Diventano effettive le prime novità in materia di fatturazione elettronica, strumento su cui il governo pare stia puntando molto per ridurre l’evasione fiscale. Certo, stare dietro a tutti questi cambiamenti diventa sempre più difficile.
Roma – Fisco, nuovi doveri e scarsi diritti. Da oggi iniziano i nuovi obblighi di fatturazione elettronica per i forfettari che nel 2021 hanno conseguito ricavi superiori a 25 mila euro ragguagliati per anno. Per abituarsi alle nuove regole fiscali non scatteranno le sanzioni per tardiva fatturazione di operazioni “senza Iva” relative ai primi tre mesi. Pertanto, se la fattura elettronica sarà emessa oltre 12 giorni dall’effettuazione dell’operazione, ma entro il mese successivo, non ci saranno conseguenze.
In particolare con l’art. 18 del Pnrr 2 si estende l‘obbligo di fatturazione elettronica ai contribuenti in regime forfettario ed in regime di vantaggio alle associazioni sportive dilettantistiche che nel periodo precedente hanno conseguito proventi da attività commerciali per un importo non superiore a 65.000 euro, purché, sempre nell’anno precedente, abbiano conseguito compensi superiori a euro 25.000.
Sono invece esonerati da tale obbligo le cosiddette micro-partite Iva, ossia quelle che nel 2021 hanno percepito proventi ragguagliati ad anno non superiori a 25mila euro, per le quali la fatturazione elettronica scatta a partire dal 1° gennaio 2024. Sono esclusi anche coloro i quali hanno aperto la partita Iva nel 2022. In ogni caso i forfettari dal 1° luglio dovranno comunicare tramite Sdi le operazioni attive e passive con i soggetti non residenti.
Va anche considerato che da oggi scatta anche l’obbligo di fatturazione elettronica per gli scambi di beni con San Marino. Per effetto della modifica legislativa le operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato devono essere trasmessi telematicamente all’Agenzia delle Entrate.
Tranne in caso di operazioni documentate da bollette doganali, di operazioni documentate da emissione o ricezione di fatture elettroniche e di operazioni, purché di importo singolarmente non superiore ad euro cinquemila, relative ad acquisti di beni e servizi non rilevanti territorialmente ai fini Iva in Italia.
Infine, con l’ingresso del forfettario nella fattura elettronica, si avrà l’obbligo dell’imposta di bollo pari a 2 euro qualora il corrispettivo della fattura superi l’importo di 77,47 euro. Tuttavia l’utilizzo della fatturazione elettronica comporta la possibilità di ridurre i termini di decadenza per la notifica degli avvisi di accertamento.
L’articolo 3 del Dlgs 127/2015 prevede infatti che il termine di decadenza per gli accertamenti sia ridotto di due anni per tutti i soggetti passivi che documentano le operazioni mediante fattura elettronica tramite Sdi e/o memorizzazione e invio dei corrispettivi che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti ricevuti ed effettuati relativi a operazioni di ammontare superiore a euro 500.
Per usufruire della riduzione si deve comunicare, con riguardo a ciascun periodo d’imposta, l’esistenza dei relativi presupposti nella dichiarazione annuale dei redditi, barrando l’apposita casella posta nel modello Redditi Persone fisiche.
È anche importante sapere che, ai sensi del comma 74 dell’art. 1 della Legge 190/2014, è previsto che per i soggetti in regime forfettario il termine di decadenza per l’accertamento delle imposte sui redditi sia ridotto di un anno a condizione che il fatturato annuo sia costituito esclusivamente da fatture elettroniche.
E’ opportuno sapere che, permanendo l’esigenza di salvaguardare la privacy e tutelare i diritti e le libertà della persona, almeno sino al 31 dicembre 2022, resta vigente il divieto di emissione delle fatture elettroniche a fronte dei servizi e prestazioni rese in ambito sanitario dai soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria.
In questo caso le informazioni sono utilizzabili esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni per l’applicazione di disposizioni tributarie, come l’elaborazione delle dichiarazioni dei redditi precompilate, o il monitoraggio della spesa sanitaria.
Di conseguenza, in questi ultimi casi la fatturazione elettronica diverrà obbligatoria solo a partire dal 1° gennaio 2023. In attesa della riforma dell’Erario, le ulteriori complicazioni sono più che evidenti. Alla faccia della semplificazione.