E anche stavolta si sono pappati Mamma Rai

Da quando la tv di Stato è diventato un carrozzone politico il merito, già raro, è definitivamente scomparso. Si va avanti a forza di pedate politiche e spartizioni e chi è rimasto all’asciutto urla, strepita e minaccia referendum. Anche stavolta viale Mazzini è al completo. Tutti i posti occupati. Non è rimasto nulla, nemmeno le briciole.

Roma – Chi è stato accontentato tace, chi è rimasto a bocca asciutta minaccia e inveisce. Sono i problemi degli incarichi di sottogoverno che, in queste ore, tengono banco a discapito degli italiani che non sanno più a quale santo votarsi per sopravvivere. Ma si sa la politica è fatta di interessi e potere e quando vengono a mancare allora si che sono dolori.

Giuseppe Conte

Anche stavolta è andata. La “lottizzazione Rai è cosa fatta. E scoppia la bagarre politica e si grida allo scandalo. Non tanto per la spartizione delle poltrone, a cui tristemente abbiamo fatto il callo, quanto perché chi è rimasto con il “cece in bocca” dice a gran voce di non condividere il metodo, in quanto non verrebbero rispettate le percentuali di rappresentanza parlamentare. Bella scoperta.

Infatti è soprattutto Giuseppe Conte a lamentarsi, in questi termini, con Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai colpevole, a suo dire, di “…non considerare la rilevanza dei pentastellati nell’equilibrio delle nomine fatte…”. Capirai che perdita.

Carlo Fuortes

In sostanza secondo l’ex Premier sono state raccolte le istanze di tutte le forze politiche, anche dell’opposizione, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, che è il partito di maggioranza relativa. Dopo le nomine, peraltro passate a maggioranza in Consiglio d’amministrazione, l’esponente grillino si è fortemente contrapposto al premier Draghi e all’amministratore delegato della Rai.

Ma dal Governo fanno sapere che sono stati ascoltati tutti i partiti, anche il M5S. Imbarazzante il silenzio di Di Maio che alla prima occasione si tira fuori dalla discussione. Ma la polemica non pala: “…A questo punto raccoglieremo le firme per una iniziativa popolare, coinvolgendo i cittadini, per un referendum volto a riformare la tv pubblica…”, ha affermato Conte durante la trasmissione televisiva di La7. Non ci mancava che questo.

La7, Lilli Gruber intervista Giuseppe Conte a Otto e Mezzo

Lo strappo sulla Rai rilancia le tensioni nella maggioranza e getta una luce “sinistra” sulla grande partita del Quirinale. Pesante, comunque, la clamorosa contestazione dei 5 stelle, che hanno annunciato di disertare la tv pubblica. Diktat imposto dal leader Giuseppe Conte che ha deciso di affidare la comunicazione del movimento soltanto ai canali social del M5S ed alle reti concorrenti. Scaramucce condominiali prive di peso politico.

Per dirla in parole povere un’altra brutta pagina che rende ancora più incerto il presente. La Rai è sempre stata considerata un bottino di guerra da tutto l’arco costituzionale, da destra a sinistra passando per il centro. Tutti ci mangiano e nessuno lo ammette. Prendi Giorgia Meloni, nemmeno lei è rimasta a guardare partecipando a pieno titolo alla divisione della torta, puntando magari alla ciliegina. Dunque perché scandalizzarsi?

Giorgia Meloni

Infatti anche FdI non si lamenta dopo aver ottenuto la direzione di RaiNews con Paolo Petracca. Così solo il M5S è rimasto con una mano davanti e l’altra di dietro. Confermato Gennaro Sangiuliano alla guida del Tg2, mentre Monica Maggioni va al posto di Giuseppe Carboni al Tg1 (rimasto a spasso ma ancora per poco) e Simona Sala alla direzione del Tg3, al posto di Mario Orfeo. La politica cosi facendo si conferma quella che è: una bocca affamata di poltrone e poltroncine ma anche di sgabelli e sedioline, all’occorrenza. . D’altronde le elezioni sono imminenti ed avere qualche intrallazzo in casa di Mamma Rai fa comodo a tutti.

Nel frattempo interviene a gamba tesa anche il Presidente della Regione Campania il quale conferma la propria ritrosia alle telecamere :”…Non partecipo molto alle interviste perché 9 volte su 10, soprattutto negli organi di informazione radiotelevisivi, i conduttori in realtà intervistano sé stessi, non gli ospiti...

Vincenzo De Luca

...Veri pollai televisivi – ha affermato Vincenzo De Luca che servono non a far capire le opinioni di chi viene invitato, ma sono il palcoscenico per una serie di conduttori televisivi malati di protagonismo, di narcisismo, a volte palloni gonfiati, che hanno bisogno di fare “ammuina” per aumentare un po’ gli ascolti, perché sennò non li ascolterebbe nessuno…”. Come dargli torto?

Il clima rovente che si respira dalle diverse postazioni di potere è più che palese mentre i cittadini assistono con disgusto alle manovre di Palazzo che non fanno più notizia. L’astensione elettorale dovrebbe far riflettere ma, evidentemente, come deterrente funziona poco.

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