Una campagna elettorale davvero anomala e non solo per la stagione in cui si svolge. Alleanze e divorzi avvengono nel breve volgere di qualche giorno e solo in pochi hanno un programma in grado di sfiorare la credibilità. Gli altri candidati non sono altro che arraffoni in cerca di una sistemazione fra i pochi scranni del Parlamento.
Roma – In questa campagna elettorale al di là delle normali incomprensioni all’interno delle coalizioni, si fanno strada liste che vorrebbero incarnare tutto il malessere sociale che si è manifestato in questi anni ultimi due anni catastrofici. Ci sono almeno quattro liste che hanno annunciato la loro partecipazione alle elezioni e che intendono raccogliere la mobilitazione “No vax e No green pass”, contro la dittatura sanitaria e l’obbligo vaccinale.
Eccoci dunque al cospetto di Gianluigi Paragone e tanti altri ex 5 Stelle, i comunisti di Marco Rizzo e chi era neofascista fino a ieri, nonché sovranisti, complottisti e diversi buffoni di corte. Forze politiche, in ogni caso, “antisistema” che dai sondaggi dovrebbero aggirarsi attorno al 2%. Però la girandola dei movimenti che ambirebbero ad entrare in parlamento non si ferma qui, perché c’è anche “Italia Sovrana e Popolare”, un cartello che raccoglie forze diverse che già da qualche anno calcano le scene dei palchi in opposizione al sistema attuale di governo.
Piccole forze che insieme tentano il salto di qualità nelle urne. Ma c’è anche “Italia” di Francesco Toscano, evoluzione di “Vox Italia” che lo stesso Toscano aveva fondato con Diego Fusaro qualche anno addietro. Fa capolino persino Adriano Panzironi, l’uomo delle diete che fanno vivere 120 anni, il quale tenta di mettere in piedi un partito. Ma ammesso che riuscirà a raccogliere le firme a sostegno della lista sarà difficile anche per lui sopravvivere alla tagliola dello sbarramento del 3%.
Così la ghigliottina, con la lama affilata che sembra pronta ad abbattersi sui condannati, posta al centro del simbolo, sembra più una premonizione per la propria presunzione che un auspicio di liberazione dall’attuale dirigenza sanitaria. La denominazione della lista “Per Rivoluzione Sanitaria” su quale parte dell’elettorato dovrebbe beccare? Non è dato sapere ma l’importante, forse, è fare parlare di sé e tenere alto il brand delle proprie trovate pubblicitarie.
Non è ancora finita perché c’é Sara Cunial, ex M5s, la front-runner del gruppo “3V” – Vaccini Vogliamo Verità – nota per aver parlato già nel 2018 di vaccini come genocidio gratuito e che ha già annunciato il suo impegno per difendere gli italiani dalla quarta dose di vaccino alla presentazione della lista.
Poi ci sono le liste di Antonio Pappalardo, generale dei carabinieri in pensione, leader del “Movimento Gilet Arancioni”, di Mario Adinolfi con “Alternativa per l’Italia”, Luca Palamara, De Magistris e di tanti altri che sfruttando la ribalta nazionale vorrebbero inserirsi nel palcoscenico, ormai a posti ridotti, del Parlamento. Forse il proliferare di tante iniziative potrebbe essere un collante per convincere i più riottosi, anti-sistema e/o ricercatori della propria identità, ad attenuare la disaffezione degli indecisi. Oppure a convincerli su come trascorrere la domenica del 25 settembre, in alternativa alla gita fuori porta.
Ma il dubbio rimane. Intanto in Sicilia si consuma quasi uno strappo tra M5s e Pd, una marmellata insapore che non convince. Divisi a Roma, uniti in Sicilia. Era questo il grande nodo da sciogliere nell’assemblea regionale dei pentastellati. La coalizione regge ma i 5 stelle detteranno condizioni precise al Pd e se non saranno rispettate “Saremo pronti a rompere l’alleanza e ad andare da soli”, ha tuonato Nuccio Di Paola, referente del M5s in Sicilia, al termine dell’assemblea.
Questo è l’ultimatum venuto fuori dal dibattito al quale ha preso parte pure il leader Conte, il quale ha affermato che “Bisogna fare valere le nostre posizioni”. Così viene ripristinata la nota in 9 punti, imprescindibili, da sottoporre al Pd, come i temi sottoposti da Conte a Draghi che se non saranno condivisi sanciranno l’addio dei grillini. Prossima tappa, dunque, un incontro con Chinnici e le altre forze della coalizione prima del definitivo verdetto.