Morte a domicilio: tutto l’occorrente sul web

È tornato alla ribalta della cronaca nera il tema dell’istigazione al suicidio, specie per quanto riguarda le ricerche sul web di nitrito di sodio ed altre sostanze simili. A farne le spese sono, come sempre, i più fragili. In questo caso i giovani, appartenenti da una generazione che guarda al futuro con estremo timore e incertezza.

Roma – I genitori di Fabio Gianfreda, uno dei ragazzi suicidatosi a 19 anni seguendo le istruzioni trovate in rete, hanno lanciato un appello per una raccolta firme sul sito change.org, la piattaforma online gratuita di campagne sociali, avente sede a San Francisco, Usa, nel cuore della Silicon Valley. Nell’appello si invita il Ministro della Salute Roberto Speranza a vietare la libera vendita del nitrito di sodio, sia nei negozi che online, e ad imporre sanzioni per i venditori che non rispettano questa norma.

Fabio Gianfreda

E pensare che quella data dalla sostanza viene spacciata per dolce morte. In realtà questo composto provoca una morte atroce a chi lo ingerisce, molto simile all’annegamento. I casi sono in continua crescita, sia a livello nazionale che globale, tanto che gli inquirenti hanno sequestrato un canale Telegram, che offriva consigli su come meglio assumere questa sostanza agli aspiranti suicidi. Come se non bastasse era stato reso operativo persino un sito internet. Sembra che questa community virtuale ospitasse oltre 17 mila iscritti in tutto il mondo.

Moltissimi aspiranti suicidi sono giovani e gli italiani collegati al sito sono numerosi. Registrarsi al sito era molto semplice, bastava iscriversi alla piattaforma sanctioned-suicide, “suicidio autorizzato” e immediatamente si ricevevano le indicazioni richieste. Venivano date informazioni su come ingerire la sostanza, acquistabile con estrema facilità. Quello che veniva nascosto è la maniera in cui si muore, ossia con l’inibizione del trasporto di ossigeno ai tessuti. Il portale forniva indicazioni addirittura sulla dieta da seguire per evitare il rigetto della sostanza che ne avrebbe vanificato l’effetto letale.

Matteo Cecconi, altra giovanissima vittima del nitrito di sodio

Si resta esterrefatti nell’apprendere la facilità di accesso a questo tipo di sostanze. Il nitrito di sodio è molto semplice da reperire sul mercato, perché economico. È richiesto anche per il suo aspetto incolore, inodore ed insapore. Non lascia scampo perché gli eventuali soccorritori sono poco addestrati nel riconoscere i sintomi e possono scambiare l’avvelenamento per un malore. Secondo la medicina ufficiale, esiste solo un antidoto, il blu di metilene, che riesce a contrastarne l’azione velenosa. Ma deve essere somministrato poco dopo l’assunzione della sostanza letale.

Indubbiamente può essere fatto molto in tema di repressione nella vendita di queste sostanze. Soprattutto deve essere accessibile a chi ha le competenze professionali e intende utilizzarla per fini leciti. E non permettere che il web diventi un mercato a cielo aperto dove si trova di tutto e di più, in cui le prime vittime sono le persone più fragili. La giovane età di chi ha scelto gesti così estremi come il suicidio, invita a una profonda riflessione sul mondo degli adulti.

Teresa Sunna, morta a 28 anni in seguito all’assunzione della sostanza velenosa

È chiaro che il periodo che stiamo vivendo è molto complicato e scoraggiante. La pandemia, il lockdown, la conseguente crisi sanitaria, sociale ed economica e, per ultimo, la guerra hanno lasciato segni indelebili in ognuno di noi. A patirne di più sono stati i ragazzi, che con la didattica a distanza si sono visti negare la socialità e il rapporto interpersonale in una fase fondamentale della loro crescita. Però diamine, che tipo di comunicazione c’è tra genitori e figli? E tra questi ultimi e la comunità territoriale? Che si sa delle loro fragilità e delle loro aspirazioni? Spesso nulla: deserto totale.

Ci sono delle immagini ricorrenti che riescono a spiegare più di qualunque analisi. Padre, madre e figlio in un locale a cena. Gruppo di ragazzi in un pub. Ebbene, la maggior parte del tempo lo passeranno con quegli infernali dispositivi che sono gli smartphone, intenti a smanettare, messaggiarsi e farsi i soliti selfie. Parlarsi tra di loro, guardarsi negli occhi? Il dialogo? Macché: è roba da primitivi!

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