Similitudini nelle carriere politiche dei due Matteo nazionali: Renzi e Salvini. Un'analisi impietosa, tra il serio ed il faceto, sullo stato di salute della nostra situazione politica! Una brutta situazione politica.
Milano – “Nomen omen” dicevano i nostri progenitori latini. La locuzione sta ad indicare che “il nome è un presagio; un destino; il destino nel nome; di nome e di fatto” e deriva dalla credenza dei Romani che nel nome delle persone fosse indicato il loro destino. Ora la cronaca politica degli ultimi anni è stata caratterizzata in due fasi distinte dalla presenza ingombrante di due Matteo: Renzi e Salvini. Una rapida ricerca etimologica ci informa che il nome è di derivazione ebraica, Matithia composto di due termini la cui traduzione esatta è “dono di dio” o “uomo di dio”.
Inoltre pare che siano provvisti di quella scintilla divina che ne fa persone eccezionali con sorprendenti inclinazioni artistiche. Ora, nonostante il loro profuso impegno e volontà le sorprendenti inclinazioni artistiche sono state talmente sorprese da sè stesse che ritardano a palesarsi! Una derivazione di Matteo sembra essere Mattia. Il nome si è diffuso in Italia anche grazie al successo dell’opera letteraria “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, in cui il protagonista è uno privo di certezze che vive un’esistenza grama e monotona. Non è il caso dei nostri summenzionati eroi che, al contrario, hanno vissuto fasi della loro attività politica che possono senz’altro essere definite vitali, sostanziose e fertili, ma anche mutevoli, poliedriche e frizzanti.
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Nella accezione ebraica “dono o uomo di dio” è molto probabile che Dio sia stato molto occupato, confuso e distratto nell’ elargirci questo simpatico regalo o, meglio, lo ha fatto per punirci della nostra dabbenaggine e stoltezza! Ora poiché nomen omen” non ci ha granché spiegato, l’astrologia ci può venire in soccorso per un ulteriore contributo alla comprensione del fenomeno. Lungi da me il pensiero di sostituirmi alle previsioni settimanali su questo giornale di Herenui, dallo zodiaco risulta che Renzi è nato nel 1975 sotto il segno del Capricorno. E’ un segno cardinale di terra dotato di testardaggine, tenacia, ambizione smodata, egolatria, grazie ai quali raggiunge i propri traguardi con successo. Salvini, invece, è nato nel 1973 ed è un Pesci: segno mobile d’acqua. Le persone nate sotto questo segno sono fantasiose, geniali, sensibili e sognatrici, portate per l’amore ed il romanticismo. Dotate di forte empatia entrano in facilità in contatto con gli altri e comprenderli. Inoltre, spirito di sacrificio, abnegazione per una causa da loro ritenuta giusta completano il quadro. Infine, sono dotati di molta sensibilità che li porta a vivere in maniera intensa i propri sentimenti.
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Matteo Renzi è stato definito da “il fatto quotidiano” la diversamente lince di Rignano. Si tratta di Rignano sull’Arno, un comune che fa parte della città metropolitana di Firenze, dove il “nostro” vive con la sua famiglia, quando non ha impegni politici a Roma: è senatore della Repubblica. La lince è un felide generalmente solitario ed estremamente sfuggente, ama attaccare le sue prede tendendo agguati (chiedere lumi ad Enrico Letta!) La natura solitaria può corrispondere a quella del capo. Infatti non ama condividere la leadership, ma essere l’unico Duce e circondarsi di tanti fedeli scudieri. E’ passato alla storia come il “nuovo che avanza nella sinistra”, forse ad intendere ciò che avanza dalla cucina, con la pomposa definizione del “rottamatore” della vecchia classe dirigente. Fino ad ora, ne è stato rottamato, infatti, stando ai risultati dei sondaggi sul partito da lui fondato “Italia Viva ” la percentuale si aggira sul 2%, che ne dimostrerebbe lo stato comatoso, tanto da poter essere definita “Italia Morta ” ! Bella botta per chi qualche anno fa aveva un consenso col Pd, di cui era segretario, del 40%. Talmente inebriato dal successo che da allora è stata tutto un susseguirsi di sconfitte, l’una dietro l’altra, colpito da quella che può essere definita come crisi d’accrescimento. Ovvero più aumenti numericamente meno ne imbrocchi! E sbrocchi…
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Matteo Salvini, leader assoluto, nonché segretario federale della Lega Nord, ex Lega Nord per l’indipendenza della Padania oggi Lega Nazionale: da secessionista a nazionalista una bell’inversione ad U o un gran salto della quaglia, come in politica viene definito il comportamento di chi all’improvviso cambia partito e strategia. Come fa il volatile che per sfuggire alla caccia dei predatori all’improvviso cambia traiettoria per disorientare l’avversario. Nei fatti il saltellare politico da una posizione all’altra sta disorientando se stesso.
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Andrea Scanzi de “Il Fatto Quotidiano” gli ha dedicato un divertente ed arguto saggio dal titolo eloquente “Il Cazzaro Verde” quando era ministro dell’interno e viceministro del governo Conte 1. Ex fondatore dei comunisti padani, una costola leghista del pantomimico parlamento padano, balzò agli… Onori della cronaca durante il consueto raduno annuale della Lega a Pontida nel 2009, quando probabilmente sotto l’effetto di qualche birra di troppo (in vino veritas o come scrisse il poeta latino Orazio: “che cosa non rivela l’ebrezza?) si mise a cantare dei ritornelli beceri da stadio contro i napoletani. Alle elezioni politiche del 2018 è risultato il 1° partito all’interno della coalizione di centro-destra. Ministro dell’interno, nonché vicepresidente del consiglio, del Conte 1 è ricordato per alcune sue gesta che… Passeranno alla storia: ha rifiutato lo sbarco sulle coste italiane della nave di soccorso Acquarius, con a bordo circa 600 migranti, scatenando l’ira delle maggiori capitali europee. E’ inoltre indagato per sequestro di persona aggravato per avere bloccato la procedura di sbarco della nave Diciotti. Nell’estate del 2019 dopo una serie di contrasti con l’alleato M5S, sull’onda del successo elettorale ottenuto alle Europee con il quasi 35% di voti ed un forte calo dell’alleato di governo, ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del governo di cui ne ha fatto parte, ovvero: in pratica ha sfiduciato se stesso. Un genio! E’ rimasta celebre la seduta in senato col presidente Conte in piedi a riferire in aula e Salvini seduto al suo fianco, che lo ha rimproverato della sua sciatteria politica e della sua ignoranza del diritto costituzionale.
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Ignoranza nel senso etimologico del termine: dal latino “ignoràre”, a sua volta derivato dalla negazione del termine greco “gnosis”, letteralmente “mancanza di conoscenza”. Che un politico di professione non conosca gli attrezzi del mestiere è grave, molto grave. Da licenziamento in tronco, senza se e senza ma! E come se un medico non conoscesse gli strumenti chirurgici!.. Passerà agli annali della storia del nostro Paese la faccia di Salvini: un bambino che non sa come giustificarsi dopo che è stato scoperto con le mani nella marmellata! Da ritirarsi in un convento a vita, così come avrebbe dovuto fare il suo omonimo dopo il referendum del 2016, durante il quale sentenziò che si sarebbe giocata la sua carriera politica: ritiro in caso di sconfitta. La sconfitta c’è stata e pure netta! Ma i due Matteo sono ancora lì, a recitare per ora il ruolo di comparsa nell’eterna e stantia commedia della politica nostrana!
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