E ne risentono il pianeta e le nazioni più svantaggiate dove le popolazioni muoiono di fame e siccità. Insomma sprecando le risorse alimentari si spreca il pianeta con tutto ciò che di nefasto ne consegue. La tutela dell’ambiente è un problema grave che va affrontato sul serio e non come argomento di sterili convegni e campagne elettorali.
Roma – Non c’è giorno in cui non vengono pubblicati report sullo stato dell’economia o dell’ambiente. Ma pare che le istituzioni preposte alla soluzione dei gravi problemi siano sorde alle grida di dolore che provengono da più parti.
Sappiamo tutti che la priorità è la pandemia ma rimane fondamentale la consapevolezza di sapere che cosa fare dopo questo anno catastrofico. Una delle questioni principali è lo spreco alimentare, che è fortemente connesso con l’equilibrio della biodiversità, non una cosa da poco.
A tal proposito Il 5 febbraio scorso si è tenuta su piattaforma digitale, a Palazzo Cisterna di Torino, l’ottava Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare.
Il tema principale è stato “Stop food waste. One health, one planet” (Basta con lo spreco alimentare. Una sola salute, un solo pianeta) a cura della campagna SprecoZero di Last Minute Market in sinergia col Ministero dell’Ambiente e col patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del World Food Programme Italia, dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e della rete di Comuni Sprecozero.net.
L’attenzione si è incentrata sul decennio appena iniziato con gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030. E’ stato studiato uno strumento di riferimento per il monitoraggio dello spreco alimentare in Italia con l’Osservatorio Waste Watcher che diventa una realtà a livello internazionale di respiro globale.
Esso è nato con l’intento di rilevare lo spreco alimentare domestico con monitoraggi annuali, valutando anche le abitudini degli italiani in rapporto alla gestione e fruizione del cibo.
Secondo Andrea Segré, fondatore di Last Minute Market e promotore della Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare, i numeri sono sconcertanti: “…Quello domestico incide per il 50% circa dello spreco complessivo del cibo sul pianeta…”.
Nel 2020 sono state buttate via 1.661.107 tonnellate di cibo in casa e 3.624.973 tonnellate se si considerano le perdite e gli sprechi di filiera (dati Waste Watchers International).
Last Minute Market da 10 anni sensibilizza cittadini, istituzioni, scuole e stakeholders (parti interessate) attraverso la campagna Spreco Zero. E’ una società spinoff (società che nasce da una scissione) accreditata dell’Università di Bologna trasformatasi, col tempo, in Impresa Sociale.
La sua mission è l’integrazione della Responsabilità Sociale dei partecipanti. L’obiettivo è la stesura di un Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare perché la questione non è solo il cibo buttato nella spazzatura, ma anche l’impatto sulla biodiversità.
Si sprecano, infatti, fino a 1226 milioni di metri cubi di acqua, pari a quella consumata ogni anno da 19 milioni di cittadini e circa 24,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica, pari al 20% delle emissioni di gas serra nel settore trasporti.
Inoltre, si butta anche il 36% dell’azoto da fertilizzanti utilizzati, con tutto l’impatto ed il costo ambientale che ne deriva.
Quest’ultimo aspetto deriva sia da quanto, sia da che cosa sprechiamo, perché l’azione di ogni alimento sull’ambiente dipende dalla sua filiera di produzione.
Quindi stiamo attenti prima come individui e poi come collettività, perché ogni nostra azione determina effetti su quella di tutti e delle altre specie viventi. Ce la faremo? A saperlo.