In Parlamento c’è una proposta di legge, parcheggiata da mesi, che riguarda “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica”. Che cosa si attende per trasformarla in legge in un Paese che conta il 75% della popolazione composta da ottuagenari? Vogliamo darci una mossa?
Roma – Oggi, 15 giugno, si celebra la Giornata mondiale sulla consapevolezza degli abusi sulle persone anziane. Istituita nel 2006 dalla Rete internazionale per la prevenzione degli abusi sugli anziani (INPEA) la ricorrenza è riconosciuta ufficialmente anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con risoluzione A/RES/66/127.
I diritti umani degli anziani sono garantiti dall’art. 2 della Costituzione italiana e dall’art. 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Sembra incredibile che questo fenomeno, in continua crescita, sia diventato il simbolo di una vergognosa realtà della società moderna.
Le persone anziane rappresentano la nostra memoria storica vivente e sono fonte inesauribile di conoscenza e saggezza. Difatti, nelle società pre-industriali, l’anziano rappresentava il pilastro portante della società basata sulla famiglia.
Il più anziano era il più saggio, colui che dettava la linea di comportamento a tutti i membri della famiglia e che nessuno si permetteva di contraddire. E in alcune zone del mondo, lontane dalle grandi metropoli e dai ritmi frenetici che scandiscono la quotidianità, è ancora così.
La società attuale ha relegato la figura dell’anziano in un angolo buio, orfano del suo ruolo centrale all’interno del nucleo familiare, complice anche il cambiamento della struttura familiare stessa che è passata dalla convivenza di più generazioni all’atomizzazione del nucleo di consanguinei.
Oggi le persone della terza età sono destinate a vivere da sole, oppure parcheggiate in strutture inefficienti o seguite da badanti che, a volte, si rendono protagoniste di episodi di maltrattamenti nei loro confronti.
Secondo i dati OCSE ci sono oltre 900 milioni di persone al mondo di età superiore ai 60 anni che, seguendo il trend di invecchiamento della popolazione legato al calo delle nascite e all’allungamento della vita media, dovrebbero arrivare a 2,4 miliardi entro il 2050.
L’Italia, con il 75% della popolazione ottuagenaria, è una delle popolazioni più longeve. Nonostante questi risultati, secondo le stime della Società italiana di gerontologia e geriatria, un anziano su tre è vittima di abusi: 2,9 milioni sono le persone anziane maltrattate psicologicamente, 600.000 quelli che subiscono truffe finanziarie, 100.000 gli over 65 oggetto di abusi fisici e sessuali.
A queste tipologie di abusi perpetrati sugli anziani si aggiunge anche la mancanza di attenzioni, ovverosia l’incuria. A causare l’abuso su un anziano contribuiscono, a carico della vittima, fattori di rischio quali gravi problemi di salute, vita sociale poco attiva o del tutto assente, disturbi di tipo cognitivo.
Mentre i principali fattori di rischio che possono portare una persona ad abusare degli anziani sono lo stress, i disturbi psichiatrici, l’abuso di droghe, la tendenza al comportamento violento, la dipendenza dell’abusante dalla persona anziana soprattutto quando a prendersi cura degli anziani sono i figli o parenti prossimi.
Purtroppo nel nostro Paese non esiste ancora una definizione normativa specifica a livello nazionale che inquadri questo tipo di abuso e garantisca i diritti di chi ne è vittima. In caso di maltrattamento i riferimenti normativi sono quelli previsti dal codice penale: lesioni personali (art. 582 del C.P.), abuso dei mezzi di correzione o disciplina (art. 571 C.P.), maltrattamenti in famiglia (art.572 C.P.), abbandono di incapace (art.591 C.P.), violazione e omessa prestazione dei mezzi di sussistenza (art. 570 C.P.), truffa o circonvenzione di incapace in caso di abuso finanziario (art. 640 e 643 C.P.).
Nel frattempo, in Parlamento, è ancora in corso l’esame del testo di legge riguardante le “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica” che attiene alla tutela degli anziani, bambini e persone con disabilità.
Una proposta di legge che include la possibilità di installare, in modo regolamentato, sistemi di videosorveglianza negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili. Il Ddl è ancora in parcheggio.
Non dimentichiamo che la pandemia ha messo ancora più in luce la vulnerabilità di questa fascia di popolazione che ha sofferto enormemente per l’incapacità di mettersi in salvo, specie se ricoverata presso le RSA o le case di cura a lungo termine con altri degenti affetti da Covid. L’inadeguatezza delle strutture e dei mezzi hanno fatto il resto.
Il risultato è stata quella sanità selettiva che è venuta meno al codice deontologico decidendo chi salvare e chi no. Gli anziani rappresentano un bene prezioso e vanno tutelati con standard di protezione maggiori rispetto a quelli attuali e valorizzati dalle giovani generazioni per evitare che la vecchiaia assuma quel retrogusto amaro e di mera sopravvivenza senza scopi, né stimoli e, soprattutto, affetto.