La rivolta civile, per altro dilagante in tutta Europa, potrebbe diventare una rogna maggiore del Covid. L'opacità delle comunicazioni istituzionali genera malcontento e rabbia.
Roma – Dopo Napoli, Milano, Torino, nella stessa capitale e venerdì notte a Firenze si è davvero toccato il fondo del barile. Centinaia di manifestanti non autorizzati, forse addirittura oltre un migliaio, hanno messo a ferro e fuoco il centro storico della città urlando slogan contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per le chiusure anti-Covid.
Una guerriglia urbana senza precedenti: fumogeni, molotov, pietre, bombe carta. Il bilancio, quasi un bollettino di guerra, è di 10 poliziotti feriti e 4 arresti di giovani appartenenti all’area anarco-insurrezionalista, 20 denunciati accusati a vario titolo di violenza e danneggiamenti ma le indagini della polizia e della Digos proseguono senza soste per individuare altri responsabili.
I contestatori per lo più giovani, anche minori, dei centri sociali e di organizzazioni di estrema destra hanno distrutto fioriere, incendiato cassonetti, rovesciato bidoni e cestini, imbrattato muri, devastate macchine e vetrine, divelti cartelli stradali per utilizzarli come arma unitamente a pietre, bastoni e mazze. Le foto e i video girati sui luoghi dei tumulti mostrano giovani teppisti che hanno sfogato una rabbia impressionante.
Giovani in larga parte disadattati che si sono radunati coordinandosi via social. Quanto avvenuto nel centro storico di Firenze, è aberrante e ingiustificato. L’ultimo Dpcm non piace, e questo giudizio può essere più o meno condivisibile ma da qui a dichiarare guerra al mondo ce ne corre. Perplessità, dubbi e inviti a modificare il provvedimento erano stati espressi da più parti ancor prima che venisse emanato.
All’interno della maggioranza Teresa Bellanova, ministro delle politiche Agricole, aveva ripreso le parti ai ristoratori e ai componenti della filiera alimentare che dopo aver fatto sforzi e investimenti per adeguare i loro locali alle norme anti-covid, si sono poi sentiti traditi dal “coprifuoco” deciso dal governo.
Italia viva di Matteo Renzi, con il solito aplomb di chi veste i panni della maggioranza ma si esprime come opposizione, ha immediatamente chiesto che i ristoranti chiudessero alle 22 o alle 23, a seconda delle regioni. I dissapori all’interno della maggioranza, la pressione delle opposizioni, in primis di Salvini e Meloni che hanno sempre utilizzato la pandemia come terreno di scontro per aggiudicarsi consensi ma soprattutto la mancanza di certezze e consuetudini, hanno fatto esplodere le proteste.
La gente ha paura per la profonda crisi economica conseguente alla malattia virale e protesta a ragione. Purtroppo oltre i cittadini perbene c’è chi cavalca l’onda della rabbia per creare scontri, disagi e guerre sociali, rischiando così di vanificare la legittima protesta civile.
Questa, e lo sapevamo, è una crisi senza precedenti che, ad ogni buon conto, ha fatto cadere a picco le richieste a fronte di offerte sempre più elevate. Ci riferiamo alla ristorazione, per l’appunto. Quanti sono i proprietari e gestori di ristoranti che possono affermare che anche prima dell’ultimo Dpcm facevano affari d’oro? Quante persone al chiuso delle palestre hanno preferito il fitness all’aria aperta? Quanti centri di estetica avevano chiuso i battenti già dopo il primo lockdown?
I contagi aumentano in maniera esponenziale e con essi paura e incertezza che fanno rinviare acquisti e investimenti. E sapevamo anche questo. Infatti quella che stiamo subendo non è una crisi provocata dalla finanza, come quelle precedenti, piuttosto un’emergenza inedita consequenziale alla problematica sanitaria.
Rimane estremamente importante informare per bene i cittadini. Una volta per tutte e senza trascurare le altre notizie. Se l’emergenza sanitaria peggiorerà i cittadini debbono sapere come siamo messi davvero. Senza tornare a “truccare” i numeri di tamponi e contagiati e senza “ritoccare” i numeri dei morti di Covid con decessi per altra causa. Com’è stato fatto nel silenzio di tutte le istituzioni dello Stato, magistratura compresa.
La rivolta civile potrebbe dare più filo da torcere del virus e sarebbe ben più devastante.
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