Alle urne! Ma che cosa cambierà davvero?

Tutti si aspettano un governo nuovo in grado di risolvere la mastodontica crisi che ci attanaglia ma potrà mai compiersi il miracolo? Riteniamo di no, anzi ne siamo certi. Chiunque occupi gli scranni dove altri hanno poggiato il loro onorevole fondoschiena non riusciranno a fare meglio di chi li ha preceduti. Ci piacerebbe essere smentiti. E subito.

Roma – L’ora X è scoccata. Oggi è il solo giorno in cui si vota, dalle 7 alle 23. Ogni scelta potrà essere determinante per la nuova configurazione del Parlamento nazionale e e per quello Siciliano. Un tratto di matita, insomma, che comporterà piena corresponsabilità. Anche chi deciderà di astenersi, cioè di privarsi dell’unica possibilità rimasta ai cittadini di partecipare alla vita del Paese, potrà concorrere al risultato che verrà fuori dalle urne. Si spera in una buona affluenza, ma come è ben noto l’interesse per questa politica è andato sempre più scemando negli ultimi anni. Il cittadino, considerata la complicata situazione reale del Paese, sul piano sanitario, energetico ed economico, non é attratto dal voto. Anzi se ne allontana, come se non volesse sporcarsi le mani.

Distanze che appaiono incolmabili ma che debbono ridursi per potere maggiormente partecipare al cambiamento di stile e metodi. Certo l’attuale legge elettorale nazionale non prevede che il cittadino possa scegliere il proprio candidato all’interno di una lista. E non invita certo ad una inversione di tendenza cosa che, invece, è possibile per le Regionali della Sicilia in cui si potrà anche scrivere il cognome del candidato prescelto tra i diversi nominativi che si contendono uno scranno a Palazzo dei Normanni. Con l’ulteriore possibilità di operare il voto disgiunto tra i sei candidati alla presidenza della Regione. In ogni caso oggi si chiude l’ultima legislatura con 630 deputati e 315 senatori.

Si chiudono i battenti del vecchio Parlamento con tutto il suo carico di provvedimenti per far fronte prima all’emergenza Covid e, successivamente, anche alla crisi energetica con la conseguente impennata dell’inflazione. Sarà proprio il 13 ottobre, con la prima seduta del nuovo Parlamento, che si avvierà la nuova legislatura che porrà una pietra tombale su quella attuale, ormai giunta al tramonto, dopo poco meno di 4 anni e sette mesi dalla sua nascita. Legislatura in cui si sono succeduti tre governi, il “Conte 1” gialloverde, il “Conte 2” giallorosso e “Draghi” di unità nazionale, con molti deputati e senatori che hanno cambiato casacca. In Camera e Senato, d’altronde, quello dei fuoriusciti non è un fenomeno nuovo.

Ma nel corso della XVIII legislatura le “porte girevoli” delle Camere sono state interessate da un traffico intenso. In poco più di quattro anni e mezzo i cambi di casacca sono stati quasi 470 e hanno coinvolto oltre 300 parlamentari. La prima vera ondata è avvenuta alla fine dell’estate del 2019, al momento del passaggio dal “Conte1” al “Conte 2”, con 51 ricollocazioni all’interno dei gruppi, dovute in gran parte allo strappo di Matteo Renzi con il Pd, che ha portato alla nascita di Italia viva, in origine 25 deputati e 15 senatori. All’inizio del 2021, quando si è insediato Mario Draghi a Palazzo Chigi ci sono poi stati oltre 40 spostamenti tra i gruppi, saliti a 95 nei tre mesi successivi.

Ma non si ferma qui l’emorragia dei voltagabbana, perché altri 31 cambi di gruppo hanno caratterizzato la partita per il Quirinale agli albori del 2022. L’ultimo grande scossone nelle Aule parlamentari lo ha alimentato, infine, Luigi Di Maio, con la scissione estiva di 52 parlamentari del M5S. Resta ora da vedere se il Parlamento che si insedierà il 13 ottobre manterrà le stesse abitudini che hanno caratterizzato le ultime due legislature.

Al Senato, dove è stato già adottato un nuovo regolamento per adattare l’organizzazione di Palazzo Madama al nuovo assetto con soli 200 senatori, i cambi di casacca saranno resi più complicati dalle regole restrittive e dalle sanzioni che entreranno in vigore. A Montecitorio, invece, nessun accordo è stato trovato per modificare il regolamento. Buon voto.

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