ROMA – NATALE BIANCO E ZONA IN TINTA: AL VIA LE REGOLE PER LE FESTIVITA’ PANDEMICHE

Nelle grandi città è partito lo shopping frenetico. Un "Liberi Tutti" che farà solo male ma che il governo, in un certo senso, ha avallato con norme per nulla restrittive e zeppe di falle facilmente aggirabili. A gennaio la prova del nove.

Roma – Sembra una boutade ma si parla anche di zona bianca. Come se i colori dovessero d’ora in poi identificarci e cancellare le nostre identità. Comunque nessuna conferma, solo illazioni, perché nemmeno le Regioni hanno notizia dell’introduzione della nuova fascia. Ammesso che poi diventi realtà o si trasformi nella solita buffonata.

Nel nuovo Dpcm rimarrà l’attuale suddivisione della Penisola in zona rossa, arancione e gialla. Pare infatti che “nessuna discrezionalità o arbitrio politico sarà adottato dal governo ma soltanto misure automatiche”, afferma il ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.

Fabiana Daidone

Tante le proposte dalle Regioni, fra queste quella del presidente del Veneto Luca Zaia che suggerisce per i ricongiungimenti familiari, anziché concederli fino al 20 dicembre, di scaglionarli per evitare di creare confusione ed assembramenti. Tutti i rappresentanti regionali che danno un parere si stanno confrontando con il governo per concordare le linee d’azione del nuovo documento.

Diverse le contrapposizioni ma sulle piste da sci e dintorni da parte della maggioranza insiste la più ferrea posizione ovvero intransigenza assoluta. Come è giusto che sia. Almeno in questa circostanza. Ma le Regioni dell’arco alpino non ci stanno e dichiarano guerra sostenendo che le piste sciistiche devono rimanere aperte solo agli ospiti degli hotel o proprietari di seconde case. Punto.

Luca Zaia

Nel frattempo Conte sta lavorando, con gli altri Paesi europei, ad una scelta unitaria per evitare il virus d’esportazione. Staremo a vedere. Non crediamo che il governo italiano abbia tutto questo potere di contrattazione e influenza politica. In ogni caso il coprifuoco inizierà alle ore 22 anche per Natale e Capodanno e finirà alle 6 del mattino, con bar e ristoranti che chiuderanno alle 18 in tutta Italia. Nella considerazione, amara, che durante le festività tutte le regioni dovrebbero entrare in fascia gialla.

Le nuove restrizioni potrebbero durare fino al 15 gennaio. Ma questo dipenderà dall’andamento della solita curva epidemiologica durante le vacanze di Natale. Anche il presidente della Liguria Giovanni Toti sembra abbastanza soddisfatto dell’intesa con il governo: “…Continuiamo ad avere un confronto proficuo con i ministri – ha detto Totiin ogni caso abbiamo inviato già le nostre proposte. Ora attendiamo di valutare nel dettaglio le norme del prossimo Dpcm…”.

Giovanni Toti

Si cerca comunque di evitare, da parte degli enti regionali, di rendere più difficile il passaggio in zona rossa o arancione, cercando di modificare i parametri fino adesso utilizzati dal governo. Sembra più una furbata per tutelare gli interessi economici piuttosto che salvaguardare la salute dei cittadini. Ormai sembra palese e vale per tutti: da Nord a Sud, isole comprese

Nel frattempo Giuseppe Conte incontra i capigruppo della maggioranza al fine di ottenere una cornice più ampia per l’approvazione de quo del nuovo Dpcm. A definire il quadro, infatti, sono le continue riunioni tra il Premier ed i ministri Roberto Speranza e Federico D’Incà oltre ai richiamati capigruppo sul prossimo provvedimento che dovrà dettagliatamente indicare le nuove misure per i contagi la cui stima sembra un tormentone incomprensibile ai più.

Milano shopping e assembramenti selvaggi

Il provvedimento verrà firmato oggi, proprio alla data di scadenza dell’attuale Dpcm, per entrare in vigore domani 4 dicembre. Dalla Conferenza delle regioni trapela che il ministro della Salute Roberto Speranza non ha mostrato alcuna volontà di concedere allentamenti nel periodo delle festività. Almeno lui.

Serve infatti “mantenere rigore e prudenza per non vanificare i primi risultati che stiamo vedendo”, ha detto Speranza nel corso dell’incontro con le Regioni. Le sante messe di Natale si svolgeranno “nella piena osservanza delle norme” ha assicurato monsignor Mario Meini, pro-presidente Cei. E non poteva essere altrimenti.

Monsignor Mario Meini

Altro tema caldo è quello della scuola, la cui riapertura al 100% ci sarà solo dopo il 6 gennaio e determinerà un pericolo maggiore per tutta la popolazione dal punto di vista della diffusione del virus. Ma pare che questo “piccolo” particolare non interessi più nessuno. In questo caso tutti responsabili, Regioni e Governo. Che si abbia coscienza di questo, almeno.

Nel periodo natalizio i negozi rimarranno aperti fino alle 21 ed i centri commerciali solo nel fine settimana. Inoltre i ristoranti apriranno i battenti solo a pranzo nelle zone gialle e rimarranno chiusi il 25, 26 e 31 dicembre. Non sarà possibile partecipare a nessuna festa in quanto è tassativamente vietato organizzarne sia in locali pubblici che privati.

Confusione a Roma, la distanza sociale è solo un ricordo

Cinema e teatri chiusi mentre dalla settimana di Natale saranno vietati gli spostamenti tra regioni, anche in fascia gialla. Però si potrà rientrare nella propria residenza o domicilio e ci si potrà ricongiungere fra parenti, anche anziani. Intanto nelle grandi città è partito il Liberi Tutti” e non si può dire che il governo non se lo aspettasse. Ma i soldi sono soldi e l’economia ha sempre prevalso sulla salute pubblica. Ne riparleremo per l’Epifania che speriamo ogni contagio si porti via. 

 

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