C’è chi, in barba al mondo ultraveloce e iperconnesso, decide di mollare tutto e vivere a contatto con la natura. Succede anche questo nella società altamente tecnologica del XXI secolo.
Canberra – Questa è una storia che può essere considerata degna del famoso romanzo Robinsoe Crusoe, di Daniel Defoe, pubblicato nel 1719 e considerato il capostipite del moderno romanzo di avventura. Il protagonista si ritrova unico sopravvissuto ad un naufragio su un’isola deserta. Vi rimarrà per ventotto lunghi anni, dodici dei quali in assoluta solitudine. Ebbene una storia simile è capitata anche ai giorni nostri.
Un australiano, tale David Glasheen, ex milionario, ha visto andare in fumo le sue ricchezze durante la crisi economica che ha colpito la patria dei canguri e dei boomerang alla fine degli anni ’80 del secolo scorso. Qualche anno dopo il nostro protagonista è rimasto talmente estasiato da Restoration Island, al largo della costa Nord dell’Australia, da decidere di trasferirvisi.
Il signor Glasheen ha dichiarato che quando era ricco la sua principale caratteristica era l’avidità, mentre adesso la sua scala di valori è completamente cambiata. Prima di trasferirsi sull’isola e di cadere in disgrazia, era presidente di una società che estraeva oro in Papua Nuova Guinea. Nella valigia ha messo solo tre camicie, due paia di pantaloncini e costumi da bagno, una torcia, un paio di libri, un barattolo di peperoncino in polvere, un po’ di pasta e lo spazzolino da denti.
Le sopraggiunte condizioni di povertà lo hanno costretto ad allontanarsi dal logorio della vita moderna per vivere in isolamento e solo con beni di prima necessità. Oggi è provvisto finanche di Internet, alimentata con l’energia solare, e i suoi compagni sono un dingo e gli altri animali dell’isola. Da solo sì, ma non… isolato. Non ha perso il contatto col mondo che gli interessa. Raccoglie acqua piovana per bere, il suo fornitore di cibo è l’oceano, ricco di tutte le proteine di cui necessita.
Dalla sua storia ha ricavato un libro, “The Millionaire Castaway”, il naufrago milionario. Alla soglia degli 80 anni è consapevole che vivere da soli non è facile, ed è conscio di aver bisogno di sostegno. È persuaso, tuttavia, di non voler abbandonare l’isola dove vive in serenità e in libertà. Ha lanciato un appello per trovare un gruppo di persone che decida di vivere con lui sull’isola, per avere della compagnia.
Quest’anno ricorre il 25° anniversario del trasferimento sull’isola. Il Robinson Crusoe del romanzo gli fa un baffo, non c’è che dire! Gli acciacchi dell’età si fanno sentire, ma è convinto di restare sull’isola, che sente ormai come la sua dimora. È un fatto di cronaca che ha stupito molti lettori e dimostra che un cambiamento radicale è possibile se lo si desidera intimamente.
C’è solo da sperare che l’appello del novello Robinson venga raccolto da un gruppo ristretto di persone. Con tutti i danni prodotti dalle accozzaglie di individui, potrebbe essere a rischio l’equilibrio ecologico dell’isola. E poi, si sa, con troppa gente intorno tranquillità e libertà vanno a farsi benedire!