Investimenti democratici? Macché. Mafia e corruzione sono in agguato

Il mercato finanziario, come non mai, riserva fluttuazioni da montagne russe. Le nuove tecnologie e metodologie di investimenti aiutano sino ad un certo punto chi intende sfidare i grandi patrimoni. Quando si tratta di soldi di democratico c’è ben poco. Oltre agli squali dell’alta finanza ci sono in agguato le mafie che, oggi più di ieri, sono fra i più famelici e spregiudicati giocatori di Borsa.

Davvero la finanza è diventata democratica? Il mondo economico è molto eterogeneo e aduso ad utilizzare un linguaggio molto colorito. Questa disciplina fatta di numeri, che studia i processi e le scelte di investimento e finanziamento, in linea generale si occupa degli strumenti per mezzo dei quali avvengono gli scambi di flussi di denaro tra individui, imprese e Stati.

Wall Street, il cuore finanziario degli Stati Uniti

Negli ultimi tempi si è assistito ad un certo sommovimento nel settore. Tant’è vero che gli analisti finanziari, addirittura, hanno parlato diRivoluzione d’Ottobre” del popolo degli investitori retail quelli, cioè, che effettuano operazioni di controvalore relativamente contenuto. Questa sorta di peones, si sono organizzati contro gli “squali della finanza” nel gennaio 2021, quando un gruppo di piccoli investitori ha sconfitto i grandi fondi speculativi di Wall Street.

Si è verificata, dunque, la rivincita del “parco buoi“, come vengono definiti i piccoli investitori nel gergo finanziario che sono riusciti a sovvertire la dittatura degli “elefanti“, ovvero dei grandi fondi. Da qui si è iniziato a parlare di democratizzazione della finanza: mettere a disposizione della gente comune gli strumenti finanziari, abbattendo le barriere d’ingresso tipiche del settore. Si tratta di un fenomeno in continua evoluzione e soggetto, quindi, a continui cambiamenti.

Per gli esperti del settore il FinTech, la tecnologia applicata alla finanza, è uno degli strumenti per democratizzare il processo economico, rendendolo più inclusivo con la digitalizzazione dei servizi. In questo modo si sono sviluppate infinite possibilità di sviluppo. Tra queste merita menzione il “social lending” (prestito sociale) come esempio di rivoluzione sociale, economica e tecnologica.

Si tratta del P2P peer to peer – un metodo alternativo di finanziamento basato su prestiti erogati direttamente tra le persone, senza intermediazioni. Un’interessante opportunità in grado di garantire una forte riduzione del rischio. Inoltre la novità rappresenta una possibilità per allentare povertà e disuguaglianze, con la tecnologia usata come strumento di inclusione sociale.

Tutto questo sviluppo è stato possibile grazie al boom delle piattaforme di trading online, che hanno offerto a tutti l’accesso al mercato finanziario, anche a coloro privi di educazione finanziaria. Inoltre i social network si sono affermati come veicoli di informazioni e scambio di opinioni, con impatti significativi sul mercato.

Il fenomeno si è talmente diffuso che la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), l’organo di vigilanza italiano sui mercati finanziari, ha espresso forti dubbi sull’affidabilità dei social e delle piattaforme online come fonti di informazione finanziaria. Innanzitutto è alto il rischio di produrre raccomandazioni di investimento, che violerebbero le norme per l’intermediazione finanziaria, rischiando di creare abusi di mercato.

Social lending: come funzionano i prestiti sociali

Per di più le piattaforme online potrebbero provocare un effetto gregge, attraverso il quale una massa di piccoli investitori privi di esperienza, copiando le strategie di quelli più esperti, si riverserebbero sullo stesso investimento.

Da ricordare il caso che ha sconvolto il mondo del trading online: uno studente di 20 anni dell’IllinoisUSA  si è suicidato perché pensava, a torto, di avere un debito di 730mila dollari per operazioni di trading sulla piattaforma “Robin Hood“, un’app californiana del settore. Questo fatto ha provocato aspre critiche alla società, colpevole di arricchirsi sull’inesperienza dei giovani investitori.

Le piattaforme di credito online sono sicure e affidabili?

Ma siamo sicuri che la democratizzazione finanziaria sia possibile? Se è vero che la preparazione e l’educazione di un settore ostico, come può essere quello dei soldi, è fondamentale perché una democrazia è tale se esiste consapevolezza dei cittadini, è altrettanto vero che dove girano montagne di denaro, prima o poi si avvertirà un forte odore di bruciato, di marcio, di corruzione e mafia.   

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