Occorrerebbero incentivi statali “veri” per spingere il mercato delle auto ibride e delle elettriche pure. Invece questa tipologia di mezzi costa cara, non è affidabile e l’autonomia rimane limitata. La costruzione e lo smaltimento di queste auto comporta un impatto ambientale sostenuto specie per quanto attiene le batterie. A un iniziale incremento delle vendite c’è stata una flessione marcata.
Roma – La mobilità sostenibile negli ultimi tempi ha assunto un ruolo di primaria importanza nell’agenda politica delle Istituzioni europee. L’inquinamento atmosferico di biossido di carbonio ha raggiunto livelli altissimi e pericolosi per la salute delle popolazioni e la mobilità sostenibile è la risposta che viene data per porvi rimedio, se sarà possibile. In pratica si tratta di mobilità elettrica, intendendo i veicoli e le infrastrutture collegate che adoperano l’energia elettrica, quale principale fonte di propulsione al posto dei tradizionali oli e combustibili fossili.
Questo tipo di mobilità sta prendendo piede anche nel nostro Paese. Tuttavia nel panorama automotive le vendite non sono affatto paragonabili a quelle registrate nel resto d’Europa, soprattutto nei Paesi nordici.
Però sta facendo capolino un interesse crescente di automobilisti italiani interessati all’elettrico ed all’ibrido. Questa tendenza è emersa dall’Osservatorio E-Mobility 2021 a cura di Nomisma (società di consulenza strategica ed aziendale), presentato nel novembre scorso in occasione del convegno nazionale: Circular Mobility – Il ciclo della mobilità sostenibile tra pubblico e privato.
L’Osservatorio, sorto nel 2018, ha il compito di monitorare in modo continuativo la mobilità smart, sostenibile ed elettrica per promuovere la sensibilizzazione sul tema e favorire politiche a sostegno di queste pratiche.
I dati raccolti, relativi ai primi cinque mesi del 2021, hanno evidenziato che gli italiani hanno mostrato una maggiore cura nella scelta dei veicoli da acquistare. Infatti, nel periodo in esame, sono state immatricolate 234 mila auto ibride, pari a 50% in più rispetto al 2019 e 23.300 auto elettriche. Le ragioni principali che spingono all’acquisto sono, ovviamente, di natura economica.
Tra queste: la possibilità di accedere alle zone a traffico limitato (ZTL) senza limitazioni di alcun tipo; l’esenzione del pagamento del bollo; il parcheggio gratuito ed il consumo chilometrico. Un buon 40% ha ritenuto, invece, che l’acquisto elettrico è scaturito da ragioni di sostenibilità ecologica.
Al contrario tra i motivi che ostacolano la diffusione di questo tipo di veicoli, emergono il costo ritenuto ancora troppo alto e l’autonomia limitata rispetto ai veicoli con motore a combustione interna.
Queste perplessità dovrebbero esaurirsi in un tempo breve, con la costruzione di modelli capaci di percorrere centinaia di chilometri, favorendo la diffusione di massa di auto full electric.
Sono cambiate anche le modalità di acquisto dei veicoli. Infatti sta crescendo la modalità d’acquisto a noleggio, che ha raggiunto un 15% del mercato e che è destinata a crescere notevolmente nei prossimi anni.
L’Osservatorio E-Mobility 2021 ha dedicato ampio spazio anche alle aziende, soprattutto quelle meccaniche, e sulle loro scelte negli ultimi tempi. Anche in questo caso l’auto elettrica seduce con sempre maggiore interesse. In particolare tra le aziende dotate di un parco auto, il 14% possiede una vettura elettrica o ibrida, mentre la stessa percentuale ha dichiarato che ne entrerà in possesso nei mesi successivi.
Come cittadini, diamo il nostro plauso ad iniziative che possano essere utili a ridurre lo smog che ci attanaglia nelle nostre città e, di conseguenza, migliorare lo stato di salute dei suoi abitanti. Tuttavia, sono necessari un severo controllo e monitoraggio sul flusso di finanziamenti pubblici che saranno stanziati per favorirne lo sviluppo. Un’altra “Fiat” che prende i soldi, fa profitti, inquina e poi fugge all’estero, proprio no. Una basta e avanza,