I cuccioli provenienti dalla Francia dovrebbe essere utilizzati per esperimenti tossicologici. Gli animalisti sono sul piede di guerra e tenteranno di evitare le sofferenze a cui sarebbero sottoposti gli animali d’affezione. Per il prossimo 26 settembre è prevista una massiccia presenza di associazioni animaliste e privati davanti ai cancelli dell’azienda americana.
Verona – La sperimentazione su animali d’affezione è odiosa, anche perché le alternative ci sono, ad eccezione di pochissimi casi in cui i test, soprattutto tossicologici, vengono eseguiti “in vivo”. Intendiamoci è odiosa anche quella fatta su qualsiasi animale senziente o meno in un’epoca nella quale i laboratori di ricerca scientifica si orientano sempre di più verso esperimenti cosiddetti “in vitro” assististi dall’alta tecnologia.
Evidentemente la multinazionale farmaceutica tedesca Evotec, con sede anche a Verona, che aveva ordinato una ventina di cuccioli di Beagle da utilizzare come cavie, la pensa diversamente. I cagnetti, di appena 4 mesi e provenienti dalla Francia, sono stati destinati al centro sperimentale Aptuit di via Alessandro Fleming a Verona.
L’americana Aptuit è un grande laboratorio scientifico, fra i maggiori in Italia, dove vengono testati nuovi farmaci e dove, in assenza di alternative scientificamente riconosciute, i tecnici ricorrono alla sperimentazione su animali. La triste vicenda, che ci ricorda da vicino quella di Green-Hill a Montichiari in provincia di Brescia, è stata denunciata dagli attivisti dell’associazione Centopercentoanimalisti, che la sera dell’8 settembre scorso hanno organizzato un sit-in a sorpresa davanti ai cancelli del centro di ricerca.
Lo stesso centro che dal febbraio all’aprile del 2020 avrebbe testato i protocolli di sicurezza di un vaccino anti-Covid, poi immesso nella produzione industriale:
”…La Aptuit si vanta di essere il centro di sperimentazione più veloce: il che significa sofferenze più intense per le vittime, che saranno alla fine uccise – affermano gli animalisti – la sperimentazione su altri animali non ha nessun valore per gli umani: ogni organismo ha sviluppato risposte diverse agli stimoli, anzi questa falsa ricerca è spesso fuorviante. Questo è risaputo. Dietro la sperimentazione animale (vivisezione) c’è solo un giro di affari miliardario e questo è l’unico motivo per cui viene mantenuta…”.
Tra vivisezione e sperimentazione, però, c’è differenza. La prima viene effettuata senza alcuna sedazione mentre la seconda, a seconda della tipologia degli esperimenti che vengono effettuati sulla cavia, è praticata sotto anestesia. I Beagle rappresentano una razza “eletta” per questa sorta di pratiche e nonostante la legge italiana limiti di molto gli esperimenti su cani e gatti i laboratori che li utilizzano sono ancora troppi:
”… È stato selezionato per la taglia, la lunghezza del pelo agevole per iniezioni e prelievi – dicono gli esperti della Lega Antivivisezione – la resistenza cardiaca, il temperamento docile e la capacità di vivere in gruppo, in modo da essere facilmente stabulato e costare meno. Le applicazioni su questa specie sono moltissime: studi di tossicità per sostanze industriali; tossicità per le sostanze d’abuso, come alcol e stupefacenti; trapianto di organi e tessuti; cancro; test bellici; ricerca di base in qualsiasi settore (compresi quelli sulla deprivazione materna e sull’erezione, prodotta fisicamente, tramite scosse elettriche e impianti odontoiatrici per testare nuovi apparecchi sulla dentatura del cane con estrazioni e trapianti negli alveoli). Si può utilizzare qualsiasi parte dell’organismo, cervello compreso, del cane come di altre specie…”.
I cuccioli sono rimasti negli stabulari dell’azienda ma la politica, stavolta, si è mossa senza perdere tempo:
”…Un triste destino per questi poveri cagnolini, destinati a diventare cavie da laboratorio – ha detto Filippo Maturi, deputato della Lega, responsabile nazionale del Dipartimento tutela Biodiversità e Benessere Animale – in Italia le autorizzazioni sono limitate e vengono concesse solo in casi specifici. Con la consigliera di Verona, Laura Bocchi, nota per aver fatto liberare solo qualche mese fa tre macachi dell’Università del capoluogo usati come cavie, indagheremo sulla provenienza di questi sfortunati cuccioli. E’ necessario verificare il rispetto di quanto previsto dal Decreto legislativo 26 del marzo 2014: la provenienza da allevamento autorizzato alla produzione di animali per la sperimentazione, le cartelle singole di ogni cane con relativo microchip, l’autorizzazione della sperimentazione con i cani e relazione sul perché del loro utilizzo, l’autorizzazione dello stabulario e l’invio del controllo sanitario per valutare le condizioni di detenzione…”.
Ieri diverse sigle di sodalizi animalisti e protezionisti si sono date appuntamento davanti ai cancelli dell’azienda statunitense inscenando una protesta in favore dei cuccioli con canti e balli. Criticabili gli insulti e qualche frase di troppo rivolta agli operatori dei laboratori di ricerca. Al momento nessuna reazione da parte dei vertici della Aptuit.
Per il 26 settembre prossimo altri gruppi animalisti, provenienti da tutta Italia, saranno presenti con un presidio davanti alla sede dell’azienda. Il motivo è sempre lo stesso: evitare che i cuccioli vengano sottoposti a sofferenze e poi soppressi.
Comunque stiano le cose l’azienda in questione deve essere in possesso della documentazione completa ai fini autorizzativi. In caso contrario Aptuit rischia grosso.