ROMA – IL FUTURO NELLE PAROLE DI PAPA FRANCESCO. CONSULTAZIONI AL GIRO DI BOA.

Renzi continua a spararle grosse ma gli italiani ormai ben conoscono gli scivoloni dell'ex segretario del Pd. Per il resto il tempo stringe e non c'è spazio per gli arraffoni.

Roma – Secondo Papa Francesco il nuovo anno sarà davvero foriero di buone nuove “…Un tempo da non perdere e non sarà sprecato nella misura in cui sapremo collaborare con generosità e impegno. In questo senso ritengo che la fraternità sia il vero rimedio alla pandemia e ai molti mali che ci hanno colpito. Fraternità e speranza sono come medicine di cui oggi il mondo ha bisogno, al pari dei vaccini….

Anche la politica ha la propria liturgia che, seppur incomprensibile e inadeguata, rimane un valore democratico da preservare e migliorare.

Tornando alla cronaca politica Renzi sarà contento di aver contribuito all’epopea Draghi, i cui estimatori di tutto il mondo si sprecano in elogi e complimenti.

Papa Francesco e Mario Draghi nel 2013

Vedremo poi, nei fatti, se il nuovo governo saprà essere all’altezza dell’emergenza che stiamo vivendo, attuando le riforme che si attendono ormai da troppi anni. Nessuno, però, secondo Renzi sarebbe in grado di immaginare il conflitto interiore che lo ha tormentato.

Infatti, sempre secondo il leader di Italia Viva, gli italiani hanno bene ipotizzato che la sua manovra avesse come fine quello di ottenere più ministri, mentre oggi è chiaro a tutti che il partito dell’ex segretario Pd, nella coalizione di governo, conterà meno di prima.

Certo non bisogna essere “stregoni” per capire che in una maggioranza più ampia si ha meno potere interdittivo ma Renzi si dichiara ugualmente molto soddisfatto del proprio disegno politico: aver sacrificato Conte e sé stesso sull’altare del vero riformismo per il bene del Paese. Un eroe.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Foto Roberto Monaldo

Stando così le cose il “genio della politica italianaavrebbe offerto al Paese “una straordinaria occasione non solo perché si sapranno spendere bene i soldi del Recovery Fund ma soprattutto per aver contribuito a puntare tutta la posta in gioco sul futuro premier.

In sostanza, secondo Renzi, Draghi potrà fare dell’Italia una guida europea e per questo fine esorta tutti a remare nella stessa direzione. Certo, detto da lui suona un po’ strano, tuttavia il leader di IV ci ricorda che non bisogna distruggere tutto ciò che viene costruito. Senti chi parla. 

Riguardo alla situazione del suo partito Renzi non da dubbio alcuno “Italia Viva potrà giocare un ruolo importante nel mondo riformista, specie se il Pd resterà sdraiato sul M5s. Il tempo è galantuomo e si vedrà…“. In ogni caso anche Matteo Salvini e Beppe Grillo dicono sì a Mario Draghi, anche se per il “via libera” definitivo bisognerà attendere fino a stasera, quando terminerà il secondo giro di consultazioni.

Mario Draghi, ex governatore della Bce

Ad oggi tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia, hanno offerto al premier incaricato la propria disponibilità a sostenere il suo Governo. Si chiude così questo primo round con la prospettiva di una maggioranza ampia, quasi inimmaginabile appena una settimana fa.

La Lega ha rotto gli indugi e allo stesso modo di Forza Italia ha deciso di abbandonare l’opposizione. Il Movimento 5 Stelle è dilaniato al suo interno ma a questo punto pare scontato il sì anche a prezzo di qualche defezione.

Per la verità anche nel Pd si avverte qualche insofferenza, a causa della convivenza con Salvini nella stessa maggioranza ma l’appoggio del partito non è mai stato condizionato né messo in discussione. Al massimo i leader potrebbero tirarsi indietro su una loro eventuale partecipazione diretta nella squadra di Governo sulla quale attualmente, nessuno è in grado di fare previsioni.

Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. Il suo è l’unico “no” al governo Draghi

In ogni caso Mario Draghi si muove all’interno del tracciato indicato dal Capo dello Stato lavorando per un governo di “alto profilo” che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Sarà compito di Draghi comporre il puzzle, evitando qualunque anticipazione anche sul tipo di compagine, tecnica o meno. L’ipotesi che rimane prevalente è quella di un mix tra tecnici e politici.

Il premier incaricato, assumendosi la responsabilità della sintesi e seguendo il dettato costituzionale, consegnerà la lista solo nelle mani del Capo dello Stato. Si tratta di correre un rischio che il Parlamento potrebbe fargli pagare, al momento della fiducia.

In questi l’economista romano ha riferito esplicitamente, a più interlocutori, di puntare sulla “competenza” rispetto agli incarichi da ricoprire. Un’espressione che potrebbe portare come diretta conseguenza ad alcune “infeliciriconferme, a partire dal ministro uscente della Salute, Roberto Speranza, che però deve fare i conti con i dubbi del suo partito nel voler rimanere in una maggioranza con Salvini.

Il ministro uscente della Salute, Roberto Speranza

Certamente il confronto è stato utile per consentire ai partiti di elaborare la loro decisione, far decantare le asprezze provocate dalla crisi del Conte due e anche per capire non solo le priorità programmatiche delle singole forze politiche ma anche i loro dubbi ed eventuali timori.

E’ doveroso sottolineare che Salvini, pare anche in privato, non abbia posto veti su nessuno per poi “mettersi a disposizione”. Come coerenza impone. Anche sul programma il capo del Carroccio è stato molto aperto ponendo come unica condizione il “divieto” di aumentare le tasse.

Il numero uno della Lega ha deciso di dare ascolto a chi gli chiedeva di non restare fuori dalla partita sul Recovery confermando, peraltro, la sua “fede atlantista” nel diventare europeista in poche ore

Matteo Salvini, nuovo “europeista” ma fermo sulle tasse

Decisamente più complesso sarà, invece, l’incontro successivo tra il premier incaricato e la delegazione del M5S guidata da Grillo, reduce da una tesa assemblea con i direttivi dei gruppi parlamentari a cui ha partecipato anche Giuseppe Conte.

Al termine della consultazione, Grillo ha lasciato al reggente Vito Crimi il compito di confermare la disponibilità del Movimento al nascente Governo ma solo in serata si potrà sapere l’esito definitivo. Un cammino difficile, quello dei grillini e tuttavia non privo di strategie che potrebbero avere un impatto inaspettato.

Giuseppe Conte, già domenica scorsa, aveva rivolto un invito ai suoi compagni di partito affinché distinguessero gli alleati “leali” da quelli che hanno voltato le spalle nel tentativo di lucrare sull’attuale situazione per interessi personali. L’ex premier, come Renzi, ha confermato di non aspirare a incarichi di governo.

Intanto la curva dei contagi è in aumento ed il Paese non riparte. La situazione vaccini si trasforma in odissea.

 

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