In drammatico aumento la tratta dei minori destinati ai postriboli e al lavoro nero. I Governi di tutto il mondo, Bel Paese compreso, fanno ancora troppo poco mentre le mafie traggono i massimi profitti da questo tremendo commercio dove le spese sono minime ed i redditi altissimi. La lotta alla criminalità organizzata che commercia in creature umane deve continuare implacabile e senza quartiere.
Roma – Sembra incredibile eppure, in pieno XXI secolo, esiste ancora la tratta degli esseri umani, bambini compresi. Oggi, infatti, ricorre la Giornata mondiale contro questo orripilante fenomeno. Le ricorrenza é stata istituita nel 2013 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione A/RES/68/192 per sensibilizzare la comunità internazionale e promuovere la difesa delle vittime e dei loro diritti.
Qualche giorno fa l’organizzazione non governativa Save The Children, che promuove i diritti dell’infanzia e l’adolescenza, ha presentato l’XI edizione del rapporto Piccoli schiavi invisibili e dall’esplicito sottotitolo Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento.
Dal rapporto emerge l’incremento della presenza di bambini provenienti da ambienti ad alto tasso di deprivazione sociale, spesso figli di giovani donne sole, il cui contesto è circondato da violenza, sopraffazione e sfruttamento.
Il rischio più grave che corrono questi poveri cristi è il re-trafficking, quell’orrenda situazione in cui una vittima di tratta rientra nel proprio Paese d’origine per essere sottoposta nuovamente a questo drammatico traffico di esseri umani. Il fenomeno cambia in base ai contesti socio-economici, al genere delle vittime, alla loro età e alle situazioni del momento.
La pandemia ha amplificato a livello mondiale le disuguaglianze socio-economiche. La perdita di lavoro, l’interruzione dei percorsi educativi sono stati due fattori decisivi nella deflagrazione del rischio di tratta e sfruttamento.
Ovviamente i soggetti più vulnerabili e più esposti sono le donne e i bambini. In particolare le prime per sfruttamento sessuale, i secondi per quello multiplo. Il più terribile e rivoltante. Nel contempo sono cresciute le difficoltà di Enti ed Istituzioni nel fornire risposte adeguate.
I trafficanti, invece, si sono immediatamente adattati alle mutate condizioni. Con la pandemia si sono spostati dove il controllo è meno presente a fronte di guadagni superiori. Ad esempio per lo sfruttamento sessuale la strada ha lasciato il posto a spazi indoor dove le vittime possono essere raggiunte con più difficoltà dalle azioni di prima assistenza.
Non poteva mancate lo sfruttamento tramite il cyberspace, con i bambini come soggetti a più alto rischio. La chiusura delle scuole, l’interruzione della didattica frontale ed il suo trasferimento tramite i devices, insieme all’aumento del tempo passato online, hanno creato un humus fertile per questo tipo di devianza.
Dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine – UNODC – emerge la punta dell’iceberg del fenomeno: 50mila vittime globali relative ai soli casi giudiziari. Di queste, 1 su 3 è minorenne e negli ultimi quindici anni il numero di bambini e/o adolescenti vittime di trafficanti è passato da 10% al 30%.
Nell’ultimo anno in aumento anche le richieste di aiuti per generi di prima necessità. Inoltre le difficoltà socio-economiche hanno provocato un incremento del rischio dello sfruttamento lavorativo. Per quello minorile, ad esempio, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro – OIL – ha rilevato che per la prima volta da quando ha iniziato a pubblicare stime sul fenomeno, i progressi raggiunti sembrano rallentare.
Nel corso del 2020 i bambini e adolescenti coinvolti in forme di sfruttamento sul lavoro sono stati circa 160 milioni, quasi 9 milioni in più rispetto al 2016. In particolare, svolgendo lavori potenzialmente nocivi per la salute e lo sviluppo psico-fisico.
In forte aumento è il lavoro minorile nella fascia d’età 5-11anni, una tendenza a forte rischio di peggioramento a causa della pandemia. Si stima che nel 2022 potrebbero essere spinti verso il lavoro minorile circa 9 milioni di bambini in più.
Anche l’Italia non è rimasta esente da questa situazione, registrando l’anno scorso oltre 1 milione e 300 mila minori in condizioni di povertà assoluta, 200 mila in più rispetto all’anno precedente. La cifra più alta mai registrata da quando è stato calcolato per la prima volta questo dato, il 2005.
Ora la Grande Politica dei Sapientoni e dei Tecnici, cosa fa di fronte a questo scenario? Si trastulla, tra Green-pass, spartizioni di poltrone e accordi sottobanco, mentre i problemi restano senza soluzioni e sotto gli occhi di tutti. Che macello.