Un allarme che non si deve sottacere e che è stato provato da autorevoli studi. Nei fiumi finiscono decine di principi attivi ed eccipienti contenuti nelle medicine per uso umano. Questo mixer chimico, a lungo andare letale per la fauna e flora fluviali e lacuali, creerà problemi anche all’uomo, responsabile di inquinamento ambientale ancora una volta. Interventi? Nemmeno a parlarne.
Roma _ L’inquinamento globale ha raggiunto livelli tali che non c’è spazio fisico e risorsa naturale che ne sia immune, che possa considerarsi al sicuro. Non sono sfuggiti alla sua ferocia nemmeno i fiumi che hanno mostrato un aspetto assai singolare: vi si trovano le più alte concentrazioni di farmaci e non solo.
Se fossimo dotati di umorismo macabro si potrebbe affermare che i fiumi sono stati imbottiti di farmaci perché… malati. In realtà sono malati proprio perché vi hanno riversato farmaci e non solo. Da tempo negli ambienti scientifici si ha consapevolezza della presenza di farmaci nei fiumi con effetti rischiosi per l’uomo e l’ambiente.
Ad avvalorare queste tesi è stato pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, organo dell’Accademia Statunitense delle Scienze, il primo studio a livello globale che ha esaminato i fiumi di tutto il mondo. Lo studio, a cura dell’Università di York, riferito a 1052 siti di rilevamento su 258 fiumi dislocati in 104 Paesi del mondo, distribuiti in tutti i continenti, ha interessato una popolazione di circa 471 milioni di persone.
Sono emersi dati allarmanti sulla concentrazione di 61 diversi API (Active Pharmaceutical Ingredients – ingredienti farmaceutici attivi) e altri composti che sono utilizzati nei farmaci e sui prodotti di alcuni stili di vita, come la caffeina e la nicotina. Lo studio è stato concentrato su queste sostanze, perché sono quelle che più rappresentano un pericolo potenziale per la salute e per l’ambiente.
I fiumi più inquinati sono quelli del Pakistan, Bolivia, Etiopia e India. Tra i Paesi europei quelli più pericolosi si trovano a Madrid, Sofia e Bruxelles. E’ stato rilevato che i corsi d’acqua più dannosi sono situati in zone a basso reddito e, spesso, privi di un efficiente piano di gestione dei rifiuti e delle acque reflue.
Un po’ come aver scoperto l’acqua calda: i Paesi più poveri hanno difficoltà in tutti i settori della vita sociale, non solo per i fiumi inquinati da overdose di farmaci! I continenti a maggior rischio sono risultati l’Africa Sub-Sahariana, il Sud dell’Asia ed il Sud-America.
Molte le sostanze rilevate, tra cui la carbamazepina, usata per l’epilessia ed in psichiatria; la metformina, un farmaco per il diabete; la caffeina, presente in più della metà dei siti osservati. Inoltre, in tutti i continenti, oltre alla caffeina, sono state trovate nicotina, paracetamolo e cotinina, un alcaloide del tabacco.
Gli unici fiumi dove non è stata riscontrata alcuna traccia di farmaci sono quelli islandesi, del Nord Norvegia e del Rio Orinoco, in Venezuela.
Lo studio ha spiegato che nella ricerca scientifica le denominate API sono molecole biologicamente attive. Esse sono state progettate proprio per interagire con diversi processi biochimici non solo del corpo umano ma anche degli organismi acquatici.
Attualmente le concentrazioni riscontrate non superano, ancora, i livelli critici che potrebbero causare danni all’ambiente e, soprattutto, risultano ancora distanti dall’essere considerati un rischio in materia di antibiotico-resistenza.
Allora tanto rumore per nulla? Tanto clamore per dire che l’inquinamento da farmaco è ancora sotto controllo? No l’allarme lanciato dagli studiosi si riferisce alla possibilità che i rischi ecologici potrebbero essere superiori a quelli previsti per le singole sostanze, per le interazioni tossicologiche tra questi composti.
Comunque, a prescindere dai livelli di allerta, la minaccia di contaminanti nelle acque dei fiumi è un pericolo per la salute degli uomini e dell’ecosistema in oltre un quarto dei siti controllati globalmente. Come recitava il titolo di un film commedia del 1983: “Se tutto va bene siamo rovinati“. Figuriamoci se andasse male, aggiungiamo noi!