso ci si mettono anche i sacerdoti a boicottare i vaccini che, comunque, qualche dubbio lo hanno suscitato a ben vedere i problemi che sono sorti dopo la somministrazione di alcuni sieri. Le rispettive Curie hanno poi preso le distanze dai parroci no-vax ma quanto affermato durante le omelie sembra davvero esagerato.
Latisana (Udine) – Dalle omelie dei preti durante le messe ci si aspetterebbe il commento di passi delle Sacre Scritture eppure, in tempi di pandemia, può accadere che la predica fuoriesca dai suoi canali tradizionali fino a toccare temi controversi come quelli dei vaccini anti-Covid.
Era già accaduto nel marzo scorso quando il parroco cesenate Don Paolo Pasolini, durante la messa della domenica celebrata nella Chiesa di San Rocco, aveva sostenuto che i vaccini fossero prodotti da feti vivi abortiti.
“…Gli ingredienti del vaccino sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti – aveva commentato il parroco – il che vuol dire che esistono aziende, statali o private, che pagano donne povere per farle ingravidare e per abortire al quarto-quinto mese così da usare gli organi dei feti… Non si tratta di organizzazioni mafiose ma di aziende che tolgono ai feti fegato, cuori e polmoni. Organi vivi a chi sperimenta vaccini, come AstraZeneca…”.
Insomma un vero e proprio mondo mostruoso al servizio delle holding farmaceutiche per combattere il virus del secolo.
Un’affermazione piuttosto forte da cui la Diocesi di Cesena-Sarsina aveva preso le distanze, precisando che si trattava di opinioni personali pronunciate in un commento più articolato sulla morte e sulle paure del morire. Un caso “spento” sempre dalla stessa Diocesi che ha offerto le proprie strutture per la campagna vaccinale.
E sulla stessa lunghezza d’onda no vax, in questi ultimi tempi, sembra rincarare la dose Don Fabio Filiputti, vicario parrocchiale a Latisana, nella Bassa friulana, in provincia di Udine. E’ sufficiente scorrere il suo profilo Facebook per capire quale sia la sua idea relativa ai vaccini.
A denunciarlo, tramite una lettera al Messaggero Veneto, un fedele profondamente colpito dalla diffusione di fake news da parte del sacerdote – lo stesso che ha organizzato messe non autorizzate durante il lockdown – e dalla sua “opera di convincimento” a diffidare degli attuali sieri anti-Covid.
Post contro le affermazioni del dottor Matteo Bassetti che, a detta del presbitero, gli avrebbe cancellato i commenti contrari alle sue teorie mediche. Post sui presunti “effetti magnetici” dei vaccini. Post in cui afferma che il passo del giuramento di Ippocrate che recita “Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio” è uno spergiuro.
Post in cui il Cts viene paragonato alle leggi razziali fasciste. Chiari moniti a diffidare dei vaccini che si alternano a commenti di letture tratte dai Libri Sacri. Questa è la bacheca virtuale di Don Fabio da un po’ di mesi a questa parte.
Eppure il vicario, interpellato su quello che vuole comunicare con i suoi messaggi, esclude di essere un No-Vax anzi, dichiara che presto si farà inoculare il vaccino. Ammette, però, di essere scettico sulla narrazione “ufficiale” della pandemia.
Divenuto ora bersaglio dei media, il viceparroco friulano fa un passo indietro in quanto “troppo provato e prostrato” per rilasciare dichiarazioni in merito.
Conferma che continuerà a pubblicare i suoi post di sempre in quanto si sente legittimato a puntare il dito se qualcosa non gli torna. Quando si dice il “fascino” dei social e cosi sia.