BRESCIA – RIDATECI CASA NOSTRA: DANNI, MINACCE E SOPRUSI DAL BALORDO DIVENTATO PADRONE

I due sfortunati giovani ripongono ancora tanta fiducia nella giustizia e su coloro i quali dovrebbero schierarsi dalla loro parte per difenderli da un balordo che li ha letteralmente privati della loro casa acquistata a costo di sacrifici e rinunce.

Brescia – L’Italia ormai è terra di nessuno. E non è un Paese per onesti o forse sarebbe più corretto dire che viviamo in una terra di abusivi, delinquenti, malfattori e approfittatori, in una nazione dimenticata da Dio e dalle istituzioni, dove a farne le spese sono ancora una volta i cittadini per bene.

Ha dell’incredibile quanto accaduto ad una giovane coppia di Brescia, una vicenda surreale, indegna, vergognosa, resa ancor più assurda dal comportamento assunto da chi dovrebbe correre in nostra difesa.

Due ragazzi, Silvia e Paolo, onesti e lavoratori, progettavano una vita insieme per poi decidere di acquistare una casa, una villetta bifamiliare in un quartiere tranquillo della città. Ed è stato l’inizio di un incubo.

Nel 2018 i due ragazzi decidono di affittare una stanza al primo piano del loro immobile. L’idea della coppia era quella di abitare in principio nell’appartamento al piano terra e successivamente, magari dopo l’arrivo di un figlio, unificare le due unità immobiliari.

Silvia e Paolo

All’annuncio risponde un tizio, ex ferroviere licenziato di 40 anni a cui viene data in affitto la stanza per 11 mesi. L’uomo paga soltanto due mensilità e alla scadenza del contratto lascia libero l’appartamento, senza onorare gli insoluti.

A questo punto i due ragazzi occupano anche il primo piano ormai libero, mentre il pianterreno è in ristrutturazione.

Dopo circa una settimana l’ex inquilino ricompare, comportandosi letteralmente da padrone: rientra in casa e cambia tutte le serrature del primo piano precludendone l’accesso ai proprietari.

Silvia e Paolo si vedono letteralmente derubare non solo della propria casa ma anche degli effetti personali, soldi, mobili, masserizie ed elettrodomestici già trasferiti nell’area “sequestrata”.

I ragazzi segnalano immediatamente il fattaccio ma le prime denunce pare cadano nel vuoto. Nessuno interviene almeno per tentare di risolvere il disagio dei due aventi diritto. Insomma non si muove foglia nonostante la carta bollata.

Paolo e Silvia davanti alla loro casa occupata da un abusivo

Non solo: l’abusivo, successivamente, prende possesso dell’intera abitazione e proibisce ai proprietari anche solo di avvicinarsi alla casa: la loro casa.

L’uomo blocca tutte le serrature e passa addirittura alle minacce, arrivando a brandire un’ascia dal balcone inveendo contro i due ragazzi fuori da casa loro. Dopo aver sfondato l’ingresso del pianterreno a martellate, l’uomo è ormai l’unico vero, incontrastato proprietario dell’edificio e guai a chi si avvicina. Sono invettive e minacce di morte. Mentre i due giovani attendono invano l’intervento delle forze dell’ordine. 

La porta sfondata a martellate

L’abusivo ha addirittura rintracciato e minacciato i parenti dei due fidanzati e quando ha scoperto che alcuni di loro lavorano in un ospedale della città è arrivato al punto di appiccare il fuoco nel cortile della struttura per dimostrare, forse, che gli avrebbe potuto fare di peggio. Molto peggio.

Nel frattempo, completamente indisturbato, il teppista vandalizzava il giardino, trasformandolo in una discarica. Poi ha distrutto le videocamere di sorveglianza, imbrattato pareti, contatori e ogni altra cosa che gli veniva a tiro. Cosi solo per il gusto di farlo.

Poi l’epilogo: per lasciare definitivamente l’abitazione questo “signore” pretende che gli siano versati la bellezza di 30mila euro. Attenzione: “per lasciare la casa senza distruggerla”. Queste sarebbero le condizioni.

A nulla sono servite le continue, ripetute telefonate a polizia e carabinieri perché in Italia, diciamocelo francamente, l’onestà non paga.

