DA CAPONNETTO A CHINNICI: L’EDUCAZIONE DEI PIU’ GIOVANI ALLA LEGALITA’

Storia e sviluppi dell’iniziativa rivolta ai più giovani di un Parlamento della Legalità

Il Parlamento della Legalità, che nel logo propone l’immagine di un tempio greco, da piccolo movimento di scuola e di quartiere, fondato e coordinato inizialmente come “Centro Studi Parlamento della Legalità” da Nicolò Mannino che ne è l’ideatore, risorge in maniera più sostanziosa dopo anni d’intensa attività culturale antimafia, iniziata addirittura prima delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Man mano l’istituzione è cresciuta a livello regionale e poi ha assunto dimensioni nazionali e internazionali.

Il 18 marzo del 1989, nell’aula magna dell’I.T.C. “Marco Polo” di Palermo, Paolo Borsellino e Nicolò Mannino incontrarono i giovani per riflettere sul tema “Una Coscienza più forte, per una scuola più unita, oltre il fenomeno mafioso”.

Tra i due nasce una collaborazione, al punto che nel 1991 Paolo Borsellino, nella sala consiliare del comune di San Cipirello, presenta il libro di Nicolò, dal titolo “Se potessi scriverei un silenzio”: una raccolta di lettere e testimonianze che inneggiano alla vita.

Dopo le stragi di Capaci (23 maggio 1992) e via D’Amelio (19 luglio 1992), uomini come il giudice Antonino Caponnetto, insieme a Nicolò Mannino e pochi altri, girano l’Italia in lungo e in largo affermando che “Non è tutto finito”. Nasce così, in via di sperimentazione, il progetto formativo culturale Parlamento della Legalità, con l’obiettivo di:

Potenziare le qualità naturali dei giovani al fine di divenire artefici e protagonisti di un mondo nuovo, impegnandosi nel presente per rendere a colori la vita di chi vive nell’abbandono e nella solitudine – Il tutto partendo da una scuola palestra di vita”.

 Il giudice Antonino Caponnetto, coordinatore del pool antimafia di Palermo, che succede al suo fondatore Rocco Chinnici, accetta di divenire presidente onorario di questo movimento culturale, interconfessionale e interreligioso, che trova le sue radici nella “sete” di verità e giustizia e si propone di:

“dialogare principalmente con il mondo della scuola e con la società civile affinché chiunque, a partire dal proprio talento naturale (letterario, artistico, musicale, sportivo, o quant’altro) si metta in gioco per cooperare allo sviluppo del territorio e insieme divenire artefici e protagonisti di un presente a colori”.

Sono state coinvolte alla presidenza onoraria del Parlamento della Legalità le massime cariche dello Stato: presidenti della Camera e del Senato, oltre che magistrati, generali, comandanti, sindaci, e la loro partecipazione agli eventi ha segnato un graduale e incisivo sviluppo nella cultura della legalità. Ogni anno, il 9 maggio, a Monreale, dove ha sede il Parlamento della Legalità, si celebra un incontro nazionale, ricordando la condanna che Papa Giovanni Paolo II proclamò contro la mafia dalla valle dei templi di Agrigento (9 maggio 1983) e, nel mese di ottobre, a Montecitorio, s’inaugura l’anno accademico con un convegno nazionale delle ambasciate d’Italia.

L’obiettivo di “Varcare la soglia della speranza”, espressione tanto cara a Papa Giovanni Paolo II, ha guidato il Parlamento della Legalità nell’organizzazione, sul territorio nazionale, si diverse “ambasciate”: gruppi di lavoro degli studenti, i quali scelgono come tema e titolo un valore e mettono in atto iniziative di promozione e diffusione del messaggio positivo che il valore indicato trasmette. Si tratta di valori che vanno dalla Legalità, alla Libertà, alla Pace, alla Fratellanza, all’Accoglienza; dalla Riconciliazione, al Dialogo, alla Partecipazione, alla Cultura, alla Creatività; dall’Impegno, al Dono, al Sorriso, al Cuore, alla Tenerezza, alle Emozioni, alla Speranza; ed ancora, l’ambasciata dei Colori, del “fresco profumo di libertà”, del Mediterraneo e del Tricolore.

Tutti nomi, simboli e valori che si collocano in specifici contesti e territori: dall’esercito, ai comuni; dalle scuole, agli ospedali, ai centri culturali; da Ventimiglia, a Verona, Monza, Roma, Napoli, Foggia, Messina, Catania, Palermo e perfino al Cairo in Egitto. Promuovere e attivare un’ambasciata significa diventare araldi di un valore e attivarlo attraverso la testimonianza dell’azione, mediante iniziative e progetti che rendono gli studenti protagonisti attivi dell’imparare-facendo, e quindi interiorizzare quei valori così da personalizzarli e farli connotativi della propria formazione umana e sociale.

La coerenza e lo zelo nel portare avanti gli obiettivi e le finalità del movimento s’intrecciano all’entusiasmo e all’ottimismo nel proporre un messaggio di vita, arrivando al cuore di ogni uomo, a qualunque fede o partito appartenga, e incoraggiando i delusi a mettersi in gioco per un presente a colori e per avere lo sguardo rivolto ai valori per i quali vale la pena vivere.
Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, ha assunto l’incarico di guida spirituale del movimento e Caterina Chinnici, figlia del fondatore del pool antimafia Rocco Chinnici, ha accettato di esserne la “Madrina” e di condividere questo cammino culturale, che traccia un iter formativo per un presente ricco di solidarietà e di amicizia tra i popoli.
Il monito del Papa: Andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società, perché non ci sia più quella puzza di corruzione”, è una regola e una guida sicura per conseguire l’ideale di pace e di giustizia.

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