AAA – Offresi sieri e Green-pass a prezzi stracciati

Le indagini proseguono perché potrebbero spuntare fuori altre sorprese. Fiale di vaccini e certificati taroccati andavano a ruba ma le Fiamme gialle hanno bloccato il fiorente mercato clandestino, ben congegnato in rete, che dava la possibilità di pagare siero e documenti con cripto-valute. Denunciati i cybercriminali.

Milano – La pandemia ci ha abituato a tutte le furbate, qualora non ne avessimo già viste abbastanza, ma la fantasia dei truffatori informatici per fare “soldi facilisupera l’immaginazione.

Con l’operazione “Vax free” i finanzieri del Nucleo speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno scovato e sequestrato 10 canali e account Telegram che rinviavano ad altri accessi anonimi su specifici marketplace nella cosiddetta “rete oscura“. Gli utenti potevano quindi interfacciarsi con il venditore e  procedere all’acquisto del servizio pagando in cripto-valute.

L’indagine del IV Dipartimento (Frodi e tutela del consumatore – Cybercrime) della Procura di Milano, conclusasi nel giorno dell’entrata in vigore del Green pass europeo indispensabile per poter tornare a viaggiare liberamente, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dai sostituti procuratori Bianca Maria Baj Macario e Maura Ripamonti, e si è avvalsa degli strumenti di investigazione di ultimissima generazione Bot e Avatar, combinati ad un innovativo e dinamico monitoraggio “real time” della rete da parte della Guardia di finanza.

E’ così numerosissimi utenti si sono registrati sui canali illegali alla ricerca di dosi di vaccini anti covid-19 e falsi Green-pass, smerciati sul web, attirati dalle foto che reclamizzavano fiale e certificati. 

I cybercriminali non si sono lasciati sfuggire l’occasione di implementare un nuovo e redditizio business, dal momento che attualmente ciò che è più richiesto sono le preziose dosi del vaccino e ancor più i documenti che dimostrano le avvenute vaccinazioni o la guarigione del pericoloso virus.

Il lasciapassare verde, valido dal 1° luglio scorso, è il prezioso certificato che consente di viaggiare in tutti i Paesi dell’unione Europea e dell’area Schengen senza essere sottoposti a quarantene. Ma non solo, è infatti utile anche per chi deve fare visita a un parente ricoverato in una Rsa o per partecipare alle cerimonie.

Contiene un “QR code che serve a verificare l’autenticità e la validità della certificazione. Oltre alle generalità dell’interessato, il certificato deve indicare la sua data di nascita e anche alcuni dettagli relativi alla vaccinazione.

QR code sta per Quick Response codecodice di risposta rapida

Deve quindi riportare la malattia o agente bersaglio, il tipo di vaccino eseguito, la denominazione del vaccino o l’indicazione del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Il documento deve anche indicare il numero della dose effettuata e il numero totale delle dosi previste, la data dell’ultima somministrazione effettuata, lo Stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione, la struttura che detiene il certificato e il suo identificativo univoco

Si tratta di certificazioni rilasciate in ambito regionale ma valide su tutto il territorio nazionale e negli stati membri dell’Unione Europea.

Proprio sulla vendita di Green pass contraffatti, riportanti falsi dati identificativi del vaccinato con relativo QR Code appositamente generato, nonché il numero che contraddistingue il lotto di origine della prima e della seconda dose di vaccino si è incentrata l’attività dei trafficanti.

I falsi lasciapassare erano recapitabili, almeno così assicuravano i criminali, anche a chi risiede in paesi extra UE (Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera).

La certificazione si ottiene non solo dopo la seconda dose del vaccino (in Italia anche dalla prima, ma è valida solo sul territorio nazionale, anche se la variante delta potrebbe fa rivedere questa scelta) ma anche sottoponendosi a un tampone molecolare o antigenico con esito negativo nelle 48 ore precedenti o per sei mesi dopo la guarigione dalla malattia.

Tutti sono ormai stanchi delle restrizioni della pandemia ma per chi non ha potuto o voluto sottoporsi alla vaccinazione, o non aveva i requisiti necessari per ottenere in maniera lecita il green pass, ricorrendo a questi mezzucci ha messo e mette gravemente a rischio la salute di tutti.

Evidentemente i 130 mila italiani che oggi non sono più tra noi, a causa di uno stramaledetto virus che da un giorno all’altro ha sconvolto le nostre vite, non ci hanno insegnato nulla.

Se poi pensiamo che colui il quale non possiede la carta verde possa essere discriminato, è bene ricordare che la salute pubblica vale molto di più che la partecipazione ad una festa o ad un concerto dal vivo.

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