La magistratura da un lato e i mass media dall’altro. Mai cosi nemici. I giudici accusano i giornalisti di aver affrontato il caso in maniera martellante e asfissiante e con forte ingerenza sulle indagini. Lo Stato alza le mani con una giustificazione che lascia basiti: la verità si potrà sapere solo se il colpevole si presenterà spontaneamente nelle mani della Giustizia. Poi la bagarre fra Anm e l’Unione Camere penali di Marsala: i magistrati, offesi dalle frasi colorite dell’avvocato Frazzitta nei loro confronti, chiedono provvedimenti disciplinari. Le Camere Penali difendono il professionista. Ormai è spettacolo a tutto tondo.
Mazara del Vallo – Denise Pipitone ultimo atto: l’archiviazione. Per come era presa nessuno si aspettava una tale decisione dalla Procura di Marsala. In parole povere lo Stato si arrende per l’impossibilità di giungere ad una soluzione di un caso certamente difficile ma non più di tanti altri, poi risolti anche dopo mezzo secolo. Per i magistrati inquirenti anche mass media e talk show hanno le loro colpe, e anche gravi:
”…C’è un altissimo rischio di inquinamento indotto dalle modalità con cui in modo martellante e asfissiante le trasmissioni tv e i siti si occupano del caso della piccola Denise Pipitone – scrivono i pubblici ministeri nelle 52 pagine che compongono la richiesta di archiviazione – l’influenza dei media è a tale punto che essi non si limitano a raccontare gli eventi piuttosto, spesso, in una gara a chi arriva prima tra diverse testate giornalistiche, a provocarli. E tali eventi hanno pure una sgradevole referenza sulle indagini in corso…La vicenda è descritta così in dettaglio che chiunque potrebbe avere il ruolo di testimone. Navigatore del web o spettatore di talk show sarebbe in grado di raccontare tutti i dettagli. Mitomani di ogni sorta e personaggi in cerca d’autore purtroppo si inseriscono indebitamente in questa vicenda ed è forte il rischio che persone innocenti vengano consegnate all’opinione pubblica come mostri da sbattere in galera…”.
Per non parlare dei falsi testimoni, scrivono ancora i Pm, come Antonella Allegrini e Paolo Erba che avevano riferito di aver visto Denise mentre piangeva nell’hotel in cui lavorava Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi. Macchè, è tutta una bufala e i Pm marsalesi lo scoprono.
Ma scoprono anche che cosa si sarebbero detti per telefono la Allegrini e l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, una volta che la donna aveva saputo di essere indagata per false attestazioni ai Pm:
”… Sono puerili! Perché i magistrati fanno schifo cara signora – dice Frazzitta alla Allegrini mentre i carabinieri registrano – i magistrati fanno schifo in Italia lo dobbiamo dire e sta succedendo anche nel caso Denise…”. La donna, convocata dai Pm, confessa le sue bufale:”…Mi sono inventata tutto – ha detto Antonella Allegrini – ma non riesco a trovare una motivazione. Sarò stata suggestionata, era una cosa da dire, era utile per accertare la verità. Sono stata martellata dalla tv e ho ritenuto giusto fare quel che ho fatto…”. Poveretta, tutta colpa del piccolo schermo. Non c’è che dire.
Roba da matti, ma non è finita. Negli atti giudiziari spunta fuori la figura di un ex maresciallo dei carabinieri, tale Francesco Lombardo, pare collaboratore dello studio Frazzitta, che già aveva indagato sul rapimento di Denise.
I magistrati scrivono nel merito di un monitoraggio delle indagini, grazie a una pericolosa triangolazione veicolata da Lombardo che attingeva notizie dallo studio legale, dal quale sono partiti diversi input all’indagine, per poi riferire al cronista di turno. Pare dunque che, grazie a Lombardo, diversi giornalisti sarebbero stati a conoscenza degli spunti investigativi prima ancora che venissero sviluppati.
Per i Pm di Marsala ci sarebbe stato un insano rapporto indissolubile tra le parti processuali e i giornalisti, oltre ad un cortocircuito mediatico-giudiziario potenzialmente idoneo a ingenerare false piste e inutili speranze. E che dire dell’ex magistrato inquirente Maria Angioni che dopo aver denunciato depistaggi sulla prima inchiesta, si è ritrovata indagata per false informazioni alla pubblica accusa?
Anna Corona e Giuseppe Della Chiave escono di scena assieme ad Antonella Allegrini e Paolo Erba. Per il giudice Angioni si vedrà. I Pm Calogero Roberto Piscitello e Giuliana Rana, oltre al procuratore capo Vincenzo Pantaleo, hanno chiesto di chiudere il caso:
”…Soltanto se e quando chi ha commesso l’inumana azione di privare della libertà e dell’affetto dei suoi cari una bambina di 4 anni (ovvero chi di tale gesto è stato effettivo testimone) deciderà di rivolgersi alla Procura della Repubblica o ad una forza di Polizia, potrà questa vicenda trovare un colpevole che, allo stato, purtroppo, non è possibile individuare…“.
Lo Stato fa spallucce ma la bagarre continua: l’associazione nazionale Magistrati ha chiesto all’Ordine degli Avvocati di Marsala un provvedimento disciplinare a carico dell’avvocato Frazzitta per le sue espressioni “colorite” contro la pletora togata che ha condotto le nuove indagini richiedendone però l’archiviazione. L’Ordine deciderà nel merito ma a favore del professionista si è schierata l’Unione delle Camere Penali:
“…La giunta dell’Unione Camere penali esprime sostegno alla presa di posizione della Camera penale di Marsala e piena solidarietà al collega Giacomo Frazzitta, in relazione all’esposto disciplinare sottoscritto dalla giunta distrettuale dell’Anm di Palermo nei suoi confronti…Sorprende innanzitutto l’oggetto dell’esposto. Frazzitta, dopo avere peraltro formulato apprezzamento per i magistrati titolari dell’indagine, si esprimeva in termini molto critici e bruschi nei confronti della magistratura con riferimento ad un procedimento penale avviato nei confronti di un altro magistrato...”.
L’avvocato Frazzitta ha presentato nella richiesta di opposizione all’archiviazione una copia di altre intercettazioni “inedite” che potrebbero assumere una certa importanza:”… Anche io alle volte penso… Luigi ce l’ha portata…Basta, basta e quando ti dico non lo nominare… Innominabile lui deve essere…Lo devono lasciare in pace a lui…Il vecchio non esiste…Non deve esistere”. I due interlocutori sarebbero Anna Corona e la madre Antonietta Lo Cicero.
Da quanto si è appreso tale Luigi sarebbe un uomo che ha vissuto diversi anni Lombardia dove poi sarebbe deceduto. Pare che tra il 2002 ed il 2004 Luigi e Anna Corona si sarebbero contattati, tramite telefonate e sms, circa 3.200 volte e il giorno della scomparsa di Denise, diciassette anni fa, sembra che i due si siano risentiti alle 17.29.
Il 23 novembre prossimo il tribunale di Marsala di esprimerà sulla richiesta di archiviazione della Procura. Chissà se per quella data non salteranno fuori altre intercettazioni, improbabili testimoni o altre comparse con rivelazioni inquietanti e fantasiose. Denise Pipitone attende giustizia.
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