ROMA – RENZI GIOCA COME IL GATTO FA COL TOPO: GOVERNO ANCORA A GALLA

Renzi è l'ago della bilancia. Conte però rimane il peso maggiore. I prossimi giorni decisivi per il Recovery Plan e le altre questioni che verranno poste al vaglio del Consiglio dei Ministri. Se la barca va.

Roma – Italia Viva apre all’approvazione del nuovo Recovery Plan, purché riceva in tempo utile la bozza del testo e vengano considerate le sue proposte. Così si lavora febbrilmente ad un accordo da ratificare nell’imminente Consiglio dei ministri.

Ma al di là della diaspora sollevata sul Piano, sulla delega ai servizi segreti e sull’eventuale composizione della nuova squadra di governo, il vero nodo della partita aperta da Renzi sembrano essere le dimissioni del premier. La verità è che il leader di Italia Viva ritiene che solo con un Conte Ter le sue richieste saranno accolte.

Renzi decide le sorti del governo?

Ma il Presidente del Consiglio non si fida e chiede garanzie. Renzi, di contro, ha affidato a Facebook un estremo appello alla responsabilità, affermando che nel periodo difficilissimo che sta attraversando il Paese “si sta lavorando a rafforzare la coesione delle forze di maggioranza e la solidità della squadra di governo con una lista di priorità che servono a indirizzare l’azione governativa sino alla fine della legislatura”. Ma è proprio cosi?

Probabilmente il CdM si dovrebbe tenere in questi giorni e tutti gli sforzi, come abbiamo ribadito, sono concentrati sulla bozza del Recovery Plan che rappresenta il tentativo in extremis di siglare anche l’accordo politico. Il ministro Gualtieri e i tecnici del Mef lavorano praticamente “h24” per riscrivere la versione integrale del piano, e non la sintesi di 13 pagine già respinta al mittente dai renziani, da consegnare a Conte nella tarda mattinata di oggi.

Il premier Conte non si fida

Il premier dovrebbe poi trasmetterla a Renzi e agli altri partiti della maggioranza nel pomeriggio, in modo che abbiano 24 ore di tempo per studiarla e, se l’accordo fosse raggiunto, “ratificarla” domani in Consiglio dei ministri.  Sempre che si rispetti questo calendario.

Comunque Matteo Renzi si è incontrato con tutti i parlamentari del suo partito ed il messaggio chiaro e forte che arriva dall’assise di Italia Viva sembrerebbe rassicurante per i senatori e deputati fedeli all’ex segretario del Pd. Ormai personaggio di spicco della politica italiana in grado di stabilire le sorti della maggioranza. 

Infatti, onde evitare fughe e perplessità, è stato ribadito che la minaccia di voto anticipato è solo un “bluff”. Renzi ribadisce che Italia Viva non vuole portare il Paese al voto o cedere il governo alla destra. Sul resto ogni scenario rimane aperto e il leader toscano si tiene le mani libere e rilancia la palla al premier Conte.

Renzi ricatta?

Al momento nessuna risposta è pervenuta dal destinatario al mittente. In apparenza nessuno desidera una crisi al buio in un momento cosi nefasto per il Paese ma c’è chi di nascosto rema contro, forse solo per incrementare le tensioni, senz’altro non a fin di bene. 

Sicuramente l’immobilismo è da scongiurare. Perché nuoce gravemente alla salute, come si dice. In ogni caso ci vuole una “scossa”, tanto che le parole di Conte sul rafforzamento della squadra di governo vengono lette come tentativo di rilanciare un rimpasto robusto, ma le speranze che la sostituzione di alcuni ministri avvenga senza le dimissioni del premier si riducono al lumicino. Insomma se vanno a casa i campioni della squadra non può che seguirli il capitano.

La squadra di Conte, chi andrà a casa?

Italia Viva rimane per un accordo prima del Cdm ed i renziani reiterano ciò che avevano gridato a gran voce nei giorni scorsi: “se Conte preferisce la sfida in Aula non ci sono problemi. Le nostre Ministre sono pronte a lasciare. Se le nostre idee, peraltro, non piacciono, siamo pronti ad andare all’opposizione”.

Così la maggioranza è di nuovo in fibrillazione, e non tanto per l’aumento dei contagi, i problemi di sicurezza, di sviluppo economico e di salvaguardia dei nuovi poveri che sono in costante aumento ma perché il “pallino” della stabilità governativa è affidato ormai esclusivamente a Matteo Renzi.

Giorgio Trizzino

Le opposizioni sono inesistenti sotto il profilo della progettualità e solo di tanto in tanto fanno sentire la loro voce sempre più debole, priva di contenuti e proposte concrete. Continuando a chiedere il ricorso alle urne. Anche nella stessa area governativa serpeggiano sempre più malumori e nervosismo. Almeno sulla carta è Italia Viva a fare da puparo, gli altri sono pupi senza lode, senza infamia, e incapaci di prendere posizione.

Non mancano però i colpi di coda, velenosi e inconcludenti sotto il profilo politico. Secondo il deputato del M5S Giorgio Trizzino, medico siciliano, l’atteggiamento di Matteo Renzi è definito un “ricatto”, poiché proprio quando le richieste dei ministri di Italia Viva vengono accettate ne arriverebbero altre diverse.

Richieste “mutanti” dunque ogni qualvolta giunge una risposta dal presidente Conte. Un gioco al massacro, a sentire Trizzino, finalizzato palesemente alla caduta del governo: 

“…Adesso non basta più predicare la necessità, di per sé indiscutibile, di mantenere in vita il governo Conte – aggiunge Trizzinoche riesce a destreggiarsi pur tra le mille difficoltà ed insidie, fronteggiando grandi problemi quotidiani. Occorre riscrivere un nuovo scenario politico nell’ipotesi che Renzi decida di uscire dalla maggioranza ed in ogni caso smascherare le sue pretese…”.

Così i tanti voltagabbana, definiti “responsabili”, si fregano le mani pronti a riemergere da un anonimato che ha sconvolto il proprio narcisismo politico. Fra qualche giorno si saprà se il governo è giunto al capolinea o se continuerà, com’è probabile, a guidare la corriera con Conte ancora al volante. E sarebbe per la terza volta

 

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