Per certi uomini di diversa cultura religiosa una donna non può rescindere dal matrimonio, nemmeno se l’unione diventa un incubo. Spesso questa convinzione ha portato a violenze insopportabili che sono culminate con la morte della moglie anche davanti ai figli. A Castelnuovo Magra il femminicidio si sarebbe consumato per motivi analoghi.
Castelnuovo Magra – Il copione è sempre lo stesso: lei lo aveva lasciato, lui non voleva sentire ragioni. Poi l’appuntamento nella casa dove avevano vissuto insieme per riprendersi il bambino che aveva trascorso la giornata con il padre. I due hanno iniziato a litigare e al culmine del diverbio l’ex compagno l’ha colpita diverse volte con un coltello da cucina.
Lei stramazzava sul pavimento del salotto in un lago di sangue mentre un’amica della vittima ed il figlioletto si barricavano in bagno per paura di essere uccisi. L’ennesimo femminicidio si è consumato il 12 giugno scorso, in via Baccanella, a Castelnuovo di Magra, in provincia di La Spezia.
A cadere sotto i fendenti del presunto assassino Alessandra Piga, 25 anni, originaria di Maracalagonis, in provincia di Cagliari, mamma di un bambino di 2 anni. La donna aveva conosciuto anni fa Yassine Erroum, 31 anni, marocchino, operaio, con il quale aveva intrecciato una relazione sentimentale dalla quale era nato un figlio.
Fra i due, però, le cose si mettevano male e Alessandra, forse per l’eccessiva gelosia di lui, aveva deciso di troncare quel rapporto divenuto un incubo. Dopo il trasferimento nella villetta di via Baccanella la donna chiedeva la separazione e si trasferiva altrove portando con sé il bambino. Erroum non aveva preso bene la decisione della compagna che, però, sembrava irremovibile.
Pare che la coppia litigasse spesso forse per problemi legati all’affido del figlioletto. La donna, come sembra, si sarebbe recata in casa dell’uomo per riprendere il bimbo che aveva trascorso la mattinata ed il pomeriggio con il padre.
Alessandra Piga si era fatta accompagnare da due amiche una delle quali decideva di seguirla sino a dentro casa, forse ben conoscendo il carattere dell’ex marito. Dopo i convenevoli fra i due scoppiava un violento alterco. L’uomo, al culmine della lite, brandiva un coltello da cucina con il quale colpiva la donna al collo, al torace e all’addome sino a vederla accasciarsi sul pavimento ormai cadavere.
L’amica di Alessandra afferrava il bambino e fuggiva di corsa in bagno dove si barricava gridando aiuto. L’altra amica sentendo le grida provenire dall’interno della villetta e intuendo che cosa stesse accadendo avvisava i carabinieri che giungevano sul posto in pochi istanti. I militari appena arrivati in via Baccanella tentavano di entrare nella villetta ma l’uscio era chiuso dall’interno e non si apriva.
Dentro c’è ancora Yassine Erroum armato di coltello e la donna con il bambino chiusi in bagno. I carabinieri avvisavano i vigili del Fuoco che giungevano immediatamente dalla vicina caserma. I pompieri rompevano la serratura mentre i militari irrompevano nella villetta. I carabinieri tentavano di bloccare il marocchino ma l’operaio, ormai in preda alla rabbia più sfrenata, feriva tre militari di cui uno in maniera più seria.
Alla fine della colluttazione il presunto assassino veniva arrestato mentre ai soccorritori del 118 non rimaneva altro che constatare la morte della povera Alessandra e prestare assistenza alle due amiche della vittima in preda alla disperazione.
Il Pm Alessandra Conforti, insieme ai militari della Compagnia di Sarzana, stanno ricostruendo l’accaduto nonostante siano in pochi i vicini di casa che conoscevano la coppia atteso che Alessandra e Yassine erano rimasti solo pochi mesi insieme prima di separarsi.
Il movente più accreditato pare che sia quello dell’eccessiva gelosia dell’operaio e di quella maledetta convinzione che la donna debba obbedire a certe regole, anche religiose, che per alcuni uomini di cultura maghrebina sono imprescindibili. A Marcalagonis il sindaco Francesca Fadda ha deliberato il lutto cittadino:
”…Oggi per il nostro paese è il giorno del dolore, ma anche della rabbia – ha detto la prima cittadina – perché Alessandra non c’è più, uccisa quando aveva tutta la vita davanti e il suo bambino da crescere. Alessandra è una nostra sorella, un’altra nostra sorella uccisa da chi l’aveva sposata. È troppo da sopportare. Oggi è il giorno del dolore, ma non del silenzio. Questo come sindaca, come donna non posso chiudere gli occhi di fronte a questa tragedia immane…”.