Quando l’offerta di lavoro diventa truffa

Ormai truffe e frodi informatiche sono all’ordine del giorno e nonostante gli avvisi di polizia postale e istituti di credito i cittadini che diventano vittime di delinquenti online sono sempre di più. Non fidatevi di chi vi offre soldi facili senza sudare. Nessuno dà niente per niente, per di più via internet. Dunque occhio a certe mail che promettono mari e monti. In lingua italiana sgrammaticata.

Roma – Con le truffe e frodi online si può affermare che la tecnologia è ormai intervenuta nella vita degli individui a 360°. Praticamente non c’è nulla o quasi, che faccia parte dell’uomo. che non sia sottoposto alle sue ferree leggi. Nessun aspetto del comportamento umano è stato risparmiato.

Una notizia che ha meritato gli onori, si fa per dire, della cronaca è quella relativa alle offerte di lavoro di origine incerta presenti su varie piattaforme online o spedite via email. E’ conosciuta col termine di “Money Muling” (muli del denaro) una frode bancaria che, in realtà, circola da tempo ma negli ultimi mesi ha avuto un ritorno di fiamma.

Nello specifico è un tipo di riciclaggio che utilizza coloro in cerca di lavoro i quali, di fatto, si rendono complici di quello che può delinearsi come un vero e proprio crimine informatico. Spesso queste persone sono ignari delle conseguenze delle proprie azioni. Vengono reclutati come intermediari per il riciclaggio di denaro a favore di hacker e/o organizzazioni malavitose.

La falsa offerta di lavoro viene presentata come attività di intermediazione finanziaria. Mentre, in realtà. fanno da prestanome per trasferire denaro da un conto all’altro. In concreto vengono trasferiti soldi rubati, spesso dopo attività di fishing a favore di soggetti terzi.

Non si tratta purtroppo di “cura del corpo” ma di una truffa informatica attraverso l’invio di un’e-mail col logo contraffatto, ad esempio di un istituto di credito, in cui vengono richiesti dati riservati (numero di carta di credito, password di accesso al servizio di home banking e simili) per fantomatici “motivi tecnici“.

L’operazione si svolge più o meno in questo modo. Il destinatario della falsa offerta di lavoro riceve denaro rubato sul proprio conto, per poi trasferirlo su un altro diverso, spesso all’estero, trattenendo per il “lavoro svolto” una commissione. Nonostante queste persone possano ignorare la provenienza illecita dei soldi, il loro ruolo, nei fatti, è configurato come frode e riciclaggio. Quindi perseguibili per Legge.

Oltre alle finte offerte di lavoro spesso il reclutamento avviene tramite i social media. E’ facile imbattersi in post che cercano nuove assunzioni per intermediari finanziari e addetti al trasferimento di denaro. Sono molto generici e senza informazioni di alcun genere sull’azienda che assume. Poiché il meccanismo è diventato sempre più sofisticato sono stati scoperti finanche annunci con nomi di vere aziende o siti web similari ai portali di lavoro più conosciuti.

Un’altra stranezza che dovrebbe far drizzare le antenne è che, spesso, questi annunci sono scritti in un italiano scorretto senza specificare mansioni e requisiti ai fini dell’assunzione. I destinatari sono studenti, persone che desiderano arrotondare il magro salario, disoccupati, stranieri di età non superiore ai 35  anni. Si tratta di soggetti particolarmente fragili, che facilmente cedono alle lusinghe di guadagni facili e veloci.

Diversi istituti di credito hanno messo in guardia i loro clienti segnalando la forte ripresa, con l’inizio dell’anno, delle attività di Money Muling. Hanno diffuso una serie di suggerimenti, tra cui: mai abboccare a chi invita a ricevere denaro per poi trasferirlo su un altro conto, quasi sicuramente si tratta di riciclaggio; stare in campana quando si ricevono email o messaggi sui social media che promettono soldi facili; per le offerte di lavoro fasulle, verificare il contatto: indirizzo, telefono, mail e sito web.

La verifica dell’esistenza dell’azienda che propone l’offerta di lavoro è un passaggio ulteriore per capire se sia registrata o meno. C’è da segnalare, tuttavia, che i truffatori ne sanno una più del diavolo. Spesso, infatti, le offerte di lavoro arrivando dall’estero, rendono più complicato verificare la loro legittimità.

Ognuno di noi dovrebbe sempre ricordarsi che Enti ed Istituzioni non fanno mai verifiche online, com’è purtroppo capitato negli ultimi mesi con la truffa “svuota conto” tramite sms o con false comunicazioni Inps.

Oltre a queste giuste accortezze e richiami sarebbe utile da parte delle Istituzioni una diffusione capillare di una cultura finanziaria e informatica, in modo che i cittadini possano acquisire più consapevolezza e conoscenza di strumenti per non cadere in truffe e frodi. Ma per i nostri politici vige il motto: “non disturbare il manovratore!“.                                                      

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