MAFIE – SOLDI A PALATE DIETRO IL PIANETA VIRUS: DAI FARMACI AI VACCINI UN FIUME DI SOLDI PER LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

Non c'è migliore occasione di una pandemia per lucrare sulla salute, sugli appalti e le forniture. Mentre i cyber-mafiosi si danno da fare in rete con furti, ricatti ed estorsioni.

La frase suona come un boato: la pandemia fa arricchire le mafie.

L’allarme è stato lanciato da Interpol nel mese di dicembre e viene ribadito da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto.

Dunque il virus non solo ha sconvolto la nostra vita, distrutto l’economia e mietuto innumerevoli vittime, adesso rischia anche di diventare la gallina dalle uova d’oro per la criminalità organizzata.

Come? In tanti modi, soprattutto in questo periodo in cui grandi risorse finanziarie vengono investite per preservare la salute collettiva.

Salvatore Calleri

Il presidente Calleri avverte perentoriamente: “Pochi lo sanno ma da anni la mafia si occupa di farmacie e parafarmacie che hanno un ruolo importante nel territorio e per questo sono appetibili: il traffico di farmaci, veri o falsi, o quello delle bombole di ossigeno, sono un business che fa gola alla mafia…”.

Vigilare, dunque, in special modo sui vaccini, definiti “l’oro liquido del 2021” da Juergen Stock, a capo della Criminalpol, in un’intervista rilasciata alla Wirtschafts Woche: “…Vedremo furti in magazzini e attacchi alle spedizioni di vaccini – spiega Stock – la corruzione sarà dilagante in molti luoghi per ottenere più velocemente questo bene prezioso...”.

In Italia sono partite le indagini dei carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità che hanno ispezionato quattro ospedali romani, controllando scrupolosamente gli scarti dei flaconcini Pfizer assicurandosi che le dosi registrate coincidessero con quelle effettivamente somministrate.

Si sta seguendo una pista investigativa sulla base di alcune segnalazioni secondo le quali ci sarebbe in atto una caccia ai fondi delle fiale di Pfizer per creare un vaccino da rivendere sul mercato nero. Con un occhio a chi acquista il siero online, come ha sottolineato l’Agenzia del Farmaco. Il prodotto in questione “Oltre che inefficace potrebbe essere pericoloso per la salute”.

Niente sciocchezze dunque. Bisogna evitare di cadere in certe trappole, la mafia non aspetta altro.

E proprio sul versante Internet nasce l’altro allarme, considerando che nei mesi della pandemia si è registrato un autentico boom di cyber-attacchi: un aumento del 353% per quelli diretti alle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2020. È quanto emerge dal quarto report dell’Organismo di monitoraggio istituito dal capo della Polizia sul rischio di infiltrazione mafiosa nell’economia e reso noto dal Viminale.

Anche il sistema sanitario è stato vittima, ovviamente allo scopo di rubare “Informazioni riservate riguardanti lo stato di avanzamento della pandemia e l’elaborazione di misure di contrasto, specie con riguardo all’approntamento di vaccini e terapie anti-Covid”, come si legge nel report.

Si sono anche registrati episodi di cyber-estorsione, con alcune infrastrutture che si sono viste richiedere denaro in criptovalute per ripristinare i propri sistemi operativi bersagliati da attacchi di tipo ransom-ware, pensati per rendere inservibili, tramite una cifratura, i dati sanitari in essi contenuti.

Una vera guerra scatenate su tutto il fronte della rete.

Calleri avvisa anche che la mafia non è solo interessata alla questione sanità ma anche a quella del turismo. Con l’intero settore in ginocchio c’è “Un aumento del rischio di infiltrazione criminale e mafiosa, vista l’inevitabile debolezza economica”. Terreno fertile per “usura e riciclaggio mediante acquisizioni di attività” come anche di “penetrazioni criminali nelle proteste che mirano ad assumere informazioni su chi è in difficoltà”.

Le fasce deboli non vanno lasciate sole o finiranno nel tritatutto delle cosche. Lo Stato faccia mente locale e tragga velocemente le conclusioni, magari con iniziative concrete tanto per cambiare.

Salvatore Calleri infine ci lascia allibiti quando rivela che “c’è un tesorone da 3mila miliardi di euro che è stato messo da parte dalle varie organizzazioni mafiose”. No non è un errore, avete letto bene: 3mila miliardi di euro. Cifra “che permetterebbe di risanare il debito pubblico italiano”. Invece su questa montagna di denaro regna un silenzio tombale che “non può che far rimanere esterrefatti”, conclude il presidente della fondazione antimafia.

Pare proprio che faccia comodo a molti far prosperare la criminalità organizzata. O no?

Occorre un maggiore contrasto alle mafie

Non ultimo stiamo attraversando anche un momento molto poco edificante da questo punto di vista: “…Per quello che riguarda la lotta alla mafia – aggiunge ancora Calleri – oggi ci troviamo nel momento più buio degli ultimi 30 anni…”. Già a quanto pare “non è più un tema che trova spazio politico o che viene trattato…”.

Roba vecchia, insomma. Non interessa più, non fa audience. Una buona trama per qualche fiction magari ma relegata nel mondo dell’intrattenimento e non più in quello dell’attualità. Il pubblico, si sa, si stanca in fretta.

Meglio le liti tra politici o qualche bello scoop sull’attricetta di turno, il tutto condito da urla e insulti in diretta. Questo sì che fa alzare lo share.

Ricordando i volti di personaggi come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o il generale Dalla Chiesa, vien voglia di andare a nascondersi per la vergogna. E di fare loro le nostre scuse. Umilmente.

 

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