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ROMA – POLITICI IN CADUTA LIBERA: SUI SOCIAL DIMEZZATI I CONSENSI DEI PARTIGIANI DI DRAGHI

I follower dei leader di destra e sinistra si defilano verso i movimenti di protesta, Dopo la fiducia a Draghi l'opposizione è quasi del tutto scomparsa, Solo esternazioni populiste che non servono a nulla. Chiacchiere e distintivo…

Roma – La popolarità dei leader politici comincia a vacillare e si corre ai ripari. Le esternazioni di Matteo Salvini sulla riapertura di scuole e attività commerciali dopo Pasqua vanno incontro alla palpabile e diffusa stanchezza degli italiani che ne hanno abbastanza di chiusure e rinunce.

Lo stesso leader della Lega ha subito un drastico crollo delle interazioni sui suoi account social dall’insediamento del governo Draghi. Ma Salvini non è il solo, perché la stessa sorte è toccata a Conte, Renzi (soprattutto dopo l’incontro con il principe saudita Muhammed Bin Salman), Di Maio, persino a Giorgia Meloni, che hanno visto ridursi il numero dei fedelissimi sui propri profili, dopo la formazione del nuovo esecutivo.

Ecco svelato il motivo di cosi tante manifestazioni populiste che non hanno sortito, con gli italiani, se non l’effetto contrario. Quelli come Salvini predicano bene, e razzolano male ben sapendo che le panzane che sbandierano ai quattro venti sono soltanto illusioni. Una distribuzione, a tutto tondo, di false aspettative che in questo preciso momento cozzano con la volontà del governo, dunque compreso Salvini, che non intendono riaprire sino a quando la curva pandemica non tenderà al ribasso.

Tutti, appassionatamente, in ribasso

Perché dunque tanta strumentalizzazione e dietrologia? Credono davvero questi signori che gli italiani siano cosi fessi da cascarci ancora? Certamente lo stile di Mario Draghi ha messo fuori gioco la comunicazione polarizzata e divisiva come quella messa in campo dai leader nostrani negli ultimi anni.

Così i capi di tutti i partiti, sia dalla parte di Draghi, sia contro (quali sono i partiti che si antepongono a Draghi? Ce ne sono?), si sono visti dimezzati i “like perché chi si schiera a favore per le poltrone non gode dell’ammirazione di milioni di follower che cosi hanno inteso punire chi li prende per i fondelli.

E’ opportuno ricordare che interazione non vuol dire consenso, anzi giova evidenziare che i commenti ai post dei politici sono per lo più negativi. Comunque il cambio di passo a Palazzo Chigi coincide con un mutato trend nei contesti digitali dove i personaggi di palazzo raccolgono proseliti.

Mario Draghi

Il riassetto istituzionale, anche nel posizionamento dei leader, è in corso ed è risultato indigesto. Ci vuole tempo. D’altronde lo scontro, la mischia, l’insulto sono sempre stati privilegiati, rispetto ad un comportamento di mediazione e responsabilità. Il vero snodo è pertanto non farsi assorbire da una tendenza cosi malevola a cui ormai siamo abituati. Nel bene e nel male.

Movimenti di protesta e proposta, prima e durante pandemia, sono indici di un giusto e naturale fermento nella società civile. Così la vera sfida consiste nel fatto che le forze politiche in campo devono resistere agli stimoli di pura e semplice contestazione, dimostrando capacità di vedute a media e lunga scadenza.

Gli occupanti degli scranni, invece, non sono capaci di raccogliere e rappresentare questi stimoli con un’azione mediatrice ma solo di assecondare la rivolta, pur di accumulare “punti” e commenti positivi. Per tutti questi motivi la pace con il governo Draghi non durerà a lungo e, del resto, meglio il mare di tempesta che quello di bonaccia.

Nel frattempo il presidente del Consiglio, pur assente sui social e poco incline all’utilizzo di piattaforme come Fb o Twitter, continua a mostrarsi disinteressato a procacciarsi fans. Con grande disappunto di tanti politici, soprattutto di quelli che occupano i piani alti dei dicasteri.

Pandemia a parte anche il modo di annunciare è stato modificato. Grazie a Mario Draghi, l’uomo del “parlare solo quando c’è qualcosa da dire e far parlare i fatti. Non è detto che sia il modo migliore ma certamente quello più rispettoso nei riguardi dei cittadini, ormai abituati alle urla di chiunque. Soprattutto di chi si è dimostrato fazioso e inconcludente

 

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