Ognuno è libero di ragionare controcorrente purché nei limiti previsti dalla legge. Chi la infrange deve essere punito. Le inchieste parlamentari però, sono ben altra cosa. Respingere le proposte che mirano a stabilire se l’emergenza Covid è stata gestita bene o meno significa ingenerare dubbi e perplessità proprio su quella parte della popolazione che immagina complotti e interessi occulti.
Roma – Il dissenso va rispettato. Lo impone la democrazia. Purché chi rema contro non influenzi la salute dei cittadini. La politica, di contro, non dovrebbe schierarsi dalla parte degli intolleranti. Quelli che, tanto per intenderci, sono pure contrari all’uso della mascherina. Universalmente riconosciuta come arma primaria per combattere il Covid, l’influenza e le polveri sottili. Tanto per fare un semplice esempio. Se poi si esagera si finisce come Stefano Puzzer, leader dei portuali della città Giuliana, a cui per un anno è precluso l’ingresso nella Città Eterna.
L’uomo aveva organizzato una protesta contro il Green Pass in piazza del Popolo. La Questura capitolina gli ha intimato di tornare a Trieste, altrimenti avrebbe commesso un nuovo reato. Puzzer è stato denunciato alla Procura di Roma per manifestazione non preavvisata. Alla notizia di reato seguiranno, ovviamente, le indagini affidate alla Digos romana.
Dopo le manifestazioni di Trieste il sindacalista si era trasferito a Roma per poter cavalcare la protesta più liberamente e vicino alle istituzioni dello Stato. La scelta è stata infelice tant’è che Puzzer e gli altri manifestanti, al gran completo, sono stati deferiti agli organi giudiziari, ai sensi dell’articolo 18 del T.U.L.P.S. che pone l’obbligo di preavvisare alle autorità di polizia lo svolgersi di manifestazioni di piazza riconoscendo a Puzzer l’aggravante di esserne stato il promotore.
Peraltro proprio nella città asburgica il Covid-19 sta dilagando a macchia d’olio, con gravi conseguenze sanitarie per la popolazione. Responsabili dell’aumento dei contagi cortei, manifestazioni, assembramenti diversi e pernottamenti di cittadini in piazza Unità d’Italia. Nel capoluogo, infatti, le recenti infezioni sono parte di un focolaio individuato proprio tra le persone che avevano partecipato alle aggregazioni delle ultime settimane.
Per tali motivi il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, ha annunciato che almeno fino al prossimo 31 dicembre non si potranno più organizzare dimostrazioni pubbliche specie in piazza Unità d’Italia, dove nelle ultime settimane migliaia di persone si sono riunite per protestare contro l’obbligo del Green Pass introdotto dal Governo per tutti i lavoratori.
Il diritto a manifestare è costituzionalmente garantito così come il diritto alla salute e poiché in questo momento deve prevalere il secondo, nella qualità di bene primario, è giusto ed opportuno correre ai ripari. Decisione, dunque, che il responsabile periferico del Governo ha preso proprio per evitare che i contagi subiscano pericolose impennate.
Con 283 contagi da Coronavirus riscontrati ogni 100mila abitanti, al momento Trieste è la provincia italiana con l’incidenza settimanale di casi più alta nel Bel Paese. Tornando a Puzzer, il portuale ha da poco fondato un nuovo movimento “No Green Pass, Gente come noi” e l’avvicinarsi delle elezioni politiche potrebbe anche determinare un interesse a giocarsi la partita nazionale, con una propria lista. Cosa che peraltro vorrebbe fare anche Enrico Montesano. E non solo.
Immediata la reazione di FdI, in relazione al provvedimento della Questura capitolina, che attraverso il capogruppo alla Camera Lollobrigida, ha chiesto che il Governo venga urgentemente a riferire sul provvedimento di Daspo che ha colpito il sindacalista.
In sostanza il parlamentare intende sapere se “…Si possono ancora liberamente esprimere in questa Nazione opinioni in dissenso da chi la governa? E’ mai accaduto che una manifestazione pacifica annunciata sui social possa essere preventivamente vietata, colpendo il potenziale organizzatore perché dissente dalle opinioni del Governo?..”.
Insomma il problema è sempre lo stesso e ormai dura da troppo tempo: certi comportamenti politici non fanno altro che fomentare rivolte e disobbedienze civili pericolose per la salute dei cittadini e per l’ordine pubblico.
In sede parlamentare è stata respinta al mittente la proposta di istituire subito una Commissione d’inchiesta sul sistema sanitario nazionale e la gestione della pandemia, avanzata da Fratelli d’Italia. Una proposta respinta un po’ troppo frettolosamente, a dire il vero. Ed anche questo modo di fare genera dubbi e perplessità.
A bocciarla l’iniziativa parlamentare è stata la Commissione Sanità del Senato. In una nota dei capigruppo di maggioranza si legge che l’esame della proposta riprenderà non appena sarà terminato lo stato di emergenza Covid. Servirà a qualcosa?