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Il vero quesito referendario: andrai a votare?

Il voto di oggi farà chiarezza sulla consistenza dei partiti e sul loro appeal elettorale. Di certo ricorderemo l’imbarazzo per gli arresti di alcuni candidati e la lista dei 18 impresentabili divulgata dalla Commissione Nazionale Antimafia.

Roma – Election day al via. Questo è il giorno in cui si rinsalderanno o sgretoleranno alleanze e coalizioni. La decisione spetta ai cittadini elettori, i quali avranno occasione di determinare il prossimo futuro. È doveroso non perdere questa occasione. Ridurre l’astensione è il primo obiettivo, così come andare a votare per i referendum sulla giustizia. Insomma ci vogliono impegno sociale e partecipazione da parte di tutti gli italiani aventi diritto.

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Al di là della propensione di ognuno è fondamentale fare una scelta convinta. Certamente non gioverà a nessuno snobbare il voto referendario, anche se potrebbe ascriversi alla vittoria dei No. Sarebbe un grosso errore sperare nell’indifferenza dei cittadini e considerarlo un successo di coloro che sono contrari all’abrogazione delle norme in oggetto.

Se si punta a questo non ci potrà mai essere riscatto sociale. Solo un totale asservimento ad un sistema valoriale da rifondare. È necessario esprimere il proprio consenso o dissenso. Operare una scelta dentro le urne per non disertare i diritti e doveri costituzionalmente garantiti.

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Comunque vada nei comuni dove si vota un sindaco ci sarà, i consiglieri eletti pure. Ma per quanto riguarda i referendum l’occasione si perderebbe definitivamente se non si raggiungesse il quorum. L’invito è quello di avere maggiore interesse e sensibilità. La vera battaglia politica si combatte sul voto popolare. Ed è un’autentica battaglia di libertà.

Si potrebbe obiettare che l’astensione è comunque una libera scelta. In una certa misura è vero, ma è vero anche che tale posizione sa tanto di ipocrisia e disimpegno. Quando non diventa una rinuncia bella e buona oltre che un’occasione mancata. Insomma fate vobis. Sul tavolo ci sono tematiche che coinvolgono tutti. L’importanza primaria non sta nel chi o che cosa si sceglie di votare, ma nello stesso atto del voto compiuto con coscienza. Lasciamo stare le indicazioni dei partiti, le sollecitazioni e le suggestioni dell’ultimo leader che scrive sui social. È il momento di dimostrare la nostra libertà andando alle urne. Decidere se essere gregge o capitani di noi stessi.

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Superare il 50% dei votanti è di fondamentale importanza. Occorre essere tra quelli che hanno contribuito al raggiungimento della soglia di legittimità. Scegliere tra il o il No è il primo passo per affermare soprattutto che ognuno di noi conta. Dimostriamo che noi ci siamo e basta, senza farci influenzare dai sondaggi e dalle statistiche. Un passo alla volta.

Altro fatto rilevante è che il voto del referendum è sottratto alle influenze dirette delle mafie, perché non hanno interesse a spendersi per l’uno o l’altro quesito. Certamente avranno preferenze ma non si imbarcheranno certo in crociate referendarie. Altro motivo per dimostrare di avere un alto senso civico. Una caratura morale che manca alle organizzazioni criminali, che tentano sempre di inserirsi tra le debolezze umane e le smagliature sociali per assorbire linfa vitale. A noi la scelta.

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