Il futuro nel borgo da vivere e rimettere in piedi

Quella dei borghi antichi in stato di abbandono è una specificità che nel Bel Paese raggiunge numeri consistenti. Ricchi di storia e cultura i nuclei urbani dimenticati potrebbero rivivere con iniziative di promozione che mirano ad attrarre giovani e meno giovani in grado di scommettersi con la ristrutturazione di immobili a basso costo e con la partecipazione alle spese. Funzionerà? E’ ancora presto per dirlo ma le premesse ci sono.

Se vieni in montagna, ti regaliamo la casa. Negli ultimi tempi si sono moltiplicate le offerte di case in montagna offerte anche al prezzo simbolico di 1 euro e con altri incentivi per chi sceglie di risiedervi. La proposta, nata per pubblicizzare borghi antichi e paesi “fantasma” ormai disabitati, è cosa vecchia ma è stata riproposta come novità nei giorni scorsi.

Ad esempio la Regione Piemonte ha istituito un bando ad hoc per agevolare chiunque prenda la decisione di trasferirsi in uno dei tanti borghi montanari delle Alpi piemontesi.

Lo scopo dell’iniziativa tende non solo alla ripopolazione di aree dimenticate da Dio e dagli uomini, ma alla loro rivitalizzazione affinché possano trasformarsi in poli di aggregazione anche turistica. Il bando è rivolto a chiunque voglia acquistare o ristrutturare una casa in zone con meno di 5mila abitanti.

Bisognerà fissare in loco la residenza stabile per almeno dieci anni. Il bando riguarda 465 comuni montani e gli incentivi variano da 10mila a 40mila euro. I fondi totali stanziati sono di 20milioni di euro, davvero pochi per un’iniziativa del genere. Comunque ne possono usufruire i nati dal 1955 in avanti ma saranno incentivati soprattutto i giovani, in quanto avranno un punteggio più elevato nella graduatoria finale.

Altre agevolazioni saranno offerte a chi ha un Isee, Indicatore della situazione economica equivalente, uguale o inferiore a 20mila euro oppure intende lavorare nel borgo montano, anche in smart working almeno al 50%.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio ha dichiarato con grande entusiasmo: “….La montagna non deve essere considerata inaccessibile, ma come possibilità di sviluppo economico per la natura, l’enogastronomia e tutto ciò di che meraviglioso sa offrire...”.

Alberto Cirio

In un momento storico in cui la congestione urbana è causa di inquinamento, di stress e, secondo alcune ricerche, avrebbe anche favorito la diffusione dell’infido nemico con cui abbiamo a che fare da quasi due anni, investire in uno stile di vita più naturale, potrebbe, alla lunga, rilevarsi proficuo per il futuro. Speculazioni da parte della commistione pubblico-privato permettendo.

Nel nostro Paese è facile che si diffondano, per spirito emulativo, le iniziative. Così, in una sorta di campionato delle offerte più favorevoli, ne stanno piovendo ad iosa. Una di queste è del comune di Pignone in provincia di La Spezia, a 30 minuti dal mare, immerso nel verde e nella quiete della Val di Vara. L’offerta riguarda case in vendita ad 1 euro.

Le richieste sono state numerose, persino dal Sud America. Lo scopo è la salvaguardia del centro storico dai crolli e dal degrado, in un momento in cui gran parte del patrimonio urbano del comune è a rischio, causa abbandono e incuria. Il progetto va avanti in maniera spedita. Si potranno contattare personalmente i proprietari e chi acquisterà un immobile avrà tre anni di tempo per la ristrutturazione.

Comune di Pignone

Il progetto prevede che gli acquirenti versino una cauzione di 5mila euro per lavori con un importo fino a 50mila euro e di 10mila euro per quelli con un importo superiore. L’ente rilascerà la cauzione a lavori conclusi. Questi sono due esempi di vendita di immobili a prezzi simbolici per la ripopolazione di nuclei urbani abbandonati.

A dimostrazione del tentativo di mettere in moto un processo virtuoso che possa dare una svolta significativa allo sviluppo sociale ed economico di zone altrimenti abbandonate. E’ auspicabile, al contempo, un intervento da parte delle istituzioni centrali per quanto riguarda gli investimenti nelle infrastrutture digitali e nei trasporti.

Altrimenti i progetti per la ripopolazione dei borghi, che ricordiamo, rappresentano una specificità tipicamente italiana, rimarranno solo sulla carta. Restiamo in fiduciosa attesa che qualcosa si muova.                                                                                   

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