Il balordo ha incatenato gli ingressi

L’occupante abusivo, di contro, gode di tutti i diritti previsti dalle legge come il reddito di Cittadinanza, lavoricchia in nero, rifiuta le offerte di lavoro vero che gli vengono proposte dagli assistenti sociali e rifiuta la casa popolare che il Comune di Brescia gli ha messo a disposizione. Mancherebbe soltanto l’assegno di invalidità come reduce di guerra per completare la raccolta dei bonus.

Da maggio 2019 sono decine le denunce presentate da Paolo e Silvia presso la Procura di Brescia per minacce, violazione di domicilio, danneggiamenti, tentata estorsione, violenza privata, occupazione abusiva, stalking e altro. Ma sino ad oggi la situazione è rimasta invariata. Lui dentro, i due giovani fuori. Nonostante la proprietà privata sia costituzionalmente garantita.

Nel gennaio del 2020 arriva la convalida di sfratto (ma quale sfratto poi se è un’occupazione abusiva?) che viene ovviamente ignorata dal pover’uomo sostenuto, come pare, anche dai suoi parenti.

Lasciati soli e ignorati da tutti, Paolo e Silvia aprono un profilo su Facebook “La casa fantasma: storia di come ci hanno rubato casa nostra”. L’unico modo per dare voce a chi non ce l’ha.

Il delinquente abusivo ha distrutto le serrature

Nei post è possibile ripercorrere la storia per intero, imbattendosi in fatti indecenti: che dire di Eni che stipula un contratto nullo con l’abusivo e si rifiuta di staccare le utenze? Si tratta della stessa Eni che non si fa scrupoli nel lasciare senza luce e gas intere famiglie in difficoltà ma che usa i guanti di velluto con certi individui pur sapendo di essere nel torto marcio.

I giovani si rivolgono ancora alle forze dell’ordine ma certe segnalazioni, avrebbero detto dall’altra parte del filo, si fanno al mattino e non di notte. Un altro operatore pare abbia risposto di poter mandare una pattuglia in zona ma col solo compito di generalizzare i presenti perché l’abusivo non si può cacciare di casa. E questo il balordo lo sa bene, e se ne approfitta.

Quando finalmente arriva la pattuglia un uomo si getta dal primo piano e fugge. Nessuno lo insegue ma ci si accorge che non è l’abusivo a darsela a gambe all’arrivo degli agenti ma un suo amico che qualche volta è ospite del balordo che si è impadronito di una casa lasciando per strada due brave persone.

Come fa un abusivo a stipulare un contratto con Eni?

Nel frattempo la giovane coppia è costretta a pagare un mutuo su un immobile di cui non hanno il possesso, pagano le tasse, l’immondizia e tutti gli oneri per un casa quasi distrutta da un vandalo impunito. Attualmente i due poveretti, non potendo far fronte ad ulteriori spese per un eventuale affitto, vivono separati presso i rispettivi parenti e la loro salute psicofisica ne ha risentito non poco.

Silvia e Paolo non chiedono molto: rivogliono soltanto la loro casa, che rappresentava il futuro che ancora vorrebbero condividere e che in questo disgraziato Paese gli è negato in favore di un delinquente che appare intoccabile. Ma sono soprattutto le istituzioni che dovrebbero correre in aiuto dei due bravi e onesti giovani che non sanno più a quale santo votarsi per risolvere la grave situazione.

Il giardino, ormai secco e incolto, trasformato in discarica dall’abusivo che gongola vedendo i due giovani disperati

Per quanto tempo ancora dovranno rinviare le nozze? Per quanto ancora dovranno maledire il giorno di aver comprato casa in un Paese che non tutela i cittadini per bene? Quanto ci vorrà ancora affinché Paolo e Silvia possano godere del frutto dei loro sacrifici? Tredici denunce non bastano per mettere davanti alle proprie responsabilità un balordo che sa bene come fare fesso lo Stato e i suoi dipendenti? 

Le due vittime della solita burocrazia, del gioco del rimpiattino e della giustizia lumaca hanno aperto una petizione su Change a cui hanno aderito migliaia di persone e a cui anche noi di Pop ci sentiamo di aderire:

https://www.change.org/p/procura-della-repubblica-presso-il-tribunale-di-brescia-liberate-la-casa-fantasma-e-date-protezione-ai-legittimi-proprietari-5c123f9d-9e61-47d8-b962-18dbc5f0a76b?recruiter=1175005782&recruited_by_id=a612a8b0-58f3-11eb-8f61-359faaf0b3e9&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=petition_dashboard

 

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