Forse verranno abolite le micro-tasse che prevedono lunghe file agli sportelli ma non ci sarà una vera riforma fiscale. Solo pezze alla normativa vigente già obsoleta e che pesa su cittadini e imprese in maniera gravosa. Nulla che possa far prevedere una ripresa economica vera. Intanto arrivano cartelle e bollette da pagare.
Roma – Novità in campo fiscale? Ci vuole una nuova Irpef, questo è l’intervento più richiesto per una seria perequazione fiscale. Se cosi fosse ci sarebbe la possibilità di una riduzione o accorpamento della terza aliquota, quella del 38 per cento, che colpisce i redditi tra i 28 e i 55 mila euro. Quest’ultimo rappresenta lo scaglione di redditi più penalizzati perché comporta un salto di oltre 10 punti percentuali rispetto alla seconda aliquota.
Però poiché ciò riguarderebbe, in misura maggiore, i redditi dei dipendenti alla eventuale misura, per tacitare le aspettative degli imprenditori, si vorrebbe associare una lieve riduzione dell’Irap, la tassa sulle attività produttive pagate dalle imprese, di cui in molti chiedono da tempo il taglio se non addirittura la cancellazione. Il vero pericolo incombente, però, riguarda la riforma del Catasto. Si dovrà infatti trovare un accordo per evitare il rischio di aumentare le tasse sulle case degli italiani; che rappresenta uno dei provvedimenti richiesti da Bruxelles, in cambio degli aiuti del Next Generation Eu. Tanto per chiarire.
Si continua a sperare in un fisco più equo che tenga conto delle reali difficoltà che stanno attraversando milioni di contribuenti. Ma con ogni probabilità la riforma fiscale, anche se il termine riforma sembra troppo enfatico e ridondante, sarà costituita da un insieme di interventi che delineeranno un quadro complessivo, ma la cui attuazione concreta, anche nelle linee analitiche, sarà poi delegata ai decreti attuativi. Tradotto in parole povere molti degli interventi che saranno proclamati con pifferi e tamburi nei fatti non vedranno mai la luce. Per lo meno in tempi brevi.
Coefficienti catastali al rialzo
Un approccio del genere, infatti, presenta un rischio intrinseco, in quanto qualunque fosse il sistema fiscale delineato da una “legge quadro” d’insieme, nel caso, affatto improbabile, in cui solo una parte delle misure previste sarebbero poi davvero realizzate snaturerebbe il quadro iniziale, con il rischio di arrivare a un risultato diverso da quello previsto.
In ogni caso, in attesa della realizzazione della riforma, si comincia a riflettere su quello che concretamente si può realizzare, in considerazione delle poche risorse disponibili. In fin dei conti questo è il vero problema. Le difficoltà, insomma, per essere ancora più chiari non sono di ordine ideale, o politico, ma economico, in quanto per l’attuazione della riforma sono disponibili solo tre miliardi di euro. Situazione che ne limita inevitabilmente il raggio d’azione, motivo per cui sarà necessario fare altre scelte.
Negli ultimi giorni prende sempre più forza l’idea di razionalizzare le imposte minori, cioè quell’interminabile elenco di imposte, erariali e locali, che nel corso dei decenni si sono solo moltiplicate. Tra le micro-imposte di cui si è parlato spesso vi sono il superbollo, la tassa di laurea, l’imposta sugli intrattenimenti, la tassa regionale per l’abilitazione all’esercizio professionale, l’imposta sulla rivalutazione del trattamento di fine rapporto, e tanti altri balzelli odiosi e insostenibili.
Purtroppo quando le imposte minori diventano una moltitudine esagerata, queste si trasformano in un onere per i cittadini e per il sistema, non tanto in termini monetari, quanto per gli adempimenti che ogni imposta richiede. Proprio per questi motivi, l’idea che si sta concretizzando è quella di prevedere una razionalizzazione, con conseguente sfoltimento di alcuni balzelli, anche locali, già in sede di riforma fiscale, al fine di semplificare il sistema.
Certamente non tutte le piccole imposte saranno abolite, ma almeno si potrà avere la percezione di una riduzione, seppure minimale, del carico tributario che grava sui cittadini. Poca cosa, comunque, con l’aumento dei coefficienti catastali che alleggeriranno le tasche degli italiani. Bollette a parte.