Il centrodestra spinge per mandare in pensione la mappa del catasto e organizzare un focus sulle case fantasma. Il Governo e parte della maggioranza tirano non solo in senso opposto ma forse verso un ennesimo tentativo di imporre una patrimoniale. Se cosi fosse per gli italiani sarebbe l’ennesima iattura in un momento estremamente delicato per l’economia mondiale ancora dilaniata dagli effetti della pandemia.
Roma _ La riforma del catasto non convince e provoca divisioni e malumori all’interno della stessa maggioranza la quale, però, in sede di CdM ha approvato all’unanimità il percorso di aggiornamento degli estimi catastali. I dolori arrivano in sede di Commissione Parlamentare dove tutto viene ribaltato e messo in discussione.
Allora Draghi, attraverso la sottosegretaria al Mef Cecilia Guerra, fa sapere in maniera perentoria le sue intenzioni:”…L’approvazione della riforma è dirimente per la continuazione dell’esperienza di Governo…”.
Improvvisamente la seduta viene sospesa in attesa di stemperare la tensione fra i parlamentari, i quali invocano la libertà di potersi determinare liberamente e presentare emendamenti laddove non ci sia convergenza sul provvedimento.
I capi gruppo sono costretti, anche se a malincuore, a ritessere il mosaico onde evitare reazioni emotive di scarsa utilità. In sostanza la Lega resta ferma sulla richiesta di stralcio dell’articolo 6 che prevede una mappatura degli immobili su tutto il territorio nazionale, mentre FI è per la riscrittura del testo, in una versione che possa favorire l’intesa.
“…Mentre c’è un conflitto in pieno corso in Ucraina e il costo dell’energia è alle stelle – sottolinea la Lega – non ci sembra questo il momento di ricorrere alle maniere forti e di portare il dibattito allo scontro istituzionale…
…Peraltro, lo stesso Governo e diversi gruppi di maggioranza hanno già riconosciuto l’inutilità di un intervento di riforma del catasto se la finalità è solo quella di una mera indagine statistica per scovare gli immobili-fantasma…”.
Critiche alla strategia dell’esecutivo sono giunte anche dai Cinque Stelle. Il Pd è disponibile al confronto di merito sull’articolo 6 della Legge Delega sul Fisco, a condizione che le forze politiche che hanno sottoscritto l’emendamento soppressivo lo ritirino.
I dem chiedono ai colleghi parlamentari della maggioranza di rimettere la “palla al centro” e ricominciare a trattare come se nulla fosse successo, rinnegando quanto scritto, prima di un accordo, per sostenerlo tutt’al più verbalmente.
Il ricatto, secondo molti, conferma il dubbio che ci siano dietro altre logiche, come quella di tassare la casa. Ma la linea resta quella di due settimane fa, espressa con chiarezza dal premier Mario Draghi ai capi delegazioni delle forze di maggioranza dopo essere salito al Colle per incontrare Sergio Mattarella. Ovvero unità su temi centrali per l’agenda di Governo, puntellando la strada per mettere a segno gli obiettivi del Pnrr.
Il refrain è sempre lo stesso: “Il Governo è qui per fare le cose o non si va avanti”. Dunque nessun cedimento sulla Delega Fiscale, che ha visto l’unità della maggioranza venir meno in Commissione Finanze e alla Camera sul Catasto, tema che già aveva fatto saltare il voto della Lega in Consiglio dei ministri quando, a inizio ottobre, c’era stato il via libera del Governo alla Delega sul Fisco.
Da una parte tira il centrodestra, che teme una patrimoniale e punta allo stralcio dell’articolo che riforma la classificazione dei fabbricati, mentre il resto della maggioranza è in linea con il Governo e Leu, addirittura, ha proposto anche un emendamento per anticipare la riforma dal 2026 al 2023.
L’articolo 6 della Legge prevede la Delega al Governo per l’adozione di norme per modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da porre a disposizione dei Comuni e all’Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di individuare il corretto classamento degli immobili, senza aumentare le tasse.
L’integrazione, dunque, delle informazioni (da rendere disponibile dal 1° gennaio 2026) non dovranno essere utilizzate per finalità fiscali. La modifica del Catasto sarebbe solo una fotografia, con gli immobili che fino a tutto il 2025 avranno un doppio valore, uno tributario e un altro di mercato.