ROMA – LETTA E CONTE SPOSI? PIUTTOSTO AMANTI. SINO ALLE POLITICHE PASSANDO PER IL CAMPIDOGLIO

I partiti si preparano alle prossime politiche. Favorito il centro-destra, stando alle ipotesi degli esperti, che si troverebbe all'opposizione Pd e M5S oltre ai partiti minori. La poltrona di sindaco di Roma rimane quella più ambita.

Roma – Tra Letta e Conte incontri ravvicinati del terzo tipo. I due si abbracciano e si controllano. Nell’intento di fregarsi a vicenda. In fondo la stessa strategia adottata dal centro-destra: fare e disfare alleanze con chiunque per poi correre alle urne con gli alleati di sempre.

Soprattutto stavolta nella considerazione che il prossimo governo, quello eletto dal popolo, vedrà protagonisti Salvini, Meloni e Tajani. Con Mario Draghi alla presidenza della Repubblica e il capo del Carroccio nei panni di premier? 

Previsioni, supposizioni e congetture, ovviamente. Nel frattempo il disegno di Nicola Zingaretti vedrà il suo epilogo: il Pd sposerà il nuovo Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che, sempre più in sordina, lavora contro il tempo per rifare il look al partito di Grillo entro la prossima estate. Forse anche prima.

Salvini, Meloni e Tajani i prossimi preferiti alle elezioni politiche

Nei fatti non cambierà proprio nulla. Non ci sarà alcun cambiamento ma solo la nascita di un cartello elettorale per le prossime politiche. Del resto il lupo perde il pelo, non il vizio dunque non aspettiamoci alcuna novità interessante. Nonostante le aspettative siano alte specie da parte degli elettori. 

Letta non ha programmi nuovi. Anzi sono sempre i soliti e datati: Ius Soli ed il voto ai sedicenni. Capirai che giubilo, in un momento in cui l’Italia ha bisogno estremo di prospettive serie e proposte concrete per risalire la china la cui pendenza aumenta ogni giorno di più.

Insomma la comunella fra Pd e 5 Stelle è come un vuoto a perdere, ovvero destinata al fallimento. D’altronde il grillini, alle precedenti politiche, avevano ottenuto il successo che tutti ricordiamo perché si erano proposti agli italiani come partito anti-casta, un’idea politica nuova da contrapporre al sistema politico e al malgoverno.

Ius Soli e cittadinanza, il cavallo di battaglia del Pd a cui segue il voto ai sedicenni

I cittadini erano stanchi e delusi. Se vogliamo esasperati dall’inettitudine parlamentare, trasversale a tutti gli schieramenti. Adesso il partito di Grillo vede nell’unione con i democratici una via d’uscita all’incredibile crisi interna che ha visto decine di parlamentari fuggire dall’area pentastellata.

Per il Pd, invece, l’operazione è un modo come un altro per rafforzarsi con un gruppo che, ad ogni buon conto, presenta ancora una certa consistenza in Parlamento, nonostante le numerose defezioni.  Del resto è cosa risaputa che l’originale, rispetto alla fotocopia, desta sempre maggiore interesse.

E’ anche vero però, rimanendo nel campo delle congetture, che Giuseppe Conte conta ancora molti estimatori. Pertanto ritenere che avvenga esattamente il contrario di quanto vorrebbe il partito di Letta non è fantascienza. i grillini potrebbero tornare ad essere protagonisti, fortemente ridimensionati, mentre i democratici dovrebbero accontentarsi del ruolo di gregari. Ed entrambi all’opposizione con i partiti minori:

Stavolta l’aria che tira è diversa.

“…Chi va da solo è meno efficace – dice l’avvocato Contea partire dalle prossime amministrative c’è la volontà di confrontarsi per trovare soluzioni più efficaci. Il Pd sarà l’interlocutore privilegiato del nuovo M5S…”.

Non dimentichiamo che i pentastellati, nonostante fughe ed espulsioni a seguito dell’insediamento del governo Draghi, continuano a beneficiare dell’effetto Conte, ossia della disponibilità dichiarata dell’ex premier a mettersi alla guida del Movimento.

Nei sondaggi infatti il M5S rimane ancorato al 16,9%, ex equo con FdI mentre il Pd è al 18%. La Lega rimane il primo partito in assoluto con il 23%. Ma se il nuovo corso del M5S dovesse risultare vincente rispetto al Pd, che fine farebbe il buon Enrico Letta?

Opterebbe per il karakiri o per la sorte che è toccata a Zingaretti e ad i suoi predecessori? In ogni caso l’incontro tra i due leader ha sancito in maniera ufficiale il percorso comune dei due partiti che seguiranno una linea politica condivisa nell’interesse dell’attuale governo.

Nicola Zingaretti                                                                                                                                                                                        Foto di Valerio Portelli

Del resto se Pd e M5S imboccheranno la strada della collaborazione fiduciaria sarà più facile per il governo il lavoro di integrazione fra le istanze di una maggioranza molto variegata. Comunque al di là di ogni aspetto strettamente propagandistico, si viaggia in tandem verso le amministrative di ottobre, anche se in ordine sparso.

Non sarà una partita facile perché i prossimi appuntamenti elettorali riguardano città grandi nelle quali ogni partito ha già dei pretendenti. Ma quello della Capitale è senz’altro il nodo cruciale, quello da sciogliere al più presto. Per il Pd e i 5 Stelle rappresenta addirittura la prova del nove per lo stesso futuro della loro alleanza.

Virginia Raggi ci ritenta e il Pd storce il muso

La tenzone, però. diventa complicata e irta di ostacoli con Virginia Raggi che si è ricandidata al Campidoglio già da qualche mese nonostante i borborigmi del Pd che non digeriscono affatto la sindaca di Roma a cui vorrebbero contrapporre Zingaretti. L’unico, forse, che potrebbe rappresentare per bene il patto Letta-Conte ma ancora è troppo presto per dirlo. Nonostante il palese appetito del governatore del Lazio per la poltrona di primo cittadino romano.

Congetture, ipotesi e previsioni. Nulla di certo. Ma Covid o non Covid, come nel resto del mondo, le elezioni si avvicinano anche per l’Italia e non saranno possibili ulteriori proroghe

 

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