Malati che attendono da mesi, centri ospedalieri che non rispondono al telefono, visite ed esami con Ssn rinviati alle calende greche (ma se paghi non ci sono problemi di tempo) e interventi chirurgici rinviati diverse volte la dicono lunga sulla grave situazione attuale della Sanità in tempi di Covid. A parte il virus sono decine le malattie mortali che riguardano milioni di pazienti che hanno il diritto di guarire.
Roma – L’ultima ondata del famigerato Covid-19, attraverso la sua variante Omicron, ha di nuovo riempito gli ospedali nonostante la diminuzione dei contagi delle ultime ore. Come durante la prima ondata si sta assistendo ad una notevole riduzione di attività diagnostiche, di interventi chirurgici non procrastinabili per molti pazienti, per non parlare del rallentamento delle cure per i malati oncologici.
Come se l’esperienza della prima volta non avesse insegnato proprio nulla! Il problema sta diventando talmente specifico e pervasivo che il CIPOMO, Collegio Italiano Primari oncologici Medici Ospedalieri, ha ritenuto opportuno diffondere un comunicato stampa, una sorta di lettera aperta a firma del presidente Luigi Cavanna per far conoscere all’opinione pubblica gli effetti disastrosi dell’ennesima ondata pandemica sui malati oncologici. Ecco in sintesi quanto emerso:
“…I progressi degli ultimi anni nella cura delle malattie oncologiche sono stati notevoli – si legge nel comunicato – infatti sono cresciute le guarigioni, si è allungata la sopravvivenza per chi non guarisce e si è assistito ad un miglioramento della qualità della vita in generale per i pazienti. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla prevenzione (screening), la ricerca e le cure multidimensionali. Ora tutto questo è a forte rischio a causa della pandemia…
…Già nel corso della prima ondata gli effetti disastrosi sui pazienti hanno causato: blocco degli screening, ritardi diagnostici, rinvii degli interventi chirurgici. Stiamo parlando di una malattia come il tumore per la quale il fattore tempo spesso è decisivo e, quindi, i ritardi nell’esecuzione delle terapie possono condurre alla morte. A due anni dalla pandemia risulta difficile accettare che tutto questo si stia replicando, anche perché un biennio per la medicina è tanto. Come mai tutto questo è successo?..”.
Il Cipomo con questa lettera ha cercato di offrire delle soluzioni. E’ da ricordare che in ambito oncologico si sono, nel tempo, sviluppati numerosi processi innovativi quali: screening, cure del fine vita nell’impossibilità della guarigione, cure palliative e gli hospices (unità specializzate per la terapia del dolore e dei pazienti terminali) introdotti per i pazienti oncologici.
E’ urgente un potenziamento della medicina territoriale, un rapido sviluppo delle cure precoci domiciliari. In questo modo gli ospedali non saranno intasati di malati. In questo settore poco è stato fatto negli ultimi due anni ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Poiché sono in commercio farmaci orali per le cure precoci a domicilio del Covid, l’invito del Collegio è di sviluppare questi protocolli attraverso un approccio multidisciplinare tra medicina territoriale, ospedaliera, nonché medici dell’USCA, Unità Speciali di Continuità Assistenziale.
L’intento deve essere la riduzione dei ricoveri per lasciare liberi gli ospedali ai malati non Covid. Inoltre le autorità sono state preposte a spostare negli Hub vaccinali medici pensionati e militari, per non sottrare alle loro attività fondamentali quelli ospedalieri.
Infine, un doveroso richiamo è stato fatto all’eccessiva spettacolarizzazione dei virologi di turno che sono diventate delle vere e proprie star televisive, con toni arroganti e sopra le righe. Mentre sarebbero opportune umiltà e tolleranza per le altrui opinioni, in quanto la soluzione definitiva del problema non è ancora certa.
Errare è umano, ma perseverare negli errori è diabolico, come si suol dire. Anche perché il rischio alla fine è di contare più decessi per altre malattie che di Covid.