Utile la possibilità di sapere se fra i candidati a cariche istituzionali si nascondono collusi e conniventi impresentabili ma forse la norma doveva essere più stringente e applicata d’ufficio e non a richiesta. Si parla delle dimissioni di Tabacci per via dell’assunzione chiacchierata del figlio ma dove sta la novità? Sono decenni che nel Pd si inseguono gli interessi di “famiglia” dunque non c’è nulla di cui meravigliarsi.
Roma – Approvata dalla Commissione Parlamentare antimafia una importante modifica al codice di autoregolamentazione sul controllo delle liste elettorali. Il testo introduce la possibilità di sapere se tra i candidati dei partiti alle cariche istituzionali di presidente della regione e sindaco ci sono persone impresentabili.
I controlli saranno effettuati da parte della Commissione antimafia che, attraverso un procedimento facoltativo, che può essere richiesto, esaminerà le liste provvisorie onde sostituire eventuali candidati ritenuti “a rischio”.
Nel frattempo, proprio quando tutto sembrava essere stato chiarito ed ogni polemica rientrata, a seguito delle questioni riaccese sull’assunzione del figlio di Bruno Tabacci, Simone, nell’industria Leonardo S.p.A, il sottosegretario si è dimesso, lasciando vagante la delega. La notizia, di qualche settimana fa, è poi esplosa laddove ci si aspettava e le dimissioni di Tabacci non si sono fatte attendere.
Matteo Salvini Bruno Tabacci
Leonardo è una holding industriale che opera direttamente o attraverso proprie controllate nell’Aerospazio e Difesa, che include i settori elicotteri, elettronica per la Difesa, Sicurezza e Aeronautica, Spazio e sistemi di Difesa e nei Trasporti.
Notevoli potevano essere le ripercussioni nel governo a causa delle proteste di Salvini, fatte direttamente al presidente Draghi. In tal modo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha rimesso, nelle mani del premier, la delega allo Spazio e all’Aerospazio.
Mario Draghi
Il Premier prendendo atto dell’irrevocabilità della decisione del sottosegretario Tabacci, a cui ha confermato la propria fiducia e stima, lo ha invitato a proseguire nel lavoro di delegato al coordinamento della politica economica ed alla programmazione degli investimenti pubblici di interesse nazionale, nonché di segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS).
La delega allo Spazio potrebbe andare anche ad un ministro senza portafoglio, in quanto è stata inserita un’apposita norma nel decreto sul Green pass, modificando la legge attuale che riserva la delega ad un sottosegretario. Tutto così può rientrare all’interno di un perimetro di maggiore manovra politica considerando l’intervento chirurgico sopravvenuto.
Chiaramente il caso “Leonardo” non riguarda esclusivamente l’assunzione del figlio di Bruno Tabacci da parte dell’amministratore delegato Alessandro Profumo, ma è solo l’ultima provocazione, in senso cronologico, di una lunga serie di episodi discutibili. Infatti non si è fatta attendere la richiesta di chiarimenti e proteste per l’uso “spregiudicato” che viene riservato da un’industria della sinistra ridotta a pezzi. Gli esponenti della Lega hanno fatto sentire tutto il loro disappunto a tal proposito:
“…Più che al mercato e alle sfide globali – afferma Paolo Ferrari, responsabile Dipartimento Difesa del Carroccio e capogruppo in Commissione Difesa – Leonardo è impegnata a trovare una poltrona per gente del Pd come Minniti (presidente della Fondazione Med-Or) e Violante (presidente della Fondazione Leonardo) o per l’ex portavoce di Di Maio, Rubei. Uno scandalo dopo l’altro, un impegno costante per accontentare gli appetiti della sinistra giallo-rossa. Per questi motivi Profumo si dovrebbe dimettere…”.
Roberto Paolo Ferrari Alessandro Profumo
Nonostante il giovane Tabacci, assunto attraverso una preselezione iniziata prima dell’incarico del padre, abbia più volte chiarito l’evoluzione della vicenda, la storiaccia continua senza esclusione di colpi:
“…Nello svolgimento delle mie funzioni presso l’industria Leonardo – ha risposto Simone Tabacci – naturalmente mi sarei astenuto dal partecipare a qualsiasi attività connessa alle materie concernenti la delega di Governo attribuita a mio padre e relativa allo Spazio e al Dipe”.
La remissione della delega sembra comunque avere eliminato ogni conflitto di interessi, ma non i dubbi e le perplessità sulle esclusive capacità di alcune personalità, della sinistra, ai quali vengono affidati ruoli importanti. L’amministratore delegato Alessandro Profumo docet.