Le tracce di sangue rinvenute sul cranio della piccola vittima potrebbero protendere per un'emorragia cerebrale da urto contro un sedile d'auto o un poggiatesta. La mamma sarebbe poi fuggita disperata ma senza meta con il bimbo in braccio. Al termine degli accertamenti gli esperti potranno essere più chiari.
Caronia – Una vicenda oltre che triste anche controversa e spiacevole sotto il profilo umano quella che si è conclusa con la morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele Mondello. Da un lato le due famiglie delle vittime che ritengono superficiali e poco efficaci le ricerche di mamma e figlio ritrovati cadaveri, dall’altro inquirenti ed esperti che stanno dando il massimo per accertare le cause della morte e l’evolversi dei tragici eventi nel tentativo di dare una spiegazione a quanto accaduto.
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Sul fronte dell’autopsia sul corpo del bimbo c’è assai poco da dire: i resti umani erano a tal punto deteriorati che hanno potuto restituire poco a livello di particolari investigativi importanti. Sembra però che nel cranio del bambino siano state riscontrate microscopiche tracce di sangue. Segno questo che potrebbe significare un’emorragia cerebrale da urto contro una superficie non dura come il sedile di un’auto oppure un poggiatesta. Dunque tornerebbe in ballo l’incidente stradale e le possibile conseguenze fisiche su mamma e figlio dopo i due ribaltamenti in autostrada. Ma questa ipotesi è ancora tutta da dimostrare. L’esame autoptico è stato eseguito da Elvira Ventura Spagnolo, lo stesso medico che aveva fatto l’autopsia a Viviana Parisi, alla presenza del perito di parte Giuseppina Certo, medico legale della famiglia Mondello:
”…Ci sono lesioni da macro fauna, cioè morsi di animali selvatici – ha detto Certo – non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Sono valutazioni che si faranno concatenando i vari risultati. Abbiamo acquisito dei dati ma mancano gli arti e parti di tessuti. Allo stato non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dall’indagine specialistica. Deve essere tutto ricostituito singolarmente mettendo assieme tutti i tasselli…”.
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Prima dell’autopsia sul corpo del bambino era stata eseguita una Tomografia assiale computerizzata che ha rivelato la presenza di pietrisco ancora trattenuto da alcuni tessuti organici. Tale presenza sarà utile ai fini di stabilire il luogo esatto dove è presente materiale di quella consistenza e composizione chimica. Il procuratore capo di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, infatti, aveva nominato anche un’esperta, la geologa forense Roberta Somma a cui adesso spettano altre verifiche:”…Sono qui per occuparmi della geologia forense, quindi dell’analisi dei terricci e dei territori – ha aggiunto Somma – vedremo quale sarà la compatibilità dei terricci con i reperti ritrovati e con i luoghi. E’ un lavoro complicato come quello di tutti gli altri esperti…“.
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Dal canto suo anche l’entomologo Stefano Vanin è al lavoro da parecchi giorni e dopo il suo ultimo sopralluogo potrà passare agli accertamenti scientifici più importanti: ”…Abbiamo raccolto ulteriori dati che vanno ad implementare il materiale precedente – ha spiegato Vanin – ora bisogna andare in laboratorio e cominciare a lavorare. Abbiamo controllato la temperatura e fondamentalmente i dati meteorologici che più andranno confrontati nelle stazioni meteo per la ricostruzione termica…“. A breve gli esperti saranno in grado di comparare i dati messi a disposizione da ciascuno di loro onde riuscire a capire la reale causa della morte di mamma e figlio e le modalità, oltre che i tempi, con le quali sono avvenuti i decessi:
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”…Sono fiducioso che questi accertamenti porteranno a dei risultati positivi e potranno dare una spiegazione a quanto accaduto – ha affermato il biologo forense Salvatore Spitaleri, del Centro di investigazioni scientifiche Ris – sullo stato delle ossa del bimbo hanno agito gli animali. Sono ottimista di mio; dopo 30 anni trascorsi al Ris ho una certa esperienza. Sono convinto che si potrà fare qualcosa. Non è il momento adesso di dire niente e questo è soltanto l’inizio…”.
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Bando dunque a tutte le ipotesi che sono circolate in questi giorni in attesa di ulteriori e reali sviluppi. Le polemiche, però, non si placano. Anzi si ravvivano:”…Il miasma è ancora presente nell’aria – ha ribadito l’avvocato Claudio Mondello, legale di fiducia del cugino Daniele – mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa… Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché…“.
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Sulla Opel Corsa in uso a Viviana Parisi gli esperti avrebbero riscontrato sei profili genetici, al momento in fase di approfondita analisi. Anche in questo caso tornerebbe in ballo l’incidente che, lo ripetiamo, non sarebbe stato affatto di lieve entità ed avrebbe visto il veicolo di Viviana viaggiare in autostrada ad oltre 100 chilometri orari per poi urtare un furgoncino e ribaltare sull’asfalto un paio di volte tanto da fare esplodere un pneumatico. I due congiunti erano rimasti illesi o feriti? Le ricerche proseguiranno per tentare di ritrovare diverse parti mancanti del corpicino di Gioele.